Luigi Di Maio e Matteo Salvini non fanno concessioni. Il leader del Movimento 5 Stelle apre al dialogo con le altre forze politiche, ma a patto che lo accettino come premier di un futuro governo. E così quello della Lega, soprattutto dopo lo storico sorpasso su Forza Italia. Il segretario leghista respinge ogni accordo fuori dal perimetro della coalizione del centrodestra. Insomma, lo spazio per una trattativa è molto stretto. Dubbi in tal senso ne ha anche chi conosce bene la costituzione italiana. «Se il governo si fa senza Di Maio non è un colpo di Stato, non è stato così quando si è fatto il governo senza Berlusconi e non lo sarà adesso», ha dichiarato Giuseppe Benedetto, presidente della Fondazione Luigi Einaudi, all’Ansa. Avvocato, già docente di Diritto Costituzionale, ha parlato dei problemi per la formazione della maggioranza: «In questo momento non si può fare né con Di Maio né contro Di Maio, non mi pare ci siano le condizioni». Quali sono allora gli scenari? «Se non si andrà a un governo del presidente, a un governo che provveda a fare una legge elettorale non dico eccellente, ma meno peggio dell’attuale, non si fa nulla. Se si vuole, la legge elettorale si fa in una settimana». (agg. di Silvana Palazzo)
M5S AL GOVERNO CON CENTRODESTRA? PROVE DI ACCORDO
Dopo il grande successo alle Elezioni Politiche 2018, Luigi Di Maio sembra intenzionato ad andare a Palazzo Chigi. Sono due però le ipotesi per vedere il Movimento 5 Stelle al governo. La prima prevede l’appoggio della Lega, la seconda quello del centrosinistra. La Lega ha diversi punti programmatici in comune con i pentastellati, ma d’altra parte c’è chi vede il Partito democratico come possibile “stampella” del M5s. I problemi che riserverebbe un accordo con la Lega derivano, secondo Tpi, dalle condizioni che il Carroccio dovrebbe accettare. Innanzitutto Matteo Salvini vedrebbe sfumare la possibilità di diventare premier: non sembra plausibile per lui essere secondo a Di Maio, mentre con un governo del centrodestra sederebbe a Palazzo Chigi. Inoltre, Di Maio vuole solo un “appoggio esterno”, senza lasciare incarichi. Per quanto riguarda la possibile convergenza con il Partito democratico più Liberi e Uguali, l’ipotesi sarebbe impossibile fino a quando Matteo Renzi sarà alla guida del Pd. Secondo il Fatto Quotidiano, da giorni alcuni esponenti del Pd lontani dalle posizioni di Renzi sarebbero in contatto con i Cinquestelle per arrivare ad un’intesa. E se invece arrivasse con il centrodestra? A tal proposito si registra l’apertura di Brunetta di Forza Italia: «Il dibattito sul Def da problema può diventare opportunità. Può diventare incubatore della maggioranza», ha dichiarato all’Avvenire. Per arrivare ad un eventuale accordo «occorrerà partire dagli aspetti meno divisivi». Saranno le consultazioni del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, previste per l’inizio di aprile, a determinate se siano possibili maggioranze e la loro eventuale composizione. A fine marzo ci sarà l’elezione dei presidenti delle camere: serve un accordo per la Camera e il Senato, e potrebbe essere precursore della possibile maggioranza governativa. (agg. di Silvana Palazzo)
BRUNETTA: “APERTI A DIALOGO”
Nel post-elezioni cominciano le prove di dialogo per un governo. Luigi Di Maio rivendica la formazione dell’esecutivo, Renato Brunetta apre al Pd e al Movimento 5 Stelle. Il capogruppo alla Camera di Forza Italia non auspica il dialogo solo per le presidenze delle Camere, ma si dice aperto anche al confronto con tutte le forze politiche. «Se si parte dai programmi, più che dalle formule, si scopre che ci sono molte più cose che uniscono», ha spiegato a proposito di alleanze Brunetta, nell’intervista rilasciata all’Avvenire. La posizione grillina è chiara: ok al dialogo, ma almeno una presidenza deve essere targata M5s. L’altra molto probabilmente verrà rivendicata dall’altro partito che ha vinto le elezioni, cioè la Lega di Matteo Salvini. Ed è già partito il toto nomine, come riportato da Repubblica: al Senato, in quota Lega, c’è Roberto Calderoli, per Forza Italia invece Paolo Romani, per il M5s Danilo Toninelli, Emma Bonino per il centrosinistra. Alla Camera per il M5s Roberto Fico, Mariastella Gelmini per Forza Italia e Dario Franceschini per il Partito democratico. (agg. di Silvana Palazzo)
