«Inutile», così Debora Serracchiani ha definito il referendum in Lombardia e Veneto. La presidente del Friuli-Venezia Giulia, durante un convegno del Pd Fvg dedicato all’autonomia regionale, ha spiegato che questa «va ripensata e anche consolidata rispetto alle sfide future». Critiche sono arrivate anche dal vicesegretario dei dem, Maurizio Martina, Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. «Si è partiti con la logica del plebiscito, si arriva ora a discutere del 34% di affluenza». La replica al ministro è arrivata da Paolo Grimoldi, deputato della Lega Nord e segretario della Lega Lombarda. «Ci auguriamo che lunedì il ministro Martina, per rispetto dei suoi conterranei lombardi, si dimetta e lasci il suo incarico di Governo». E, come riportato da AdnKronos, ha spiegato le ragioni della sua richiesta: «La Lombardia non può essere rappresentata al Governo da un ministro che considera propaganda e perdita di tempo la legittima richiesta di autonomia da parte del popolo lombardo». (agg. di Silvana Palazzo)
PATRIARCA DI VENEZIA PER IL SÌ
Referendum Autonomia Lombardia Veneto, anche parte della Chiesa prende posizione sul voto che si terrà domani 22 ottobre 2017 dalle 7.00 alle 23.00. Il patriarca di Venezia Francesco Moraglia ha dichiarato in una nota diffusa dall’Agensir: “Confronti e consultazioni elettorali che si svolgono nel rispetto della Costituzione italiana, in uno spirito autentico di comunione nazionale e cercando di evidenziare e valorizzare peculiarità, risorse e legittime esigenze di un territorio, possono aiutare a far crescere la spinta alla sussidiarietà e al bene comune dell’intera comunità (locale e nazionale), anche attraverso modalità più eque e più giuste”. Sì all’autonomia dunque, più competenze alla regione Veneto governata da Luca Zaia. Continua Francesco Moraglia: “Autonomia non significa separazione; può essere, semmai, uno stimolo e un aumento di responsabilità verso un’integrazione più forte e attenta alle caratteristiche di ogni contesto e – conclude – di ciascuna realtà”. (Agg. Massimo Balsamo)
INCUBO HACKER
Mentre si attende il voto sul referendum, arriva un’ombra inquietante per quanto riguarda il lato “lombardo” dell’Autonomia: il voto elettronico previsto per tutti i cittadini lombardi domenica prossimi è messo a serio rischio dall’attacco degli hacker. Ci risiamo, ogni volta che si presenta a livello mondiale un appuntamento più o meno importante (è successo da noi di recente con il voto per il candidato premier del Movimento 5 Stelle sul blog di Grillo, ndr) ecco che spunta la minaccia, vera o presunta, del down o tilt nel giro di pochi minuti. Un hacker e imprenditore, Matteo Flora, contattato da Agi ha messo a prova di hacker il sistema che guiderà il voto lombardo tra due giorni: e così si scopre che nulla è al sicuro, al netto di quanto detto dalle istituzioni. «la società avrebbe omesso i più basilari protocolli di sicurezza su alcune alcune cartelle contenenti dati sensibili, tra cui certificati e pezzi di codice per la configurazione delle macchine». Questi dati, sempre secondo Flora su Agi, sarebbero stati per mesi «accessibili a chiunque, lasciando aperta la possibilità di scaricare ampie porzioni di codice del software della SmartMatic che dovrebbe gestire il voto referendario: SmartMatic Election 360». Insomma, una minaccia mica da poco che potrebbe non risolversi in nulla come invece avere ripercussioni importanti sul primo storico voto politico alle urne con metodo elettronico. La società intanto smentisce e pure il Governatore Maroni ma intanto sono partiti dei controlli dei contro-hacker ed esperti per garantire la sicurezza del metodo che verrà utilizzato.
