Dopo le convulse vicende che hanno provocato la caduta del governo Letta si accendono le ipotesi su quelli che potrebbero essere i ministri del nuovo governo Renzi. In molti hanno ipotizzato la presenza di Gianni Cuperlo nel nuovo esecutivo, nelle vesti di Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo. Gianni Cuperlo è nato a Trieste il 3 settembre del 1961. Dopo la maturità classica conseguita al Liceo Francesco Petrarca di Trieste, cominciò il suo avvicinamento alla politica, con l’iscrizione nella FGCI (Federazione Giovanile Comunista Italiana), l’organizzazione giovanile del PCI (Partito Comunista Italiano). Cuperlo diventerà una figura importante del movimento, di cui sarà Segretario Nazionale dal 1988 al 1990, anno dello scioglimento dell’organizzazione (seguendo le sorti del Partito Comunista Italiano, scioltosi in seguito alla “Svolta della Bolognina”, proposta da Achille Occhetto e Massimo D’Alema) e della creazione della Sinistra Giovanile, presieduta fino al 1992. Cuperlo si è laureato al DAMS (Discipline delle Arti, Musica e Spettacolo) nel 1985, all’Università di Bologna. Nel 1992 termina la sua militanza nelle associazioni giovanili, con l’ingresso nella direzione del neonato PDS (Partito Democratico della Sinistra) di Achille Occhetto. La sua carriera politica come dirigente prosegue nei Ds (Democratici di Sinistra), partito in cui confluirono gli esponenti del PDS. Cuperlo diventa collaboratore del Segretario Nazionale Massimo D’Alema e con lo stesso pubblicherà successivamente alcune opere, “Un paese normale” (1996) e “La grande occasione” (1998). Nel 2006 viene eletto deputato nella regione Friuli-Venezia Giulia. Nel 2007 confluisce nel neonato PD (Partito Democratico), guidato da Walter Veltroni e nelle fila del partito verrà eletto deputato nelle due successive legislature, nel 2008 (Circoscrizione Toscana) e nel 2013 (Circoscrizione Lazio 1). Il 10 maggio del 2013, ospite nella trasmissione di approfondimento politico condotta da Gad Lerner “Zeta”, ufficializza la sua volontà di concorrere alle primarie per la segreteria del Partito Democratico, proponendo nel suo programma particolare attenzione a temi come welfare, lavoro e fisco. Nella consultazione dell’8 dicembre 2013 viene nettamente sconfitto da Matteo Renzi, ottenendo solo il 18,21% dei voti a suo favore. Il 15 dicembre 2013 diviene il nuovo Presidente dell’Assemblea nazionale, carica che abbandonerà il 21 gennaio 2014 in cui si è dimesso, in contrasto con alcuni punti della bozza della legge elettorale Italicum.