Mentre si attendono i risultati definitivi di queste Elezioni di Francia 2017 è ormai assodato che saranno Emmanuel Macron e Marine Le Pen a sfidarsi al ballottaggio per la presidenza. Il candidato di En Marche!, dinanzi alle migliaia di sostenitori che affollavano il suo quartier generale, ha pronunciato un discorso inclusivo, accettando di buon grado gli endorsement in suo favore pronunciati dai due grandi sconfitti delle presidenziali, i candidati del Partito Socialista e dei Repubblicani, Benoit Hamon e Francois Fillon. Il primo si è assunto “pienamente la responsabilità della sconfitta”, ribadendo che nonostante la punizione inflitta dagli elettori “la sinistra non è morta” e che ora la priorità è battere pesantemente Marine Le Pen. Il conservatore, invece, pur recriminando sullo scandalo giudiziario – il Penelopegate – che lo ha travolto (“al momento giusto la verità su queste elezioni sarà scritta”), ha comunque sottolineato che “c’è un partito estremista, conosciuto per la sua violenza e l’intolleranza. Il suo programma porterebbe il paese al fallimento, aggiungerebbe caos europeo” riferendosi al Front National e aggiungendo che “non c’è altra scelta che votare per Emmanuel Macron”. Dal canto suo Marine Le Pen si è autoproclamata “candidata del popolo” parlando di “risultato storico”. Unico, tra i candidati principali, ad attendere i risultati definitivi prima di rilasciare dichiarazioni Jean-Luc Melenchon de La France Insoumise (agg di Dario D’Angelo).
In attesa dei risultati definitivi delle Elezioni di Francia 2017, rappresentano un dato interessante i voti parziali provenienti da Parigi, dove Emmanuel Macron, quando è stato scrutinato il 73% delle schede, è in testa con il 35,2% delle preferenze. Alle sue spalle, a differenza di quanto accaduto nel resto della Francia non c’è Marine Le Pen, che nella Capitale incappa in una sonora sconfitta e stando ai risultati parziali non va oltre il 5%. Il secondo candidato più votato a Parigi è infatti Francois Fillon, candidato del centrodestra riunito sotto le insegne de “Les Republicains”, premiato per ora dal 25,9% dei parigini. Risultato lusinghiero anche per il rappresentato più votato della “gauche”, quel Jean-Luc Melenchon che per il momento sfiora il 20% (19,6%) e rischia di doppiare il concorrente diretto Benoit Hamon (10,3%) del Partito Socialista. (agg. di Dario D’Angelo)
In attesa dei risultati finali complessivi delle Elezioni di Francia 2017 arrivano i primi dati relativi ai piccoli comuni, i cui seggi hanno chiuso con un’ora di anticipo rispetto ai più grandi. Quando lo spoglio è arrivato a circa un quarto dei voti totali (24%), come riportato da YouTrend è Marine Le Pen del Front National a condurre con una percentuale del 25,8% davanti a Emmanuel Macron (21,5%), il candidato di En Marche! che le contenderà l’Eliseo al ballottaggio del prossimo 7 maggio. Il primo degli sconfitti nei comuni più piccoli è Fillon, candidato della destra gollista che non sfonda con il 19,0% pagando con ogni probabilità i danni causati dal Penelopegate. Delusione per Jean-Luc Melenchon, leader della sinistra rappresentata sotto l’insegna de La France Insoumise che con il 17,7% non dà seguito agli ultimi sondaggi che lo volevano in forte rimonta. Fanalino di coda anche nelle città meno popolose il Partito Socialista, con Benoit Hamon staccato al 5,6% (agg. Dario D’Angelo)
Non ha aspettato neanche i risultati ufficiali delle Elezioni di Francia 2017 Benoit Hamon, il candidato del Partito Socialista accreditato di un misero 6,5% dagli exit-poll, per ammettere quella che nelle ultime settimane era apparsa come una sconfitta annunciata dell’erede di Holland. L’uomo che aveva messo al centro del suo programma il reddito di cittadinanza universale – salvo poi ridimensionarlo – si è presentato davanti ai suoi sostenitori dichiarando il proprio fallimento:”Non sono riuscito a sventare il disastro che si annunciava da mesi” – ha annunciato Hamon – leggendo una nota in cui si è assunto “pienamente la responsabilità” per questa “punizione storica”. Hamon ha comunque voluto ribadire il convincimento che la “sinistra non è morta” sostenendo la necessità di “battere il più forte possibile” il Front National di Marine Le Pen votando dunque per En Marche dell’ex ministro dell’Economia Emmanuel Macron. (aggiornamento di Dario D’Angelo)
