Mps continua a guardare al Fondo Atlante per cercare di un sollievo importante dal peso dei crediti deteriorati in portafoglio. Nel fondo ci sono 1,7 miliardi che erano destinati alla banca toscana, ricorda Il Corriere della Sera, ma ora anche Veneto Banca e Popolare di Vicenza vorrebbero utilizzare quella somma per cercare di migliorare i loro conti. Il quotidiano di via Solferino ricorda però che la cifra di cui si parla non basterebbe a far fronte alle necessità né di Montepaschi, né delle banche venete. Tuttavia un impegno del Fondo Atlante per la cartolarizzazione degli Npl aiuterebbe Monte dei Paschi di Siena a far approvare il suo piano industriale dalla Banca centrale europea. “Un primo orientamento si avrà giovedì al consiglio di Mps che discuterà la bozza del piano. Per quella data a Siena sperano che Atlante abbia chiarito i suoi intendimenti”, si legge ancora nell’articolo. Dunque non resta che attendere questo altro importante appuntamento per le sorti di Mps.
Maurizio Gasparri torna a insistere sulla necessità che venga stilata e resa pubblica la lista dei debitori insolventi di Mps. Il capogruppo di Forza Italia al Senato, secondo quanto riporta Il Secolo d’Italia, ritiene quindi grave “la retromarcia sui nomi dei morosi Mps” che propone il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda. “Stando a quanto emerge si tratterebbe per Mps di società di un certo rilievo o comunque di soggetti di spicco del mondo imprenditoriale italiano”, aggiunge Gasparri, secondo cui dunque bisognerebbe non esitare ad andare avanti con la richiesta di stilare la lista dei debitori insolventi di Montepaschi. L’ex ministro ricorda che l’interesse principale deve essere quello di tutelare i risparmiatori, non chi li ha massacrati. “Per questo non solo vogliamo si faccia chiarezza sull’identità dei morosi, ma pretendiamo anche che ci sia la restituzione del debito”, sottolinea ancora Gasparri. Vedremo quindi quale sarà la decisione finale su questo tema.
Questa mattina Mario Monti è stato ospite di RaiNews24, dove ha affrontato anche il tema di Mps. Infatti, Matteo Renzi è tornato a chiamarlo in causa rispetto al mancato intervento sulle banche negli anni in cui il Senatore a vita è stato Premier. Monti ha quindi detto che avrebbe spiegato ai telespettatori il motivo per cui il suo Governo non ha finanziato le banche, mentre avrebbe rinunciato a dare tale spiegazione a Renzi “perché l’ho fatto varie volte e non è servito”. Quindi ha spiegato che la situazione del sistema bancario allora non era particolarmente compromessa. “Questo era attestato da Bankitalia e Fmi e non c’erano richieste di aiuti”. Ciò era comprovato anche dal fatto che in precedenza i Tremonti bonds studiati dal ministro del Governo Berlusconi non erano stati usati praticamente da nessuno. Monti ha quindi ricordato di essere intervenuto su Mps con un prestito che è stato poi restituito. Ha infine detto di sentirsi assolutamente tranquillo rispetto alla costituzione di una Commissione di inchiesta parlamentare sulle banche.
Mentre si attendono novità sull’intervento pubblico a sostegno di Mps, la corporate e investment bank del gruppo, Mps Capital Services, insieme a Unicredit e Credit Agricole Cariparma ha perfezionato un’operazione di finanza struttura per realizzare a Firenze “The Student Hotel”, che sorgerà presso l’ottocentesco “Palazzo del Sonno” in viale Strozzi. La struttura ricettivo-alberghiera avrà più di 390 camere, oltre ad aeree comuni, compresa una zona riservata agli incubatori di start-up. La struttura è di proprietà di Tsh Netherlands e offrirà i suoi servizi a studenti, giovani professionisti, imprenditori e turisti. Il gruppo intende anche aprirà una struttura a Bologna. L’operazione di finanziamento, complessivamente 41,1 milioni di euro, prevede una quota paritetica di partecipazione del 40% di Mps Capital Services e UniCredit e per il restante 20% di Credit Agricole Cariparma. Mps Capital Services, inoltre, rivestirà il ruolo di banca agente, mentre Monte dei Paschi di Siena avrà il ruolo di banca depositaria.
