La nascita della Nuova Alitalia guidata dalla Cai «si sta trasformando in una storia senza fine e dai contorni sempre più incerti». Lo afferma in una nota il coordinatore nazionale della Sdl, Fabrizio Tomaselli, secondo cui – visti i «grandi problemi formali» che Cai sta incontrando e i radicali cambiamenti nello scenario internazionale – «sarebbe possibile ipotizzare per Alitalia soluzioni diverse e migliori di quelle finora prospettate. Una potrebbe prevedere una composizione societaria con un 40% del capitale al partner straniero (chiunque esso sia), un 30% ai privati e un 30% al pubblico (lo Stato più eventuali enti locali)».
«Sembrerebbe che – evidenzia Tomaselli – oltre ai grandi problemi di carattere formale incontrati, Cai non possa con certezza far fronte da sola agli investimenti necessari a un rilancio concreto del trasporto aereo in Italia, non riesca a portare avanti la trattativa con il sindacato e soprattutto non sia in grado di gestire dal punto di vista operativo e strategico un settore che non comprende e non conosce in modo approfondito. Gravissimo inoltre è l’errore che Cai sta compiendo nella trattativa sui contratti: sta riproponendo un comportamento che privilegia nuovamente alcune organizzazioni sindacali che in Cai rappresenterebbero la minoranza dei lavoratori, dimenticando quanto accaduto solo poche settimane fa».
«Se tutto ciò dovesse essere confermato – continua il numero uno dell’Sdl – e se a ciò si aggiunge la situazione internazionale e il nuovo approccio che i governi di tutto il mondo stanno impostando per affrontare la grave crisi economica e finanziaria e la consistente riduzione del costo del carburante, sarebbe possibile ipotizzare per Alitalia soluzioni diverse e migliori di quelle finora prospettate. Una potrebbe prevedere una composizione societaria con un 40% del capitale al partner straniero (chiunque esso sia), un 30% ai privati ed un 30% al pubblico (lo Stato più eventuali enti locali)».
«Questa soluzione – spiega Tomaselli – permetterebbe: una capitalizzazione di 3 miliardi, adeguata ad affrontare positivamente la fase di avvio e rilancio della compagnia; una gestione strategica, operativa e commerciale che, affidata al partner straniero, avrebbe caratteristiche di alta affidabilità; una partecipazione del pubblico che opererebbe anche come garante degli interessi nazionali e una presenza del privato che assicurerebbe le indispensabili sinergie tra industria e compagnia aerea; un maggiore sviluppo di Alitalia e una conseguente migliore redditività dell’impresa, che avrebbe come conseguenza il rilancio dell’occupazione sia in Alitalia sia nell’indotto, prevedendo un futuro anche alle migliaia di precari che a tutt’oggi vedono allontanarsi le possibilità di rioccupazione, producendo altresì un evidente risparmio per le casse dello Stato».
«Un’ipotesi questa – conclude la Sdl – che non sarebbe né tardiva, né velleitaria: forse l’unica per poter uscire in modo intelligente e positivo da una crisi che non può essere affrontata con strumenti e mezzi finanziari inappropriati».