Le strane convergenze della politica. Ieri qualcuno aveva fatto notare che qualche tempo fa Beppe Grillo aveva attaccato il suo attuale candidato al Quirinale Stefano Rodotà, inserendolo nella lista dei “maledetti” dalla pensione d’oro e tirando fuori qualche scandalo, ad esempio una presunta raccomandazione di lavoro per la figlia. Insomma, Rodotà era uno della casta, uno dei nemici, oggi invece è il candidato al Colle del M5S. Adesso invece qualcuno ha tirato fuori una intervista fatta tempo fa allo stesso Rodotà, che si è guardato bene dal rifiutare la candidatura del popolo grillino che l’ha votato tra i preferiti al Quirinale. Parlando con il giornale Left infatti lo scorso luglio Rodotà diceva che “questi movimenti sono pericolosi”: “Si scopre che Grillo al Nord dice non diamo la cittadinanza agli immigrati, al Sud che la mafia è meglio del ceto politico, allora vediamo che il tessuto di questi movimenti è estremamente pericoloso”. Insomma, certo non un complimento. A tirare fuori questa intervista è stato l’ex grillino espulso dal M5S Giovanni Favia che ha messo il link all’intervista su twitter. Un altro estratto dall’intervista a Rodotà: “Anche oggi vedo grandi pericoli. Il fatto che Grillo dica che sarà cancellata la democrazia rappresentativa perché si farà tutto in Rete, rischia di dare ragione a coloro che dicono che la democrazia elettronica è la forma del populismo del terzo millennio. Queste tecnologie vanno utilizzate in altri modi: l’abbiamo visto con la campagna elettorale di Obama e nelle primavere arabe”. Va anche detto che Rodotà definiva Grillo “figlio di tutto quello che negli ultimi anni la politica non ha fatto”.