ZAIA, “PRONTO IL RISCATTO DEI VENETI”
Referendum autonomia Lombardia Veneto, nuove dichiarazioni del governatore veneto Luca Zaia. Intervenuto a Radio 24, il leghista ha parlato del voto di domenica 22 ottobre 2017: “I padri costituenti immaginavano un paese simile alla Germania: la gestione del Paese è stata centralista e assistenzialista. Fa paura che i veneti vadano al voto: è l’ora del riscatto dei veneti. Napolitano ha detto che l’autonomia è una vera assunzione di responsabilità. Più stato a chi vuole più stato, come la Sicilia che ha bisogno di più stato, e meno stato dove ci vuole meno stato”. Una grande occasione per i veneti, con Zaia che ha sempre promosso, sia nel 2010 che nel 2015, il referendum in campagna elettorale. Continua l’ex ministro dell’agricoltura: “Io faccio il mio dovere, lo faccio rispettando le indicazioni della mia gente: siamo rispettosi della Costituzione. La Corte Costituzionale ci ha dato ragione. Il popolo fa paura, ma il nostro è un popolo pacifico che risponderà”. (Agg. Massimo Balsamo)
LE PAROLE DI MARONI
Roberto Maroni, presidente della Regione Lombardia, ha ribadito ai microfoni di 24Mattino, programma di Radio24, l’importante del referendum per l’autonomia: in questo modo tutte le regioni risparmierebbero “una manovra intera”. «Se tutte le regioni adottassero il metodo lombardo per la spesa pubblica, lo Stato risparmierebbe 23 miliardi. Si chiamano costi standard, questo è l’obiettivo che vogliamo perseguire», ha dichiarato, facendo riferimento ad alcuni studi della Confcommercio. I primi a risparmiare sarebbero i lombardi, che annualmente lasciano «a Roma 5400 euro pro capite per le spese delle altre regioni». Per il governatore una quota rilevante di questa somma deve tornare nella Regione dove è stata prodotta. Ai microfoni di Luca Telese e Oscar Giannino ha commentato anche l’accordo tra Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia Romagna, e il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, che hanno firmato una dichiarazione di intenti sull’autonomia. «Faccio il tifo per tutti quelli che chiedono e si attivano per ottenere maggiore autonomia. Rilevo che Stefano Bonaccini si è mosso dopo che io e Zaia abbiamo indetto referendum, quindi in qualche modo lo abbiamo stimolato», ha dichiarato Maroni. Bonaccini però secondo il governatore della Lombardia non dovrebbe cantare vittoria: «Il giorno dopo aver fatto questo “accordo” a Palazzo Chigi, il governo cosa fa? Taglia all’Emilia Romagna 230 milioni e alla Lombardia 450 milioni. Non mi pare che sia proprio un bel risultato». (agg. di Silvana Palazzo)
IL SÌ “CONTROVOGLIA” DEL M5S
Lo hanno sostenuto all’inizio assieme alla Lega Nord ma ora paiono pentirsi: o almeno, a due giorni dal referendum per l’Autonomia in Lombardia e Veneto, i big come Beppe Grillo, Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista non hanno speso una sola singola parola pubblica sul voto lombardo-veneto. Il Movimento 5 Stelle, perché di questo si parla, sostiene il Sì all’autonomia anche ufficialmente ma ha speso pochissimo tempo in questa campagna elettorale per dare le proprie ragione, e qualora l’ha fatto non l’ha sostenuto con il peso massiccio del suo ex Direttorio. I big grillini restano defilati forse temendo un ritorno d’immagine negativo a pochi giorni dalle Elezioni Regionali in Sicilia dove Lega-FI e M5s si combattono con Musumeci e Cancelleri la guida della Regione, ultimo test elettorale prima delle Urne Politiche del 2018. «Alla strategia si sommano poi anche i dubbi interni e la presenza di alcuni comitati di attivisti grillini locali che su Facebook fanno campagna per l’astensione», raccontava ieri Huffington Post proprio sulla freddissima accoglienza di questo referendum in casa Casaleggio & Associati. Il rischio però è anche opposto, ovvero di lasciare “troppo” in mano alla Lega un voto che è nato dalle istanze sia pentastellate che federaliste: insomma, per Di Maio la linea di low profile spera di far ottenere il risultato sperato in Sicilia per il 5 novembre prossimo, ma il rischio è di perdere un’altra partita qui al Nord dove storicamente il Movimento 5 Stelle è tutt’altro che forte e stabile a livello locale.
SONDAGGI REFERENDUM, CON L’AUTONOMIA CI “GUADAGNANO” TUTTI?
Nei sondaggi prodotti sempre da Demos e sempre sul Referendum Autonomia in Lombardia a Veneto, è stato chiesto agli elettori chi davvero può guadagnarci dal voto sulla autonomia delle due regioni: secondo i dati raccolti, tra chi ritiene che vi saranno conseguenze molto positive il 54% crede che avverranno per i cittadini veneti e lombardi, il 35 per il resto d’Italia, il 55% per guadagni politici di Maroni e Zaia e per il 53% per la Lega. Per chi invece pensa che il referendum avrò impatto negativo su Lombardia e Veneto, questi sono i risultati del sondaggio: il 24% dei fattori negativi saranno per i cittadini, il 44% per il resto d’Italia, il 23% per i Governatori lombardi e veneti e il 26% per la Lega Nord. Se poi prendiamo gli ultimi sondaggi pubblicati da Lorien Consulting si scopre che il Sì all’autonomia è data attorno al 69% mentre il No viaggia sul 31% anche se il vero dato da osservare è quello sull’affluenza: al momento, la stima di massima affluenza viene attestata sul 42%, con l’astensione al 43% e gli indecisi che restano sul 15%. Secondo Maroni una buona vittoria sarebbe far meglio del 24% del 2001 ma è evidente che superare il 50%, nonostante siano referendum consultivi, potrebbe avere un risultato ed un’eco decisamente più roboante per poter trattare poi con il Governo centrale. Il 22 ottobre prossimo i cittadini sono chiamati al voto e i sondaggi vedono sempre in vantaggio il Sì all’autonomia anche sei i dubbi su cosa potrebbe accadere dopo sono ancora tutti evidenti.