La First-Cisl ha analizzato i piano industriale di 17 gruppi bancari italiani, compreso Mps, giungendo alla conclusione che ci sono circa 13.000 bancari che lasceranno il posto di lavoro nei prossimi anni. Formiche.net ha ripreso le conclusioni principali di questa analisi, evidenziando come dei 12.952 esuberi totali in Italia, 2.900, al lordo del turnover, sono da ascrivere a Montepaschi, con 600 uscite già pattuite. Tagli più consistenti potrebbero arrivare solo da Unicredit, visto che il piano industriale approvato a dicembre prevedeva 3.900 esuberi. Resta da capire se a Rocca Salimbeni, dove si sta lavorando per il nuovo piano industriale, si aumenterà la consistenza dei tagli al personale o meno. Il sindacato ha anche calcolato che per “liquidare” tutti questi lavoratori, le banche spenderanno tra gli 1,6 e i 2 miliardi di euro, che potrebbero arrivare anche a 2,5, che in gran parte arriveranno dal Fondo di solidarietà del settore, cui il Governo ha deciso con l’ultima Legge di stabilità di contribuire per circa 650 milioni fino al 2021.
Da più parti in questi giorni era arrivata la richiesta di preparare e diffondere la lista dei debitori insolventi di Mps, tanto che c’era anche chi voleva condizionare l’intervento dello Stato nella banca toscana a questa “imposizione”. Il Governo, però, non sembra essere convinto che si tratti di una buona scelta, o almeno è quello che ha detto Carlo Calenda. Intervistato da La7, il ministro dello Sviluppo economico ha infatti spiegato che è responsabilità della banca capire se l’imprenditore che chiede un prestito possa restituirlo o meno. Non si può quindi spostare l’onere su chi chiede i soldi in prestito e li riceve. Secondo Calenda, diverso è il caso di eventuali connivenze, che invece vanno rese pubbliche. Secondo Il Giornale, quella di Calenda è una mossa per evitare guai al Partito democratico. Vedremo se comunque la sua resterà una posizione isolata o se continueranno a prevalere le prese di posizione a favore della pubblicazione della lista dei debitori di Mps.
Per Mps inizia oggi una settimana densa di importanti appuntamenti. Marco Morelli dovrebbe infatti incontrare, secondo quanto hanno fatto sapere i sindacati della banca dopo un incontro con i vertici di Rocca Salimenti, alcuni componenti della Banca centrale europea per iniziare il confronto sul nuovo piano industriale che Monte dei Paschi di Siena deve mettere a punto. L’amministratore delegato di Monte dei Paschi di Siena verrà supportato dal ministero dell’Economia e delle Finanze, anche perché un passaggio importante del piano sarà sicuramente costituto dall’aumento della presenza dello Stato nel capitale della banca. Il Tesoro continua a questo proposito a lavorare al decreto attuativo che dovrà indicare le modalità specifiche con cui questo aumento della propria quota in Mps avverrà. In settimana sono poi in programma, a partire da domani, le audizioni presso le commissioni Finanze riunire di Camera e Senato sul decreto salva-banche, tassello fondamentale per l’intervento pubblico a sostegno del sistema bancario, Mps compresa. Anche Morelli sarà chiamato a parlare davanti ai parlamentari di maggioranza e opposizione, che ultimamente stanno spingendo perché sia predisposta e resa pubblica la lista dei debitori insolventi della banca. Si spera poi che il 26 gennaio, quando l’Eurogruppo esaminerà il piano italiano e la sua compatibilità con le norme comunitarie sugli aiuti di stato, non vi siano modifiche sostanziali da fare al decreto. Resta da capire in ogni caso se entro la fine del mese Monte dei Paschi di Siena riuscirà a dar vita all’emissione di obbligazioni di cui si era parlato nei giorni scorsi o se invece attenderà il mese di febbraio. In questo senso i passi di Tesoro e Bce saranno probabilmente decisivi.
Nella settimana tra il 23 e il 27 gennaio gli uomini della Bce faranno visita a Monte dei Paschi di Siena, ufficialmente per un intervento di routine previsto da tempo ma in realtà un’occasione improntate per verificare i conti della Banca Mps in attesa dell’ingesso ufficiale dello stato italiano nella banca indebitata e in via di salvataggio. Un appuntamento importante per la Banca Centrale Europea che vuole così controllare gli aspetti relativi al bilancio dell’esercizio appena concluso e non dovrebbe invece riguardare, come riporta la Stampa, «nei mesi scorsi e che dovrebbe essere terminata con la fine dell’anno. Peraltro, l’ispezione aveva come oggetto proprio il portafoglio dei crediti dell’istituto, tema strettamente connesso al bilancio». Intanto questo giovedì torna a riunirsi il cda di Monte dei Paschi di Siena che nel 2017 ancora non si era ritrovato e ovviamente al centro dei tempi l’avvio dei lavori sul nuovo piano dell’istituto in vista dell’ingresso dello Stato nel Capitale. Al momento non sono arrivate conferme sulla discussione riguardo l’emissione di bond per approvvigionare l’istituto di liquidità.
