Spending review approvata dal Consiglio dei ministri dopo una riunione di oltre cinque ore. Non mancano le polemiche, dopo le dichiarazioni rilasciate da Mario Monti in conferenza stampa per spiegare in cosa consiste la spending review. Le polemiche sono tutte sull’Imu: togliere l’Ici, ha detto riferendosi a quanto fatto dal governo Berlusconi, è stato un errore che non si doveva commettere. E poi il riferimento a quanti adesso prospettano obiezione fiscale sempre contro la nuova tassa sugli immobili: sdegno per chi incita a non pagare le tasse e si candida a guidare il prossimo governo. Il riferimento a quanto fatto dal passato governo di centro destra ovviamente non è piaciuto al Pdl. Ma Monti è andato giù duro aprendo il suo intervento proprio in questo modo: “Vorrei cominciare con una parola di sdegno” ha detto “per chi ha governato, chi governa e chi si candida a governare non può giustificare l’evasione fiscale, né tanto meno istigare a non pagare le tasse, o istituire personali e arbitrarie compensazioni fra crediti e debiti verso lo Stato”. L’attuale pressione fiscale, ha detto ancora, è responsabilità di chi ha governato in passato. E l’Imu, ha precisato, è stata ideata dal precedente governo; il suo, di governo, l’ha solo anticipata in quanto era prevista a partire dal 2014 ed è stata estesa anche alla prima casa. Dopo il Pdl, Monti ce l’ha anche con la Lega: esentare la prima casa dall’Imu è stato negare il federalismo, oltre a essere un caso del tutto isolato in campo internazionale. Chi ha tolto questa tassa, ha detto ancora, lo ha fatto senza pensare che l’Italia stava crescendo poco nonostante alcuni superficiali indicatori di benessere. Poi la provocazione finale. “Se qualcuno ha idee più interessanti e più complete di tassazione patrimoniale, il governo è pronto a considerarle”. A parte tutto questo, la cosiddetta spending review, i tagli alla spesa pubblica, che era stata indicata come possibilità per non aumentare l’Iva, secondo Monti non è detto che riesca a fare ciò: il possibile aumento il prossimo ottobre dell’Iva al 2% non è affatto scongiurato. A fronte di tutto questo, il governo ha nominato un commissario straordinario nella persona di Enrico Bondi (78 anni, già commissario straordinario di Parmalat dopo il crac dell’azienda): Bondi dovrà occuparsi di far eseguire e rispettare quanto deciso dal consiglio dei ministri. Ha tenuto a dire, Monti, che il nuovo commissario avrà solo un rimborso spese, non superiori a 150mila euro lordi. Esponenti dei partiti criticano la scelta di un tecnico “a guardia dei tecnici”. I tagli previsti alla spesa pubblica sono nell’ordine di 4,2 miliardi di euro. In primo piano quelli al ministero degli interni, con la riduzione delle prefetture: si cercherà di lasciarne una soltanto ogni 350mila abitanti. Tagli anche ai vigili del fuoco, gli affitti e gli acquisti di beni.
Tagli previsti anche alla difesa, in particolare si pensa ai circa 5mila presidi dei carabinieri e i 30mila marescialli dell’esercito considerati in esubero. Riduzione degli effettivi da 180mila a 150mila entro il 2014. In arrivo poi tagli ai giudici di pace e ai piccoli tribunali con l’idea di recuperare 5900 amministrativi e 950 giudici.