“Il Paese è al bivio: andare a elezioni anticipate o optare per la svolta autoritaria. Tra le due il male minore è certamente tornare alla democrazia che in Italia è sospesa da ormai troppo tempo”. Lo afferma Piero Sansonetti, direttore del quotidiano Il Garantista, all’indomani della notte degli “onorevoli cazzotti” che hanno trasformato la Camera dei Deputati in un ring. Tutto è nato per una frase banale, quando il capogruppo di Sel, Arturo Scotto, ha prima polemizzato con M5S e poi ha aggiunto: “Complimenti anche al Pd”. A quel punto tra deputati di Pd e Sel è iniziato il far west con scambio di pugni e spintoni.
Sansonetti, finalmente i deputati sono passati dalle parole ai fatti…
Non ci scherzerei sopra. Il Pd, ed eventualmente anche Sel, devono dirci chi sono questi deputati ed espellerli dal partito, altrimenti non potranno più protestare contro gli ultrà negli stadi, i centri sociali e Casa Pound. I parlamentari si comportano esattamente allo stesso modo, pur avendo meno motivi di loro. Ci vorrebbe un Daspo. E’ inutile che dicano che lo faceva pure Pajetta, il quale faceva malissimo e soprattutto in tempi completamente diversi dai nostri. I parlamentari che si sono radunati intorno a Renzi sembrano un po’ i “manipoli” di vecchia memoria.
Al momento del voto Forza Italia e Lega usciranno dall’aula. Renzi a questo punto ha i numeri?
Non ho in mano il pallottoliere ma sono molto preoccupato: non si può fare una riforma costituzionale in queste condizioni. Alle elezioni del 2013 a piazzarsi nei primi tre posti erano stati Grillo, Bersani e Berlusconi. La riforma costituzionale la sta facendo Renzi, che non è stato eletto da nessuno, con il parere contrario dei tre vincitori di due anni fa, e per di più contro Sel e una parte del suo stesso partito. E’ una riforma fatta da “avanzi di partito”, perché Ncd è solo un pezzo dell’ex Pdl di Berlusconi e Renzi è solo un pezzo del Pd dell’ex segretario Bersani. E’ una situazione molto vicina al colpo di Stato.
Che cosa accadrà?
Se Renzi non ce la fa, ci troveremo in una situazione difficilissima. Se invece ce la farà, allora il suo potere aumenterà in modo esponenziale e ci troveremo in una situazione di “democrazia autoritaria”, o in una situazione autoritaria e basta.
Secondo lei il disegno di Renzi è autoritario?
Renzi non ha un disegno autoritario in quanto non ha nessun disegno, ma di fatto la direzione verso cui sta andando è quella. Si deve fermare, in quanto può anche avere i numeri in Parlamento, ma non ha più la maggioranza politica. Fare una riforma costituzionale con una maggioranza comprata è un colpo di Stato. L’unica soluzione democratica è tornare alle urne.
E se in Italia, più che una dittatura, si stesse realizzando una sorta di “presidenzialismo di fatto”?
E’ pur vero che anche Obama non ha la maggioranza al Congresso, però è stato eletto. Sono favorevole al presidenzialismo anche in Italia, ma non possiamo avere un presidente del consiglio che è nominato non si sa da chi. Il presidente del consiglio non dovrebbe essere eletto dalle primarie del Pd bensì dal popolo. Obama ha sconfitto Romney, e Renzi chi ha sconfitto?
Che cosa accadrebbe se si andasse al voto anticipato?
Sarebbe l’inizio del caos? Io non credo che la democrazia sia l’inizio del caos. In Italia è sospesa da molto tempo, ma tornare alla democrazia non credo che avrebbe effetti deleteri. Al contrario creerebbe ordine, si conoscerebbero i rapporti di forza, si saprebbe chi vince e chi perde, bisognerebbe mettere delle idee in campo e misurarsi su quelle. La democrazia è complicata e faticosa, richiede molta abilità, e di certo non basta dare due “cazzotti”.
Per Renzi, “il disegno delle opposizioni non è migliorare l’Italia ma rallentare e bloccare noi”. Lei che cosa ne pensa?
Il disegno per migliorare l’Italia lo deve avere chi governa e non chi fa l’opposizione. Poi se anche la minoranza ha un disegno tanto meglio. In questo momento è Renzi che governa, non può dire che l’opposizione non ha un disegno, è lui che ci deve spiegare quale disegno ha. Se ciò che ha in mente di fare è una legge elettorale contro tutti, è un disegno antidemocratico e bisogna trovare il modo di fermarlo.
Come vede invece il riposizionamento di Berlusconi?
Sul merito Berlusconi non ha una posizione molto forte. Avrebbe dovuto opporsi prima, e invece lo ha fatto solo a partire da un certo punto. Sul metodo però ha ragione Berlusconi. Capisco che non si fidi più di chi fino a un giorno prima gli aveva detto “Facciamo tutte le cose insieme”, e poi quando si è trattato di eleggere il presidente della Repubblica lo ha usato e gettato.
(Pietro Vernizzi)