I dati dei risultati per le elezioni in Francia continuano ad arrivare e tra le varie diversità ancora sulle cifre che non collimano perfettamente, ma un dato è quasi certo: Marine Le Pen e Emmanuel Macron vincono e passano al ballottaggio, anche se non si sa ancora con quali cifre e con quali distacchi sui perdenti Melenchon e Fillon. Nel giro di una mezz’ora in sostanza sono arrivati quasi tutti gli endorsement per il candidato di En Marche!, come prevedibile idealizzato come unico baluardo contro l’estremismo del Front National. Moscovici, il candidato dei Socialisti Benoit Hamon (iper-sconfitto alle Presidenziali, cocente ko per il partito di Hollande) e addirittura anche Francois Fillon, leader dei Repubblicani che perde il primo turno e la possibilità di andare al ballottaggio. «Dobbiamo scegliere che cosa è meglio per il nostro Paese. L’astensione non mi appartiene, soprattutto quando un partito estremista si avvicina al potere: il Front National», ha commentato davanti ai suoi sostenitori nella sede del quartiere generale. “L’estremismo può portare solo sofferenza e divisione, non c’è scelta che votare contro l’estrema destra quindi voterò per Macron. Credo sia mio dovere, ho cercato di riflettere su cosa è meglio, fatelo anche voi, per voi e vostri figli», ha chiosato uno deluso Fillon. Tutti ormai hanno riconosciuto il voto, tranne Melenchon che attende ancora il risultato delle grandi città per fare le sue dichiarazioni finali. (agg. di Niccolò Magnani)
Chiudono i seggi, quindi è tempo di proiezioni in Francia in attesa dei risultati definitivi sulle elezioni presidenziali. Il primo exit poll attesta Emmanuel Macron al 23,7%, mentre Marine Le Pen al secondo posto con il 21,7%. Francois Fillon e Jean-Luc Mélenchon invece sarebbero appaiati al 19,5%. Queste le prime proiezioni Ipsos sul voto per il primo turno. E, infatti, Benoit Hamon, che raccoglierebbe solo il 6,2%, ha cominciato a sostenere Emmanuel Macron in vista del ballottaggio. Il margine, però, tra quest’ultimo e Le Pen si starebbe assottigliando: la leader del Front National secondo le ultime stime potrebbe raggiungere l’ex ministro dell’Economia al 23%, motivo per il quale i suoi sostenitori starebbero già esultando. La conferma in tal senso arriva dalle proiezioni dell’istituto Sofres: Le Pen e Macron sarebbero pari al 23%. Insomma, per la corsa al ballottaggio sembrano sempre più accreditati Macron e Le Pen. (agg. di Silvana Palazzo)
La partecipazione al voto secondo stime di circa mezz’ora fa dovrebbe essere del 77%. Cinque anni fa era stata del 79,4% dunque un aumento di astensioni piuttosto lieve. Al quartiere generale di Macron c’è intanto grande entusiasmo, si spera che gli exit poll siano confermati, il candidato liberal socialista dovrebbe vincere il primo turno e andare dritto al ballottaggio senza problemi, è attesa una sua dichiarazione verso le 20 e 45. Intanto il ministero degli interni ha reso noto un comunicato in cui dice che qualunque messaggio arrivi via sms sul risultato elettorale è da considerarsi un face, una notizia falsa. Nessun risultato sarà comunicato infatti prima delle ore 20. Per quanto riguarda Marine Le Pen sono ben 600 i giornalisti accreditati presso il quartiere generale del Fronte Nazionale. (agg. Paolo Vites)
