Continua la querelle sorta in seno al partito di Grillo. Ricapitolando: alcuni giorni fa, la consigliera del comune di Bologna, Federica Salsi, aveva “impunemente” partecipato alla trasmissione Ballarò suscitando l’ira del capo, attirandosi dal comico una serie di insulti e pesanti accuse. A fiume, erano seguite le critiche di svariati appartenenti al Movimento 5 Stelle e, in particolare, di due suoi colleghi in Consiglio, Marco Piazza e Massimo Bugani. I due, ieri, hanno deciso di punire la Salsi alzandosi e lasciandola da sola in Consiglio comunale. Lei, prendendo la parola in aula, aveva fatto sapere che l’M5S rischia di diventare come Scientology. Oggi, il capogruppo comunale grillino, Bugani, intervistato da Il Corriere della Sera, torna sull’argomento. Dicendosi convinto del fatto che la Salsi, siccome pensa queste cosa del movimento farebbe meglio ad abbandonarlo. Poi, ha aggiunto: «Mi ha rivolto accuse inaccettabili di maschilismo. Noi ci siamo “allontanati” da una situazione interna al movimento che è intollerabile, non posso lavorare con chi fa affermazioni come quelle. Noi non siamo una setta». A quanto racconta Bugani, inoltre, la Salsi, attesa lunedì in consiglio per un chiarimento su tutta la vicenda, non si sarebbe neppure fatta vedere. Sulla questione è tornato Giovanni Favia, il consigliere grillino che, poco prima della Salsi, era il dissidente interno al movimento più famoso. Per chi non se lo ricordasse, il suo fuorionda registrato da un giornalista di Piazza pulita in cui accusava il guru del movimento, Gianroberto Casaleggio, di manovrare l’M5S in maniera occulta, aveva sollevato un putiferio. Intervenendo anche lui sulla questione sul Corriere, ha fatto presente, anzitutto che si sono sollevata maree di polemiche inutili, quando sarebbe bastata una telefonata di chiarimento, invece che usare il blog per gli attacchi personali. Favia, rispetto a chi lo accusa di manipolare la Salsi, si limita ad affermare che è ridicolo, spiegando che sarà già tanto se la sente una volta al mese. Decisamente più dura la sua critica ad un certo fideismo che si aggira tra gli esponenti del movimento.
Secondo il consigliere bolognese, il partito di Grillo deve evitare di ripetere gli errori dei partiti tradizionali. In particolare, «La fedeltà dovrebbe sparire, ci dovrebbe essere invece lealtà. Si è fedeli tra coniugi o a delle idee. La fedeltà cieca verso le persone è propria solo dei cani».