«Una delle poche certezze, peraltro non gradevole, è la scadenza del 24 gennaio per il pagamento della ormai mitica mini-Imu». Esordisce così al telefono Guglielmo Loy, segretario Confederale Uil, quando gli chiediamo se ai Caf è tutto pronto per accogliere la moltitudine che si riverserà per chiedere lumi. «L’abolizione presunta dell’Imu sulla prima casa non ha tenuto conto di una cosa – spiega Loy -. Il governo infatti ha stanziato una cifra che copre sostanzialmente le aliquote minime sulla prima casa, il famoso 4 per mille. In realtà, molti comuni avevano nel frattempo deliberato aumenti superiori. Il risultato è che sono venute a mancare risorse per gli stessi comuni. Si è pertanto provveduto con questo equilibrio tra risorse centrali dello Stato e risorse che invece restano a carico dei contribuenti. Pertanto i proprietari di prima casa che vivono in Comuni in cui l’aliquota è stata alzata rispetto a quella minima (fino a un massimo del 6 per mille, ndr) dovranno pagare il 40% della differenza tra il 4 per mille e l’aliquota stabilita dal proprio comune. In sostanza bisogna recuperare un miliardo e cento milioni di euro e il governo ha deciso che una parte sarà a carico dello Stato, circa 600 milioni, mentre il resto, circa 440 milioni, sarà a carico dei contribuenti». Ricordiamo che per calcolare l’importo eventualmente dovuto bisogna per prima cosa determinare l’Imu teoricamente dovuta con l’aliquota decisa dal Comune, applicando l’aliquota stessa alla rendita catastale moltiplicata per 168, e sottraendo la detrazione di 200 euro. Poi si ripete l’operazione ma applicando questa volta il valore standard del 4 per mille. L’importo dovuto è il 40% della differenza tra questi due valori.
Di che cifre stiamo parlando?
Si parla di aumenti medi di 33 euro calcolati su una famiglia media che vive in un appartamento decoroso di 80 mq, in un immobile a metà tra le categorie A2 e A3, cioè tra il residenziale e il popolare. Ovviamente questo è un valore medio, nelle grandi città e nelle grandi aree urbane, essendo il valore catastale degli immobili molto più alto, questo valore medio si alza.
Possiamo fare qualche esempio?
A Milano, ad esempio, il valore medio sale a 59 euro, a Torino 58, a Napoli 51, e così via. Se poi prendiamo come riferimento un appartamento più ampio, questa cifra può salire anche sopra i 150 euro. Questo vale soprattutto per le grandi città che hanno ritoccato l’aliquota base. (Clicca qui per una tabella completa degli esempi)
Secondo i vostri calcoli, quanti sono gli italiani che devono pagare la mini-Imu?
Sono oltre 12 milioni e 500mila. Parliamo del 61% del totale dei proprietari di prima casa. Perché sono 2.398 i Comuni, che tra il 2012 e il 2013 hanno alzato le aliquote della prima casa. Tra questi 46 città capoluogo (Roma, Milano, Torino, Bologna, Napoli, Palermo), dove si pagherà appunto l’imposta.
In giro c’è parecchia confusione, cosa devono fare i cittadini per ottenere informazioni?
Molti comuni mandano a casa la comunicazione. Noi tuttavia consigliamo sempre di rivolgersi ai Caf, che sono quelli che hanno più diretto contatto con le delibere delle singole amministrazioni. Il meccanismo è lo stesso di quando si pagava l’Imu. O arriva la lettera a casa o ci si rivolge a un Caf, che è il soggetto più accreditato a svolgere questo servizio.
Da quando è possibile rivolgersi ai Caf?
Essendo fissata al 24 gennaio la scadenza del termine consigliamo di andare il prima possibile in modo da avere il tempo di fare il conteggio e procedere, purtroppo, al pagamento.
Voi siete pronti?
Sì, noi siamo pronti. Perché purtroppo c’è anche un’altra brutta notizia.
Quale?
Assieme alla mini-Imu ci sarà anche il saldo della Tares, relativo alla parte servizi che da quest’anno si aggiunge alla tassa sui rifiuti. Quindi ci sarà un altro piccolo salasso. Che inizialmente era previsto per il 16 dicembre e poi è slittato anch’esso al 24 gennaio
Vi aspettate grande affluenza?
Sì, soprattutto per la mini-Imu perché il bollettino della Tares è stato inviato a casa o dal comune o dalla società che ha in gestione il servizio della raccolta e smaltimento dei rifiuti.