Oggi è il giorno in cui i francesi sono chiamati al voto e mentre in questi momenti si fa il punto della situazione sulla percentuale relativa all’affluenza (lieve calo, alle 17:00, con il 69,42%, rispetto a quanto accadde al primo turno cinque anni fa) e agli exit poll che vedrebbero in testa Emmanuel Macron, c’è anche chi si occupa di altri numeri quelli legati alle schede. Il Corriere nella sua edizione online, infatti, mette in luce un aspetto al quale in tanti non avrebbero fatto caso, ovvero il numero enorme di schede che saranno destinate al macero. Si parla di oltre 479 milioni di fogli che saranno gettati al vento, corrispondenti a una colonna alta quasi 50 chilometri. Fare i calcoli è semplice: partendo dal numero degli aventi diritto, circa 47 milioni, le schede stampate sono state 517 milioni. Chi si reca al seggio, infatti, riceve 11 schede e una busta. Ad avere valore però sarà solo il foglio contenente il nome del candidato preferito e poi messo nella busta. Gli altri pezzi di carta prestampati, ovviamente, avranno un destino decisamente differente, in quanto saranno destinati a finire nel cestino dei rifiuti. Se a votare saranno 37,6 milioni di francesi, con un’astensione al 20%, il numero di fogli gettati è destinato a raggiungere cifre da capogiro. Tutta colpa del sistema di voto in Francia che appare diversamente eco-friendly. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
Alle ore 17 i risultati di affluenza per le Elezioni in Francia vedono un ottimo risultato, al 69,4%, un solo punto in meno delle Presidenziali del 2012: i dati forniti dal Ministero degli Interni registrano un calo non preoccupante rispetto a 5 anni fa (anche perché erano stati dati più alti degli ultimi 40 anni di elezioni) e inoltre mancano ancora due ore di votazioni lungo i 68mila seggi elettorali sparsi lungo il Paese. Sul fronte dei voti dall’estero, in vantaggio paiono essere Macron e Melenchon, con i dati che pian piano arrivano dagli exit poll nei territori d’Oltremare e dalle ex colonie. Secondo invece quando una stima generale dei maggiori istituti di ricerca francese, al termine del primo turno l’astensionismo dovrebbe essere limitato tra il 19 e il 22%, favorendo in questo modo probabilmente i candidati “favoriti” della vigilia, quella Marine Le Pene e quel Emmanuel Macron che per tutta la campagna elettorale sono stati in testa verso il ballottaggio. (agg. di Niccolò Magnani)
Oltre ai sondaggi diffusi dalla radio e televisione di stato belga, arrivano anche i sondaggi degli exit poll relativi ai molti paesi dove si è votato, in particolare modo i cosiddetti territori d’oltremare. In Guadalupia ad esempio Macron avrebbe ottenuto il 30% dei voti, secondo Mélenchon al 24, terzo Fillon insieme alla Le Pen intorno al 14 e il 15%. La Le Pen in questi paesi non è andata per niente bene, dove invece va bene il candidato della sinistra alternativa Mélenchon che in Guiana ha ottenuto il 24% e in Martinica il 35%. Tradizionalmente questi territori votano a sinistra. Invece a Saint Martin e Saint Barth soprannominate “le isole dei ricchi” Fillon ha ottenuto rispettivamente il 27 e il 40%. Infine l’astensionismo in Francia al momento è stimato tra il 19 e il 22%. (agg. Paolo Vites)
Alle elezioni in Francia, in corso ancora in queste ultime tre ore nei seggi più affollati degli ultimi anni oltralpe, arrivano le ultime rilevazioni dai media in Belgio che danno i primissimi exit poll (sondaggi all’uscita dai seggi, dunque non dati reali) di questa prima parte della corsa elettorale. Stando ai dati dunque forniti da Rtbf, Emmanuel Macron sarebbe in testa al primo turno con il 24% delle preferenze, seguito da Marine Le Pen al 225 e dunque sarebbero loro a presentarsi il prossimo 7 maggio al secondo turno per le Presidenziali. Più indietro gli altri candidati, con Fillon al 20,5% e Melenchon al 18%, anche se ricordiamo come tutti questi risultati vanno presi con la massima delicatezza vista l’estrema vicinanza dei candidati e l’ampio margine di errore statistico. (agg. di Niccolò Magnani)
