Anche nella giornata del referendum sull’autonomia in Lombardia e Veneto continuano a circolare bufale e fake news. E allora è bene fare delle precisazioni: si tratta di una consultazione legale, organizzata con l’accordo del governo, ma la vittoria del Sì non permettere a queste due regioni di ottenere lo statuto speciale. I due governatori, Maroni e Zaia, lo hanno ripetuto varie volte, ma le false notizie continuano a circolare. Per l’attribuzione dello statuto speciale serve una modifica della Costituzione, ma evidentemente questo non è il caso. Il referendum, lo ribadiamo, è consultivo: viene chiesto agli elettori un parere, ma la possibilità di trattare con il governo già c’è. Lo ha fatto l’Emilia Romagna col solo voto del consiglio regionale e con formule sostanzialmente diverse. Invece Maroni e Zaia hanno chiesto “l’appoggio” del popolo per intraprendere questo percorso. Un sostegno del quale non ci sarebbe bisogno. (agg. di Silvana Palazzo)
TABLET HACKERATI? MARONI: “NO, SOFTWARE SICURO”
Si sono rincorse nel corso delle ultime settimane le bufale sul referendum in Lombardia e Veneto, dalla modella anoressica sul poster alle classiche fake news che circolano ogni qual volta si va al voto. Una delle bufale più citate è quella che riguarda i presunti attacchi hacker al voto in Lombardia, che utilizzerà per la prima volta il mezzo elettronico per il sì e per il no, oppure per la scheda bianca. A tal proposito è intervenuto Roberto Maroni, governatore lombardo ed esponente della Lega Nord: “Abbiamo fatto una verifica con la società, che ci ha confermato che il software è assolutamente sicuro”, le sue parole ai microfoni del Corriere della Sera. E continua Maroni, chiarendo la non coincidenza con l’attacco hacker su un altro sistema della Regione: “Sono intervenuti su un sito della società che è pubblico ma mi hanno detto che non ha nulla a che fare con il software del voto”. (Agg. Massimo Balsamo)
IL POSTER DELLA MODELLA ANORESSICA
Il referendum per l’autonomia di Lombardia e Veneto è diventato nelle ultime settimane terreno fertile per bufale e fake news. Da tempo circola sui social un presunto manifesto elettorale per la campagna veneta sulle ragioni dell’autonomia. Una donna bruna, bella e procace viene usata per simboleggiare il Veneto autonomo, mentre una biondina anoressiva viene scelta per rappresentare il centralismo. Questa campagna choc è rimbalzata sui social, inquinando il clima politico attorno al referendum. Ma è una bufala. In realtà questo manifesto esiste davvero, ma risale al 2011, non riguarda dunque l’attuale campagna referendaria. Non è servito molto tempo a rintracciarlo su internet. La ragazza anoressica è una modella che è stata usata dagli indipendentisti di “Veneto Stato” sui manifesti a sostegno della candidatura di Antonio Guadagnini a presidente della Provincia di Treviso. Paradossale è il fatto che per questo manifesto riattualizzato via Twitter la Lega sia stata coperta da insulti, ma sette anni fa quel poster non era un “fake”, anzi la Lega era destinataria di quell’attacco di “Veneto Stato”, che non le perdonava il contributo al malgoverno.
REFERENDUM, DALLE BUFALE ALLE FAKE NEWS
Ci sono però dei casi in cui notizie che appaiono come bufale si rivelano in realtà vere. Questo è il caso di una catena di S. Antonio sul referendum dell’autonomia di Lombardia e Veneto. E riguarda l’avviso riguardante il fatto che le tessere elettorali non verranno più timbrate, «cosa che nessuno sa». In realtà è un fatto noto da tempo: la tessera elettorale non verrà timbrata, ma andrò presentata comunque dal votante insieme al documento di identità per l’identificazione e l’indicazione del seggio elettorale di elezione. Il Viminale non considera questo referendum come un’elezione di valenza nazionale, per questo motivo non sarà apposto alcun timbro sulle tessere elettorali. A testimonianza dell’avvenuto voto si riceverà una ricevuta. Non c’è dunque alcuna ragione di pretendere la ricevuta: verrà regolarmente consegnata. A scanso di equivoci, favoriti proprio dalla circolazione di notizie fuorvianti, è bene dunque informarsi in vista della consultazione referendaria.
IL CONFINE TRA DINSINFORMAZIONE E BUFALA
Se le bufale riescono a diffondersi, il (de)merito è anche della disinformazione o della scarsa informazione. Stanno circolando ad esempio tre fake news che potrebbero avere effetti devastanti sulla consultazione referendaria. La prima riguarda la natura di questo referendum: non si tratta di uno sulla secessione, quindi la Lombardia non sta seguendo le orme della Catalogna. Il quesito che gli elettori lombardi, e veneti, troveranno scritto è esplicito. Viene chiesta maggiore autonomia nella gestione delle risorse, quindi in ambito amministrativo e fiscale, e la Costituzione italiana prevede questa possibilità. Un’altra bufala riguarda il fatto che questo voto sia inutile e non produca alcun effetto: in realtà un’affluenza massiccia alle urne darebbe vigore alla Lombardia e al Veneto, in caso di vittoria del sì, nella negoziazione che si attiverebbe. Un’altra fake news riguarda un aspetto prettamente politico: in caso di vittoria del sì non vincerebbe solo il centrodestra, ma tutti i cittadini lombardi e veneti, anche perché non solo gli esponenti di Lega e Forza Italia appoggiano i quesiti, ma anche Movimento 5 Stelle e gran parte dei sindaci dem.