Anche Fnsi, la Federazione nazionale della Stampa italiana, commenta il decreto Dignità, provvedimento del governo M5s-Lega varato nell’ultima riunione del Consiglio dei ministri. Per il segretario generale Raffaele Lorusso e il presidente Giuseppe Giulietti «la lotta al precariato e a tutte le forme legalizzate di finta flessibilità è sacrosanta». D’altra parte si definiscono stupiti per l’assenza «di quegli interventi necessari per contrastare il precariato e il lavoro irregolare nel settore giornalistico, dove si sono raggiunti livelli inaccettabili di sfruttamento». L’auspicio, dunque, è che «in sede di conversione, si possa provvedere alla dimenticanza con opportuni emendamenti. In caso contrario, passerebbe un messaggio pericoloso, ossia che non tutti i precari sono uguali e che, evidentemente, esistono precari di sere A e precari di serie B». Nel dibattito sul decreto Dignità interviene anche Confartigianato Imprese e Veneto: «A 4 mesi dal voto del 4 marzo, e ad un mese esatto dal giuramento del nuovo Governo la “grande attesa” per il primo atto economico si riduce ad un provvedimento molto ideologico e poca sostanza. Registriamo un pregiudizio verso le imprese», il commento del presidente Agostino Bonomo. (agg. di Silvana Palazzo) QUI TUTTI I CONTENUTI DEL DECRETO DIGNITÀ
ATTACCO PD, “PESSIMO DEBUTTO”
Decreto dignità, è arrivato il via libera del Consiglio dei Ministri. Ma il ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio deve fare fronte alle dure critiche dell’opposizione. Dopo Renato Brunetta, ecco il turno del Partito Democratico. I dem, così come le imprese sottolinea Repubblica, hanno evidenziato i limiti della riforma: “Dopo un mese di annunci rocamboleschi il mini decreto di ieri non favorisce gli investimenti in Italia e il lavoro di qualità. Introduce soltanto ostacoli per lavoro e investimenti. Lasciamo stare la dignità”, il commento dell’ex premier Paolo Gentiloni. Ancora più duro Carlo Calenda: “Il #decretodignita avrà due effetti:diminuire l’occupazione ovunque e gli investimenti al Sud (e le reindustrializzazioni). È politica degli slogan non il governo della realtà. Sta al lavoro/crescita come fermare una nave ONG sta alla gestione dell’immigrazione. Pessimo debutto”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
“BASTA SFRUTTARE I GIOVANI”
Una lunghissima intervista esclusiva ad Agorà questa mattina di fatto consegna il Decreto Dignità di Luigi Di Maio spiegato nel dettaglio di tutti le sue componenti, e molto altro ancora: il ministro del Lavoro si concede alla trasmissione di Rai3 per illustrare i punti nodali del “nuovo” Jobs Act col quale tentare di smontare l’originale di Matteo Renzi. «Le imprese che non abusano dei contratti a termine e non stanno sfruttando i ragazzi italiani non hanno nulla da temere»: a chi contesta la mancanza di incentivi “diretti” del Governo, Di Maio replica «nella prossima Legge di Bilancio stiamo pensando a ridurre il costo del lavoro. Il Governo farà un abbassamento di costo del lavoro selettivo, su tutte le imprese che hanno un margine di crescita. Le incentiveremo». Importante la “porta aperta” sui voucher, che erano stati immessi da Renzi ma tolti poi da Gentiloni: «I voucher erano nati per alcuni lavori, come quelli domestici di Colf e badanti, e in alcuni casi nell’agricoltura. Se il tema è questo e se ne può discutere», ha spiegato Di Maio sempre ad Agorà, confermando anche la stretta sui contenziosi tra società e lavoratori, «Se il pericolo è il contenzioso sono tranquillo perchè il ministro Bonafede ha il piano di rafforzare i tribunali. Se si attenta al diritto non si abolisce il diritto ma si agisce sul sistema giustizia». (agg. di Niccolò Magnani) QUI LA VIDEO INTERVISTA INTEGRALE DI LUIGI DI MAIO AD “AGORÀ”
SALVINI SI “SMARCA” E NON SI PRESENTA AL CDM
Doveva essere, secondo i piani del M5s, la risposta al martellamento sui migranti targato Lega, ma alla fine per l’assenza delle coperture necessarie il Decreto Dignità tanto invocato di Di Maio ha attirato critiche bipartisan sulla reale efficacia del provvedimento. Non sembra pensarla così il Ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico, che ieri in un video su Facebook ha cantato vittoria per i risultati a suo dire raggiunti nel primo decreto di stampo “politico” approvato nel Consiglio dei Ministri gialloverde. Eppure ieri sera di verde c’era ben poco. Saranno stati i dubbi sul decreto Dignità, o forse la voglia di staccare un po’ la spina, ma tant’è: Matteo Salvini ieri era assente. Il ministro dell’Interno si è goduto il Palio di Siena (città da poco conquistata dal centrodestra): forse anche un modo per non associare il suo nome ad un provvedimento di tono minore rispetto alle attese. (agg. di Dario D’Angelo)
