“Lavoriamo insieme per riunificare il centrodestra, mettendo da parte i tatticismi e tornando a privilegiare una forte iniziativa politica su temi concreti”. E’ l’appello di Maurizio Gasparri, vicepresidente del Senato e senatore di Forza Italia, in una fase in cui il principale partito di centrodestra è lacerato da un conflitto sempre più duro. Il voto sul Quirinale ha esasperato le tensioni, con l’europarlamentare Raffaele Fitto che ha colto l’occasione per rivolgere nuove critiche alla dirigenza del partito.
Senatore Gasparri, come vede lo scontro all’interno del centrodestra?
E’ normale che ci sia un confronto, anche se va arginato e indirizzato nei luoghi appropriati. Va inoltre fatta seguire una forte iniziativa politica su temi concreti, fisco, casa, lavoro, immigrazione, sicurezza, famiglia e anziani per fare sì che l’iniziativa politica stessa prenda lo spazio del vaniloquio impolitico. Altrimenti avremo una discussione infinita e autolesionistica.
Bisogna riportare al centro i temi anziché i tatticismi?
Sì, altrimenti finiamo solo per parlare di trattative e negoziato. Alla Camera la riforma della Costituzione torna in discussione tra pochi giorni, ma ci sono altri temi della vita quotidiana che non devono essere assolutamente trascurati. Altrimenti il politicismo, il tatticismo, le trattative prevalgono sulla realtà e questo è un male che crea solo confusione.
Fitto andrà avanti per la sua strada?
Mi sembra che Fitto si chiami un po’ fuori e questo mi dispiace, perché in questo momento sono necessarie le energie di tutti. L’europarlamentare ha rifiutato tante ipotesi di coinvolgimento in organi di partito con responsabilità collegiali. Se poi pretende che tutti si tolgano per fare spazio a lui si sbaglia. Mi auguro che Fitto abbassi i toni ma tenga fede alle sue istanze, molte delle cose che dice sono giuste, è il modo con cui le sostiene che spesso è sbagliato.
Che cosa sta succedendo davvero all’interno di Forza Italia?
E’ finita la lunga transizione del centrodestra, e adesso ognuno pensa alla propria specificità. Salvini fa la sua propaganda per prendere voti in più, Fitto si riposiziona in attesa che cambi lo scenario, Berlusconi ha privilegiato una spinta a riforme che servono al Paese e un desiderio di pacificazione che purtroppo non è condiviso da tutti. Bisogna però pensare alla sintesi, perché il centrodestra ha vinto quando si è unito e ha perso quando si è diviso. Noi abbiamo fatto sacrifici per tentare mediazioni con Renzi, ricevendone in cambio il tradimento. A maggior ragione dobbiamo fare questo sforzo all’interno del centrodestra.
Lei prima ha parlato di transizione. E’ una transizione verso il dopo Berlusconi?
Questo è un tema che c’è, ma viverlo come uno strappo rispetto al leader non agevola questo passaggio e mette fuori causa quanti si mettono in una posizione antagonista rispetto a Berlusconi. E’ successo a Fini e ad Alfano e rischia di accadere anche ad altri.
Come è andata sul Quirinale? Chi ha tradito chi?
Chi ha tradito è stato Renzi. Ho la certezza che il premier ha detto una cosa e ne ha fatta un’altra. Lo dico al di là della rispettabilità di una figura come Sergio Mattarella, di cui non condivido molte idee ma che conosco da molti anni. Ribadisco la mia personale stima e rispetto per quello che è un politico serio, una persona che non fa parte di quel corteo di “improvvisati-improvvisatori” che oggi domina la scena con conseguenze devastanti per il Paese. Mattarella è una persona mille volte più degna di Renzi.
Che cosa andava concordato insieme sul Quirinale, un nome secco o una rosa?
Andavano bene entrambi. L’importante era che la soluzione fosse frutto di un’intesa, e non la presa d’atto di una proposta. Noi abbiamo contestato un metodo, anche se questo non vuol dire un giudizio negativo su Mattarella.
Qual è il ruolo di Verdini e perché è ancora al suo posto?
Non si può scaricare la colpa su Verdini per un negoziato cui ha partecipato anche Berlusconi. Dopo di che non si può vivere solo di tattica e di trattative, ci vogliono veri temi da portare avanti. Verdini non può essere il capro espiatorio, ma nessuno può essere il “tappo” all’iniziativa politica.
Adesso come pensate di incidere? Avete una strategia o no?
Bisogna riunificare il centrodestra, la strategia è questa. Il resto è contorno.
E’ favorevole alle primarie?
Non le temo, ma vedo che è uno strumento che si sta screditando. La sinistra ultimamente o non le fatte o ha litigato contestandone la trasparenza. Sulle Primarie vinte a Roma da Marino è aperta l’inchiesta per il sistema di Mafia Capitale. In Liguria ci sono state divisioni feroci e in Campania la sinistra non le sta neanche facendo per evitare liti e faide.
Il premio alla lista è un ostacolo alla riunificazione del centrodestra?
Il premio di lista è stata una scelta che abbiamo accettato per una volontà di privilegiare l’intesa rispetto alla difesa di posizioni di parte. Sarebbe giusto in un sistema ideale come quello che desidero da tempo, all’americana con due grandi partiti, Democratici e Repubblicani. Siccome in Italia questo modello è ancora lontano dal realizzarsi, è ovvio che sarebbe stato molto meglio il premio di coalizione. Avere aderito al premio di lista, ottenendo in cambio questo comportamento vergognoso da parte di Renzi, fa sì che sarebbe meglio ritornare al premio di coalizione.
(Pietro Vernizzi)