Governo e maggioranza raggiungono finalmente un’intesa e modificano la Legge di stabilità. I principali interventi vedono saltare ufficialmente l’annunciato taglio delle aliquote Irpef, mentre le risorse ottenute verranno utilizzate per mantenere invariata l’aliquota Iva al 10% e per favorire la riduzione del cuneo fiscale. Cancellata anche la retroattività degli interventi su detrazioni e deduzioni dei redditi, mentre resta ancora aperta la trattativa per la revisione delle franchigie e del tetto agli sconti fiscali. L’accordo tra governo e i tre partiti che lo sostengono è stato raggiunto durante la riunione di ieri, durata un paio d’ore, a cui hanno preso parte il ministro dell’Economia Vittorio Grilli e i relatori al provvedimento, Renato Brunetta del Pdl, Amedeo Ciccanti dell’Udc e Pier Paolo Baretta del Pd. Proprio quest’ultimo è stato raggiunto da IlSussidiario.net.
Cominciamo da un giudizio sull’incontro di ieri.
Il giudizio è senza dubbio positivo e i risultati ottenuti vanno anche oltre le migliori aspettative. Il governo è apparso realmente intenzionato a raggiungere un’intesa con la maggioranza e, una volta fissati i saldi e avendo capito che dietro le nostre posizioni vi erano ragionamenti di merito e non semplici attacchi, è da subito sorta una disponibilità a fare dei passi in avanti, come poi è effettivamente accaduto. Il giudizio è dunque positivo, non solo per le modifiche stabilite, ma anche per il clima, anche se ovviamente ci aspettano ancora diversi giorni di lavoro molto intenso.
Quali sono i principali punti ancora in discussione?
Abbiamo innanzitutto definito un quadro generale che adesso dovrà essere sostanziato da opportuni calcoli e da un’applicazione pratica, come per esempio la riduzione del cuneo fiscale. Un altro passaggio molto importante riguarda invece la definizione del fondo di 900 milioni da destinare al sociale, attualmente indistinto ma che dovrà essere chiarito voce per voce. Infine, dovremo chiudere definitivamente la questione riguardante la scuola, sulla quale il governo ha comunque già dato una propria disponibilità, e quella sugli esodati che, come sappiamo, rappresenta un passaggio molto sentito. L’agenda è quindi ancora molto piena, ma l’incontro di ieri ci ha senza dubbio indirizzati su un binario di reciproca collaborazione.
Cosa può dirci delle modifiche apportate?
L’impianto è sostanzialmente quello su cui si era mosso in precedenza anche lo stesso Partito democratico, all’interno di un’intesa con tutta la maggioranza. Eravamo dell’idea che le risorse destinate all’Irpef, così com’erano state immaginate, si disperdessero in un impercettibile risultato, tra l’altro annullato dall’intervento sulle detrazioni e dall’aumento dell’Iva.
Cosa cambia adesso?
E’ stato importante essere riusciti a utilizzare le risorse destinate alla riduzione delle aliquote Irpef per impedire l’aumento dell’Iva e per coinvolgere una platea più mirata che è prevalentemente quella del lavoro. Si tratta poi di un’operazione che il governo ha potuto accettare senza problemi, visto che in tutti i casi rimane invariato il principio della riduzione delle tasse, non più generalizzato com’era nell’Irpef ma mirato come sarà nel cuneo fiscale. E’ stata dunque un’operazione di riequilibrio molto importante che ha permesso di porre questa Legge di stabilità in un ambito di maggiore equità e di maggiore efficacia.
Come richiesto da molti, è saltata anche la retroattività della stretta su detrazioni e deduzioni Irpef. Cosa può dirci invece riguardo il tetto e le franchigie?
Togliendo la retroattività, anche sulle detrazioni è stato fatto sicuramente un primo passo avanti, mentre il secondo dovrà riguardare come ha detto i tetti e le franchigie, rimaste ancora in un ambito di discussione. Come Partito democratico siamo per eliminare definitivamente il tetto, per evitare per esempio che venga raggiunto da tutti nel caso dei mutui, mentre quello delle franchigie è certamente il punto più dolente: per come sono costruite, infatti, vanno a penalizzare soprattutto coloro che hanno più bisogno, visto che al loro interno sono comprese anche le spese sanitarie. Noi partiremo sicuramente dall’idea di toglierle, resta solo da vedere che cosa ha in mente il governo.
(Claudio Perlini)