Difficilmente per le otto di stasera, come era nei piani, si potranno avere i primi exit poll sui risultati delle elezioni in corso. Il problema principale, denunciano infatti i direttori delle principali agenzie di sondaggio, è che la differenza percentuale tra i primi quattro candidati sia così poca da dover procedere a calcoli superiori alla norma. I risultati delle prime schede scrutinate dovrebbero arrivare verso le 19 e 35, per quanto riguarda la provincia dove i seggi chiuderanno alle 19. Gli istituti di sondaggio poi avranno circa 20 minuti di tempo per produrre le prime stime, ma la prospettiva di un stretto risultato tra i principali contendenti mette in dubbio la possibilità di dare un dato qualificato entro le otto di sera. Il direttore di Ipsos ad esempio ha già fatto sapere che da parte loro non si intende prendere rischi sconsiderati, se non saranno in grado di fornire un dato preciso, non daranno conto di alcun risultato fino a maggiori informazioni. (agg. Paolo Vites)
Sono ore caldissime in Francia: è tempo di elezioni presidenziali e l’attenzione è già rivolta ai risultati, che verranno trasmessi in diretta dopo la chiusura dei seggi. Stando alle “Estimations” elaborate da Affaritaliani in collaborazione con il sondaggista Alessandro Amadori con il sistema della meta-analisi, in testa al primo turno delle elezioni presidenziali francesi al momento c’è Emmanuel Macron, il candidato centrista di En Marche. Un vantaggio di pochissimo, perché il risultato è stimato tra il 21 e il 27% dei voti, mentre Marine Le Pen si piazzerebbe al secondo posto con il 20-26% di consensi. La partita per il ballottaggio però non è chiusa, perché Francois Fillon è considerato in forte recupero rispetto ai sondaggi della vigilia e, infatti, è accreditato del 17-23% dei voti. In gioco anche Jean-Luc Mélenchon, leader del Partito di Sinistra, con il 15-21% di consensi. Nessuna chance, invece, per il candidato del Partito Socialista francese, Benoit Hamon, tra il 6 e il 12%. Gli altri candidati delle elezioni presidenziali francesi raccolgono in totale il 6% circa. (agg. di Silvana Palazzo)
Altissimo il numero di francesi che risiedono all’estero impegnati a recarsi a votare in circa 60mila seggi aperti in tutto il mondo. Soprattutto nel Regno Unito vive stabilmente oltre un milione e mezzo di francesi mentre nella sola Londra sono 400mila, tanto che il sindaco della capitale inglese Boris Johnson l’ha soprannominata la sesta più grande città francese. Ma in quasi tutte le metropoli inglesi ci sono segui per permettere ai francesi di votare, anche a Glasgow e Edimburgo in Scozia. Naturalmente si vota anche nelle ex colonie e territori d’oltremare come le isole Guadalupa, la Polinesia francese e la Guiana francese. Un voto oscurato dalla paura di attacchi terroristici: circa 50mila soldati e 7mila poliziotti sono stati dislocati per tutta la Francia a protezione degli elettori. (agg. Paolo Vites)
Le Elezioni in Francia vivono particolarmente in queste ore una profonda incertezza su come si potrebbero delineare le posizioni verso il probabilissimo ballottaggio in programma il prossimo 7 maggio. Il fattore Melenchon (e anche quello di Fillon in realtà) hanno reso queste elezioni completamente imprevedibili, e gli exit poll e i primi dati reali molto probabilmente non riusciranno a darci l’impressione “di massima” rispetto al reale andamento del primo turno. Proseguono gli appelli “lontani dalla politica” di importanti personalità francesi: ha parlato poco fa l’ex premier dame Carla Bruni, moglie di Nicolas Sarkozy presidente della Repubblica prima di Francois Hollande. «Invito di andare a votare alle urne per tutti, anche se si ha paura, perché si ha paura o anche brontolando», scrive sul giornale Journal du dimanche. Le votazioni proseguono, le manciate di voti di distanza tra Macron, Le Pen, Fillon e Melenchon rischia di assottigliarsi ancora di più… (agg. di Niccolò Magnani)