L’APPELLO ALLA BASE, “SOSTENETECI”
Nel corso della diretta Facebook in cui ha ribadito la centralità del Movimento 5 stelle nella formazione del nuovo governo, Luigi Di Maio si è rivolto direttamente agli elettori chiedendo massima vicinanza in un momento cruciale per il futuro dei grillini:”Io sono molto sereno e invito gli italiani a stare tranquilli. Non è più il momento di guardare la politica con distacco ma è il momento di stare uniti, noi abbiamo bisogno del vostro sostegno e della vostra forza, è stato il segreto della campagna elettorale e sarà l’arma fondamentale per affrontare questa delicata fase”. Un modo per ribadire, dopo il boom nelle urne, che nulla è cambiato nei confronti della cosiddetta “base”:”Noi siamo forti perché dobbiamo rendere conto solo a voi e a nessun altro, da me avrete sempre la massima trasparenza e la massima onestà”. (agg. di Dario D’Angelo)
DI MAIO, “NESSUN GOVERNO POSSIBILE SENZA M5S”
Appare sicuro di sé Luigi Di Maio, candidato premier del Movimento 5 stelle, che in una diretta Facebook pubblicata sul proprio account ha voluto ribadire la centralità della forza politica da lui presieduta dopo l’ottimo risultato conseguito alle elezioni del 4 marzo. Di Maio ha ribadito la posizione del M5s, sconsigliando di fatto gli altri partiti presenti in Parlamento dal tentare di aggirare il Movimento:”Abbiamo chiesto a tutti responsabilità per formare un governo presieduto dal M5S. Il Capo dello Stato ha richiamato tutte le forze politiche al senso di responsabilità e per questo lo ringrazio perché in ballo c’è l’interesse del Paese. Noi abbiamo sempre detto che non vogliamo lasciare il Paese del caos a causa di una legge elettorale creata per arginare la nostra formazione ma non gli è andata bene. In questo momento il M5S è determinante, un governo senza di noi non si può fare a meno che – e sarebbe un clamoroso insulto alla democrazia – non decidano di fare un governo con tutti contro di noi ma in quel caso sarebbe la loro fine: prepariamo i pop-corn“.
DI MAIO SU PRESIDENTI DELLE CAMERE E DEF
Ma a dettare le prossime mosse del Movimento 5 Stelle, come lasciato intendere dallo stesso Luigi Di Maio, sarà soprattutto la fitta agenda politica. Si parte ad esempio dall’individuazione dei due presidenti di Camera e Senato: in questo senso il candidato premier dice, “siamo aperti a tutte le forze ma chiaramente pretenderemo il riconoscimento del voto degli italiani che ci hanno indicato come prima forza del Paese”. Il leader grillino non pare intenzionato a fare chissà quali concessioni quando dice che anche il governo “dovrà rispettare la volontà dei cittadini“. Si conferma dunque la linea pre-elettorale, secondo cui il M5s avrebbe chiesto il consenso sui temi:”Noi partiremo dai temi che stanno a cuore e su questi noi siamo a pronti a trovare una convergenza con tutte le forze politiche. La prima occasione utile sarà la presentazione del Def” per la cui approvazione “il gruppo parlamentare del M5S sarà determinante. Noi abbiamo già le idee chiare e siamo al lavoro per una proposta che renderemo nota nei prossimi giorni“.
BRUNETTA, “APERTI NON SOLO A PD”
Ma come verranno recepite dagli altri partiti le parole di Luigi Di Maio? Per il momento bisogna registrare l’apertura di Renato Brunetta (Forza Italia), che in un’intervista ad “Avvenire” – precedente all’intervento di Di Maio – ha ipotizzato un dialogo “non solo col Pd ma anche col M5s”. Il capogruppo uscente di Forza Italia alla Camera ha spiegato che “se si parte dai programmi, più che dalle formule, si scopre che ci sono molte più cose che uniscono“. A proposito del Def (Documento di Economia e Finanza) Brunetta pare ottimista quando dice che ”da problema può diventare opportunità”. Ma la prima incombenza sarà l’elezione dei presidenti delle Camere, poiché “queste già svolgono una funzione di indirizzo e il Def può diventare incubatore della maggioranza“. Brunetta è sembrato parlare a nome dell’intera coalizione:”Il centrodestra non avendo i numeri per fare da solo si pone a centrocampo, e dice: ‘questo è il nostro programma. Discutiamo“.