DI MAIO SU FACEBOOK
Il Ministro del Lavoro Luigi Di Maio esulta su Facebook: il Decreto Dignità è stato approvato in Consiglio dei Ministri, confermando importanti innovazioni. Stretta sul precariato, con minore possibilità da parte delle aziende di rinnovare i contratti a termine, che devono essere convertiti, e con il “redditometro” messo da parte per dare maggiore liquidità ai privati. Importante anche la decisione di vietare la pubblicità sul gioco d’azzardo, che diventerà effettiva mano a mano che scadranno i contratti in essere, che saranno rispettati. Dal suo profilo ufficiale, Di Maio ha postato un video in cui si è detto orgoglioso dei risultati raggiunti, anche come capo politico del Movimento 5 Stelle. (agg. di Fabio Belli)
LE CRITICHE DI BRUNETTA
Prima di smontare la legge Fornero, il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico Luigi Di Maio vuole superare il Jobs Act con il decreto Dignità. L’obiettivo è quello di «ridurre il costo del lavoro intervenendo sul cuneo fiscale e questo nella legge di bilancio ci sarà». Se, come vi abbiamo raccontato, Stefano Fassina, deputato di Liberi e Uguali e segretario della commissione Bilancio di Montecitorio, è soddisfatto, lo stesso non si può dire di Renato Brunetta, deputato di Forza Italia. «Dopo mesi di tambureggianti promesse dei due leader di maggioranza, oggi vicepremier, sull’abolizione del redditometro, dello spesometro e dello split payment, le bozze del decreto dignità che circolano nel pre-Consiglio dei ministri sono talmente sconcertanti che non possono essere vere». Brunetta, come riportato da Il Messaggero, sostiene che il decreto Dignità non abolisca il redditometro e lo spesometro, mentre lo split payment viene abolito solo per i professionisti. «Se dovesse davvero uscire questo dal Cdm di questa sera, saremmo di fronte a qualcosa di semplicemente incommentabile nel rapporto tra parole e fatti», ha concluso Brunetta. (agg. di Silvana Palazzo)
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FASSINA: “BUONE MISURE PER COMBATTERE PRECARIATO”
Luigi Di Maio è pronto a lanciare il decreto Dignità per superare il Jobs Act. Il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico è pronto a fare “guerra” al precariato. «Oggi cominciamo a smantellare il Jobs Act, le Camere continuino» ha dichiarato il vicepremier. Anche per Stefano Fassina, deputato di Liberi e Uguali e segretario della commissione Bilancio di Montecitorio, il Jobs Act «è stato una misura di ulteriore precarizzazione del lavoro, costata circa 20 miliardi di euro». Fassina è dunque pronto ad accogliere il decreto Dignità, come riportato da AdnKronos, «se include davvero la re-introduzione delle causali per i contratti a tempo determinato, ma sin dal primo impiego. Bene anche le misure anti-delocalizzazione, ma che riguardino innanzitutto i Paesi della Ue, dato che il mercato unico europeo è fonte sempre più grave di dumping sociale. È invece autolesionismo da parte del Pd continuare a difendere il Jobs Act». (agg. di Silvana Palazzo)
PRONTO IL TESTO: COSA CONTIENE LA BOZZA DELLA LEGGE
Il decreto Dignità verrà approvato questa sera dal consiglio dei ministri. Non ci sarà la norma sull’abolizione dello staff leasing, cioè l’opzione che permette alle aziende di assumere persone a tempo indeterminato per poter poi girarle attraverso contratti di somministrazione. Sono state confermate invece le misure su ludopatia, contratto a tempo determinato a tutele crescenti. Non si potranno avere più di quattro proroghe, con un limite di durata massima non superiore ai 36 mesi. Nella bozza, come riportato da Il Tempo, sarebbe poi presente la norma sulle delocalizzazioni con maxi multe per le imprese che lasciano il Paese entro cinque anni «dalla data di conclusione dell’iniziativa agevolata». In caso di violazione delle norme si paga una multa il cui ammontare va da due a quattro volte l’importo dell’aiuto fruito. E lo strumento dello split payment è abrogato. L’ultima bozza prevede anche uno slittamento della scadenza dello spesometro (che cesserà di esistere dal 2019, sostituito dalla fatturazione elettronica) dal 30 settembre al 28 febbraio 2019 e un pacchetto “fisco light” con ritocchi al redditometro. (agg. di Silvana Palazzo)