Alle ore 12 per le elezioni in Francia hanno votato il 28,54% degli aventi diritto al voto, dimostrando come il timore di una forte astensione al momento non viene confermato per niente, anzi si ha il picco (a quest’ora) rispetto alle ultime scadenze elettorali dal 2012 fino ad oggi. Le operazioni di voto proseguono con i candidati che hanno votato tutti già nelle prime ore della mattina; viene segnalato intanto una nuova allerta dopo le femen di stamani, questa volta davanti al seggio di Besancon nell’est della Francia. In un’auto parcheggiata a pochi metri dal centro elettorale, risultato poi rubato e lasciato con motore acceso, ha visto qualche attimo di terrore visto che era presente nell’abitacolo dell’auto con targa falsa anche un fucile. Pare non ci siano gli estremi di un’azione terroristica, bensì di “normale” criminalità locale: nel frattempo è stato evacuato per sicurezza il seggio elettorale in attesa delle conferme e verifiche ufficiali della polizia, schierata in tenuta anti-sommossa in tutti i seggi del Paese per il rischio di nuovi attentati. (agg. di Niccolò Magnani)
Uno studio condotto dall’università di Oxford ha calcolato che almeno un quarto delle notizie diffuse sui social network sulle elezioni presidenziali francesi sono face, cioè notizie inventate di sana pianta per confondere ed orientare il voto degli elettori. E anche questa volta, dietro a tali notizie ci sarebbero, secondo i ricercatori, i russi, come si dice sia successo per le elezioni americane. Un altro studio, a cura dell’associazione Bakamo rafforza la tesi dei cospiratori russi. Alcune di queste face news sono state raccolte da Le Monde, tra le più strabilianti c’è quella che rende noto i risultati del voto ben quattro gironi prima ancora del voto, con la vittoria al primo turno di Marine Le Pen con il 28,1% dei voti contro il 22,8% di Macron. Per sotenere tale tesi, i responsabili della notizia dicono di essersi basati sui voti dei francesi all’estero: peccato che costoro hanno votato solo ieri. Un altro sito ha pubblicato una notizia sostenendo che la fonte fosse il giornale investigativo Le Canard Enchainé a proposito del fatto che Macron abbia dei fondi offshore illegali, notizia inventata di sana pianta ha commentato il giornale. >In queste ultime ore facebook ha sospeso circa 30.000 account in Francia i quali pubblicavano notizie sulle elezioni palesemente false. (agg. Paolo Vites)
Hanno già votato tutti i big candidati alle Elezioni in Francia e i problemi tra la sicurezza e l’intervento delle attiviste femministe “Femen” non sono certo mancati: cordoni di sicurezza anti-attentato blindatissimi in tutto il Paese, ma nonostante questo numerose femministe a seno nudo si sono avvicinate provando l’estrema provocazione anche ai candidati Emmanuel Macron e Marine Le Pen, con il volto coperto da maschere dei principali candidati alle elezioni. In diretta su RaiNews ci sono state le provocazioni e proteste delle Femen subito bloccate dalla polizia e dalle forze speciali accorse in massa per allontanare le attiviste, sia davanti alla casa di Macron che proprio ai seggi dove i leader hanno votato questa mattina. Le attiviste di Femen avevano già interrotto un comizio di Le Pen a Parigi e su Twitter avevano avvertito che sarebbero “tornate. Il voto prosegue, la tensione resta sempre purtroppo alle stelle. (agg. di Niccolò Magnani)
La sua campagna anti europeista le ha fatto guadagnare il soprannome di Madame Frexit, la versione francese di Brexit. Marine Le Pen è tra i grandi favoriti tra i vincitori del primo turno di oggi delle presidenziali francesi, forte del 23% delle preferenze dell’ultimo sondaggio contro il 24-25% del suo principale rivale, l’indipendente Macron. Se dovesse passare il primo turno, però non sarebbe la prima volta che il suo partito, il Fronte Nazionale vi arriva per poi perdere. I francesi infatti non sono un popolo di estremisti e davanti alla possibilità della vittoria di un candidata omofobo, razzista e anti europeista farebbero convergere i loro voti sull’alternativa. Nel 2002 il padre di Marine, Jean Marie, andò al ballottaggio per poi perdere con un clamoroso 80% raggiunto da Chirac, segno che tutta la Francia, da destra a sinistra, aveva votato contro il Fronte Nazionale. La figlia ha però questa volta una carta in più, ha approfittato in modo senza vergogna del terrorismo che colpisce il suo paese, ha promesso di espellere migliaia di islamici e di chiudere le frontiere, cosa che tanti cittadini francesi approvano e dunque è convinta di poter fare meglio del padre. Tra i suoi sostenitori il presidente americano Donald Trump e ovviamente il nostro Matteo Salvini. (agg, di Paolo Vites)
