Silvio Berlusconi, leader di Forza Italia, è stato chiaro: “Matteo Salvini è il candidato premier del Centrodestra”. Chiaro il Cavaliere dopo il sorpasso della Lega alle elezioni del 4 marzo 2018, con il segretario del Carroccio che, qualora Sergio Mattarella darà al Centrodestra il mandato di governo, avrà il compito di formare la squadra. Nelle ultime ore però si è parlato di un possibile inserimento di Luca Zaia, governatore leghista del Veneto e pupillo di Silvio Berlusconi. Una soluzione, quella di Zaia, che aiuterebbe a costruire una maggioranza in Parlamento. Ma è stato lo stesso diretto interessato, intervenuto a Quinta Colonna, a smentire l’ipotesi: “Sta manfrina ce l’ho da anni, sono buono per tutte le stagioni e per tutte le cariche. Noi abbiamo un obiettivo che è quello che Matteo Salvini faccia il presidente del Consiglio. Non sono minimamente interessato: ho ancora due anni di incarico e voglio portare a fondo l’autonomia del Veneto”. (Agg. Massimo Balsamo)
I TRE SCENARI E LUCA ZAIA…
Gli scenari che si aprono davanti alle prossime settimane decisive per la formazione del Governo vedono ancora Berlusconi in qualche modo “protagonisti”: lo spiega bene Libero in una ricostruzione-anticipazione di quanto vedremo nei prossimi giorni abbastanza verosimile. Secondo il quotidiano di Maurizio Belpietro – e non solo – Mattarella dovrebbe dare come primo giro l’incarico esplorativo a Di Maio: qualora il leader M5s non dovesse trovare i numeri per la maggioranza, il secondo “giro” sarebbe offerto a Salvini che potrebbe avere anche lui le medesime problematiche del rivale M5s. A quel punto allora si aprirebbe un terzo scenario, già anticipato qui sotto: sarebbe infatti Berlusconi ad entrare come “garante” di un accordo più soft tra Lega, Forza Italia, FdI, NcI e una parte del Pd. Come farebbe a convincere tutti? Semplice, proponendo Luca Zaia alla guida del possibile governo con astensione del Pd; senza Salvini e senza lo stesso Berlusconi, i dem potrebbero anche arrivare ad una soluzione di emergenza per varare nuova legge elettorale e scongiurare così nuove elezioni a breve. Fantapolitica? Può essere, ma gli scenari che si aprono davanti a Mattarella non sono così lontani da tali “semplicistiche” ma reali possibilità.
“È SALVINI IL CANDIDATO DEL CENTRODESTRA”
Il candidato è Matteo Salvini e Berlusconi si dice sempre più convinto di continuare l’alleanza nel Centrodestra proponendo il leader leghista come capo della spedizione che andrà al Quirinale a chiedere l’incarico di Governo. Lo ha confermato il presidente di Forza Italia anche nella lettera inviata agli eletti azzurri, a cui ricorda «Abbiamo davanti a noi una nuova pagina delle nostre battaglie di libertà da scrivere insieme: io sarò in prima linea come sempre, nonostante la impossibile e inaccettabile condanna politica che mi ha costretto a non partecipare alle elezioni, con una conseguente forte penalizzazione del nostro Movimento». Intanto però secondo le indiscrezioni di Libero Berlusconi starebbe anche pensando ad un piano B per provare a convincere il Pd ad un governo più allargato: un governo di minoranza guidato da Luca Zaia (Lega, presidente del Veneto e non “sodale” a Salvini) con l’astensione del Pd come ai vecchi tempi della Prima Repubblica. «Nella testa del Cav questa ipotesi andrebbe bene alla Lega che, da primo partito della coalizione, avrebbe uno dei suoi a Palazzo Chigi. E non sarebbe indigesta per i dem, specie se il Colle dovesse esercitare una moral suasion su di loro», scrivono i colleghi di Libero. Ecco, resta da capire in tutto questo cosa farebbe Salvini…
IL FUTURO INCERTO DI FORZA ITALIA
