In attesa che l’iter della riforma del Senato vada finalmente in porto – ma chissà con quale forma per il nuovo Palazzo Madama – l’istituto demoscopico Ipsos Srl ha realizzato un sondaggio per testare gli orientamenti dell’opinione pubblica italiana circa la tribolata riforma del superamento del bicameralismo perfetto. La rilevazione è stata effettuata su un campione casuale rappresentativo della popolazione ed è stato raccolto con una metodologia CATI. In merito all’oggetto stesso della riforma, alla domanda “Lunedì è cominciata la discussione della riforma del Senato. Lei è al corrente dei contenuti di questa riforma?” solo il 3% dice di conoscerli nel dettaglio, contro un 28% che dice di avere una conoscenza approssimativa del provvedimento; il 33% dice invece di averne solo sentito parlare, mentre il 37% cade dal pero. Dunque al quesito “La proposta di riforma prevede la riduzione dei senatori da 415 a 100, senza più indennità. Lei quanto è d’accordo con questa proposta?” l’87% è molto d’accordo, mentre il 6% “solo” abbastanza; il 5% è poco d’accordo, il 2% per niente favorevole. Proseguendo con il questionario sottoposto agli interpellati, il 43% si dice molto d’accordo sulla volontà di superare il bicameralismo perfetto (Camera e Senato avranno funzioni distinte); il 25% è abbastanza d’accordo, mentre il 36% è tendenzialmente contrario. Di estremo interesse, per chiudere, il dato relativo all’elezione diretta dei futuri senatori: la proposta di riforma del governo Renzi (il ddl Boschi) prevede che i senatori siano nominati dai consigli regionali tra consiglieri e sindaci, con 5 che verranno invece indicati dal Presidente della Repubblica. Ecco, il 73% preferirebbe che i senatori fossero eletti dai cittadini; il 19% è invece favorevole all’impostazione del governo.
In seguito all’assoluzione in appello di Silvio Berlusconi per il caso Ruby, l’istituto demoscopico Ipso Ricerche ha realizzato un sondaggio – con metodologia CAWI e su un campione casuale stratificato per quote – per testare l’opinione degli italiani in merito al processo. Alla (prima) domanda “Si è dimostrato che quella contro Berlusconi era in larga misura una persecuzione giudiziaria?” solo il 32% risposte affermativamente, mentre il 68% degli interpellati opta per il “no”. E ancora, il 28% ritiene che con la decisione in appello il leader di Forza Italia ha avuto finalmente giustizia, contro un nutritissimo 78% che ritiene invece di no. Interessante il dato relativo alla possibile influenza subita dai giudici dall’accordo del Nazareno tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi: il 49% pensa che le toghe siano state condizionate dall’asse con il premier (il 51% è contrario). Infine, alla domanda “Hanno ragione quelli che dicono che la magistratura condiziona la politica in Italia?” il 57% ritiene di sì.