Le elezioni in Francia, scattate questa mattina alle ore 8 in tutti i seggi del Paese transalpino, hanno più di tutte le ultime avvenute per l’Eliseo un significato e una modalità assai diverso; per tutta la campagna elettorale, stante la crisi della sinistra storica con la caduta dei Socialisti dopo il governo fallimentare di Francois Hollande, ha proceduto con una “strana” campagna che ha visto l’abbandono praticamente subito del candidato vincitore delle Primarie, Benoit Hamon, e la non pienissima e convinta virata verso Emmanuel Macron indipendente e di centrosinistra. Dunque la campagna si è specializzata anche in questi ultimi giorni – specie dopo l’attentato di Parigi – in un endorsement al contrario contro Marine Le Pen e Francois Fillon, i due rappresentanti delle destre francesi che puntano entrambi al ballottaggio nelle Elezioni al primo turno i programma nelle prossime ore. «Tutti tranne loro» ha scritto questa mattina Liberation, quotidiano storico della sinistra francese, in prima pagina con la foto del gollista e della leader del Front National. Tutti tranne le destre, la sinistra ha scelto il suo “candidato”: una sorta di “non ci importa chi, se Melenchon, Macron o Hamon, basta che non vi siano all’Eliseo uno di quei due”. Anche da questo si può vedere come la situazione a livello politico e mediatico in Francia sia tutt’altro che tranquilla… (agg. di Niccolò Magnani)
Si gioca oggi, domenica 23 aprile, la partita francese più importante. É il giorno delle elezioni presidenziali, quindi dei risultati del voto. I cittadini francesi sono chiamati alle urne per eleggere il nuovo Presidente. Dovranno pronunciarsi più di 45 milioni di persone, ma i sondaggi prevedono il 31% di astensioni. Le urne comunque aprono oggi alle 8 e chiuderanno alle 20. Dopo la loro chiusura comincerà lo spoglio, quindi i primi risultati sono attesi dopo le 20. In caso di ballottaggio, si tornerà al voto il 7 maggio 2017. Ma come funziona il voto in Francia? Il Presidente è eletto a suffragio universale diretto. Il sistema elettorale è quello per i sindaci dei comuni italiani: è un maggioritario a doppio turno. Quindi i cittadini votano per il candidato presidente preferito. Se nessuno raggiunge il 50% dei voti validi, i due candidati più votati accedono al ballottaggio. Quello più votato nel secondo turno viene poi eletto Presidente. Sono undici i candidati per l’undicesima elezione del Presidente nella storia della Quinta Repubblica.
I risultati delle elezioni presidenziali francese rispetteranno le previsioni di voto? Emmanuel Macron nelle intenzioni di voto elaborate dall’istituto Elabe si è confermato al primo posto, secondo un sondaggio effettuato però prima dell’attentato sugli Champs Elysées. Il candidato centrista otterrebbe il 24% dei voti, mentre la candidata di estrema destra Marine Le Pen è scesa al 21,5%. Il candidato del centrodestra, François Fillon, è invece al 20%, poco più della percentuale attestata al candidato di estrema sinistra, Jean-Luc Melenchon, che è al 19,5%. Le distanze sono ridotte, quindi l’esito del voto del primo turno è molto incerto. Del resto c’è una buona fetta di cittadini francesi, il 23% degli interrogati, che potrebbe cambiare idea. Senza chances, secondo i sondaggi, il candidato ufficiale dei socialisti, Benoit Hamon. Le intenzioni di voto a suo favore sono attorno al 7-7,5%. Considerando l’entusiasmo dell’elettorato di sinistra nei confronti di Melenchon, la percentuale non si muoverà di molto per Hamon.