E ora Forza Italia, che futuro avrà? Se lo è chiesto Antonio Angelucci (deputato FI) con una lunga lettera su Il Tempo e se lo chiedono i militanti della lunga era di Berlusconi che questa volta forse definitivamente potrebbe vedere la propria fine politica. Dopo il rilancio e il ritorno in pista a 81 anni, il massimo sforzo in campagna elettorale non ha pagato in termini di voti; il Centrodestra ha sì vinto in termini di coalizione ma per meriti della Lega, mentre Forza Italia ha “retto” tenendo lo zoccolo duro del 14%, di più al momento non sembra possibile andare. «Doppiata – quando è andata bene – nel nord produttivo del Paese dalla Lega, ridotta sotto il 10 per cento nelle ex regioni rosse, superata nella capitale (sì, proprio nella capitale!) da un Salvini che personalmente apprezzo – in grande crescita di voti e surclassata dal Movimento 5 stelle nelle zone un tempo granaio di voti azzurri, dalla Sicilia alla Puglia, dalla Campania alla Calabria. E questo nonostante la straordinaria generosità di Silvio Berlusconi», scrive Angelucci che interpreta un po’ il pensiero “medio” dei leader azzurri e dello stesso popolo dei moderati che alle ultime elezioni non si è ritrovato nessuno in grado di rappresentarli al meglio. Non Salvini e Di Maio, non Renzi e nemmeno Berlusconi: dunque, che fare? «Ora che si apre una fase delicatissima – per l’Italia prima di tutto – è impensabile immaginare che questa fase sia gestita dai soliti personaggi, da chi si preoccupa più di assicurarsi la poltrona da ministro che degli interessi del Paese e del Partito. Ma se qualcuno pensa di gestire questa fase come ha gestito le liste, avrà delle sorprese. E non saranno positive». arriva a “minacciare” Angelucci, con Berlusconi che in giornata di fatto “risponde” con una lunga lettera inviata a tutti gli eletti di Camera e Senato di Forza Italia.
TOTI E LA PROPOSTA DI UN “PARTITO UNICO” DEL CENTRODESTRA
«Farò tutto il possibile per consentire all’Italia di uscire dallo stallo, di darsi un governo. Si devono produrre le condizioni di una maggioranza in grado di raccogliere un consenso adeguato in Parlamento scongiurando una paralisi che porterebbe ineludibilmente a nuove elezioni»: così Berlusconi nella lunga lettera che i parlamentari appena eletti in quota azzurri hanno ricevuto questa mattina. Un Berlusconi in prima linea che non intende minimamente mollare la presa della politica, «in leale collaborazione con i nostri alleati e fermo restando l’impegno a sostenere il candidato premier indicato dal maggiore partito della coalizione si devono produrre le condizioni di una maggioranza e di un governo in grado di raccogliere un consenso adeguato in Parlamento per dare attuazione ai nostri impegni programmatici». Non tutti però sono d’accordo e vedono nella forte spinta leghista un quasi certo ridimensionamento dell’incidenza di Forza Italia nel programma del possibile governo e nelle scelte future. Non sono pochi che vedono nella proposta di Giovanni Toti – storico collaboratore di Berlusconi, presidente della Liguria e tra le maggiori figure di raccordo tra Salvini e FI – di formare un nuovo partito unico, una possibilità futura che rinnovi lo stallo attuale. «C’è un grande spazio per il centrodestra la Lega ha avuto uno straordinario successo, Forza Italia è lì, il presidente Berlusconi ha fatto una generosa campagna elettorale, c’è Giorgia Meloni e poi ci sono tante sensibilità di quell’area che non si sono espresse in queste elezioni perché magari, come accade spesso con liste civiche e amministrative, non hanno trovato un marchio in cui riconoscersi. Credo si possa lavorare per costruire molto in futuro ma è andata comunque molto ben», ha spigato dopo le elezioni il Governatore ligure. Ma con un partito unico, Berlusconi sarebbe disposto a lasciare lo scettro e le scelte al rivale-alleato molto più vincente di lui?