“SMANTELLIAMO JOBS ACT. RECORD DI PRECARI”
Luigi Di Maio gela i facili entusiasmi: «È tutto un celebrare di record di occupazione, smettiamola di chiamarla occupazione, quello è un record di precariato. Oggi abbiamo segnato il nuovo record del precariato». Il riferimento del ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico è alle stime preliminari diffuse dall’Istat sul tasso di disoccupazione a maggio. Il piano del capo politico del MoVimento 5 Stelle è lanciare il decreto Dignità per «smantellare quella parte di Jobs Act che ha creato la precarietà in Italia». Se ne parlerà nel consiglio dei ministri di oggi, nel quale non si parlerà solo del decreto Dignità. «Sarà un primo passo avanti ma il nostro intervento non potrà prescindere dall’abbassamento del costo del lavoro e questo nella legge di Bilancio ci sarà» ha proseguito Di Maio in conferenza stampa. Per il vicepremier va celebrato «il lavoro stabile e dignitoso». Sempre in riferimento ai dati Istat dell’occupazione, ha aggiunto: «Dobbiamo chiudere l’epoca in cui il contratto a termine veniva utilizzato per far alzare l’indice Istat dell’occupazione, per celebrare il record. Poi andatelo a dire alle famiglie italiane, vedrete come vi rispondono». (agg. di Silvana Palazzo)
DI MAIO: “MAFIA È ATTEGGIAMENTO ANCHE DI ALCUNE BANCHE”
Luigi Di Maio, “Mafia è atteggiamento anche di alcune banche”: il ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico oggi ha incontrato l’imprenditore calabrese Nino De Nicola, sotto scorta dopo aver denunciato la ‘ndrangheta. Ecco l’analisi del leader M5s: “La mafia è un atteggiamento prima di tutto, prima ancora di una organizzazione criminale è un atteggiamento. Questo tipo di atteggiamento lo vediamo anche in alcune banche: ci sono sentenze che riconoscono l’usura di alcuni istituti di credito. L’atteggiamento mafioso a volte lo vediamo anche in alcuni esponenti e in alcune organizzazioni dello Stato”. Continua Di Maio, sottolineando:“De Masi è uno degli imprenditori che è stato al ministero dello Sviluppo: ha firmato un accordo in presenza di alcuni esponenti dell’esecutivo e a questo accordo partecipavano banche che se ne sono infischiate. Se questi accordi non valgono nulla, se il patrocinio e le parole del governo non valgono niente, c’è qualcosa che non va. E’ un imprenditore coraggioso, ha lottato ogni giorno per tenere aperta la sua impresa”. Infine, il ministro ha sottolineato:“Questo è il tipo di imprenditore con cui il governo vuole stare, non sarà mai un governo al fianco dei ‘prenditori’, ovvero con quelli che hanno campato con soldi pubblici e sono andati via dall’Italia. Se gli imprenditori italiani sono eroi, quelli del Sud sono supereroi”.
DECRETO DIGNITÀ, “OGGI MISURE IN CDM”
Oltre ad aver incontrato Nino De Nicola, il ministro del Lavoro Luigi Di Maio ha fatto il punto della situazione sul Decredo Dignità. Il leader pentastellato ha sottolineato che le mancate coperture sono leggende metropolitane e, come sottolinea Il Tepo, ha ribadito: “Mi fa piacere che tutte queste leggende stiano pubblicizzando il decreto dignità, lo abbiamo scritto, è pronto nel testo, sta facendo tutto un iter che io sottovalutavo che non è per le coperture, magari fosse per una questione di merito, è solo una questione di quante bollinature deve avere e di quanti soggetti devono dire va bene, ma dal punto di vista politico e tecnico è un decreto pronto”. All’interno del decreto è contenuto un capitolo al gioco d’azzardo, sul quale ha sottolineato: “Vedo che c’è tanta preoccupazione da parte di certi concessionari del gioco d’azzardo, io credo c’è il primo atto di dignità in questo Paese dire basta con la pubblicità del gioco d’azzardo perché sta facendo sprofondare tante famiglie nella miseria, tanti padri si stanno giocando tutti i loro risparmi con il gioco d’azzardo”. Infine, una battuta sull’assenza della somministrazione e del voucher: “Il tema della somministrazione in molti casi si presta a delle disfunzioni però dev’essere oggetto del dibattito parlamentare, non si può intervenire con un decreto. Nel decreto dignità oggi non c’è il tema della somministrazione per la stessa ragione per cui demandiamo al Parlamento tutta questa materia, come anche tante altre materie come quella dei voucher, ci sono tante questioni che secondo me si possono affrontare facendo prima di tutto un confronto con i diretti interessati e capendo dove ci sono gli abusi e dove invece sono utili”.