La prossima settimana sarà densa di appuntamenti riguardanti Monte dei Paschi di Siena. Mentre il Tesoro lavora al decreto attuativo da cui si capiranno le modalità operative concrete con cui salirà fino al 70% del capitale della banca toscana, quest’ultima continua a mettere a punto il piano industriale da sottoporre alla Bce che le ha chiesto una ricapitalizzazione da 8,8 miliardi di euro. Martedì 17, le commissioni Finanze di Camera e Senato ascolteranno Giovanni Sabatini, Direttore generale dell’Abi, e Carmelo Barbagallo, capo della vigilanza bancaria della Banca d’Italia, nell’ambito delle audizioni sul decreto salva-banche. Probabilmente emergeranno dichiarazioni importanti sia sulla richiesta di una lista dei debitori insolventi di Montepaschi, sia della situazione generale del sistema bancario italiano. Mercoledì le stesse commissioni dovrebbero ascoltare Ignazio Angeloni, membro del Consiglio di sorveglianza della Bce, che potrebbe dire qualcosa su quel che si aspetta dal piano di Monte dei Paschi di Siena. E poco dopo sarà proprio l’amministratore delegato di Rocca Salimbeni, Marco Morelli, a parlare davanti alle commissioni riunite. Giovedì, invece, sarà la volta di Giuseppe Vegas, Presidente della Consob, da cui forse si capiranno i tempi con cui i titoli di Mps torneranno alle contrattazioni. Anche il Consiglio nazionale dei consumatori e degli utenti avrà un suo spazio, potendo quindi rappresentare le istanze sia dei risparmiatori coinvolti direttamente nelle vicende di Montepaschi, sia di tutti i contribuenti in generale, che sono chiamati, attraverso l’intervento dello Stato, a farsi carico dei costi causati dal dissesto della banca toscana. Non resta quindi che aspettare le importanti dichiarazioni che verranno rilasciate in questi appuntamenti istituzionali.
In questi giorni su alcuni quotidiani sono comparsi i nomi che dovrebbero comporre la presunta lista dei debitori insolventi di Mps. E tra lo società coinvolte è spuntato il nome di Acea, che ha quindi emesso una nota per smentire “nella maniera più assoluta che ci siano mai stati inadempimenti, o anche solo riscadenziamenti da parte della stessa o delle Società da essa partecipate, nei contratti di finanziamento e in qualunque altro contratto di natura finanziaria con Monte dei Paschi di Siena”. La multiutility romana ha anche spiegato di essere “sempre stata un interlocutore affidabile della banca, che dalla mutua e proficua collaborazione può solo aver ricavato profitti e non certo perdite”. Acea nella nota ha anche evidenziato di considerare Montepaschi uno dei suoi principali e migliori interlocutori, esprimendo l’intenzione di continuare la collaborazione in essere con la banca toscana. Resta intanto da capire se la lista dei debitori insolventi, chiesta da più parti, verrà effettivamente redatta e resa nota.
Marco Morelli, come Alessandro Falciai e i vertici di Mps, sta lavorando in questi giorni alla messa a punto del piano industriale da presentare alla Banca centrale europea dopo che questa ha chiesto di ricapitalizzare la banca con 8,8 miliardi di euro. Da diversi esponenti politici era arrivata la richiesta delle dimissioni dell’amministratore delegato di Montepaschi, visto che aveva fallito nell’operazione di ricapitalizzazione sul mercato di dicembre, o comunque di un taglio del suo stipendio per portarlo in linea con quelli dei dirigenti pubblici. A quanto scrive La Stampa, in effetti bisognerà intervenire con le forbici sul compenso di Morelli nel caso resti alla guida di Monte dei Paschi di Siena dopo l’ingresso dello Stato nel capitale fino al 70%. Infatti, la disciplina europea sugli aiuti di Stato impone un tetto preciso ai manager degli istituti che ricevono fondi pubblici. Secondo quanto riporta il quotidiano torinese, il compenso di Morelli dovrebbe passare da 1,4 milioni a 450.000 euro.