Lunedì pomeriggio Gianfranco Fini sarà a Milano dove al teatro Derby incontrerà amministratori locali e i circoli di Generazione Italia. Il tempio del cabaret per una missione che vorrebbe essere l’esatto contrario. L’avvio di una semina fruttuosa in casa del suo ex colonnello Ignazio La Russa, passato armi e bagagli al berlusconismo militante. Per ora sotto il Duomo i numeri in carniere sono miseri.
Il pallottoliere dei futuristi segna mestamente un consigliere comunale e un assessore (alla Sanità): Barbara Ciabò e Giampaolo Landi di Chiavenna. Ma il quadro potrebbe presto arricchirsi con Manfredi Palmeri, il presidente del Consiglio comunale, apprezzato anche a sinistra e dato da molti in uscita dal sultanato del Pdl, con l’ex assessore deluso Tiziana Maiolo.
Va decisamente meglio in provincia, dove la diaspora ex Pdl s’ingrossa di giorno in giorno, guidata dall’europarlamentare Cristiana Muscardini e dall’ex radicale Benedetto Della Vedova. A Varese ad andarsene dal partito è stato addirittura il vice coordinatore Luca Ferrazzi (ex assessore regionale all’Agricoltura nella giunta Formigoni), insieme a 9 dei 12 ex An membri della direzione provinciale mentre in consiglio si è appena costituito il gruppo di Futuro e Libertà.
A Como il Pdl provinciale ha appena perso 6 consiglieri e 3 assessori. Ma sommovimenti e mal di pancia si segnalano anche nella laboriosa Brianza, tra nuovi circoli e vecchi consiglieri. Il contrasto nasce da al cuni temi dirimenti: la questione mora le, la subordinazione alla Lega e l’idea di federalismo e l’immigrazione.
Eppure non sarà facile sopra il Po aprire una stagione di destra europea che abbia come stelle fisse Nicolas Sarkozy e David Cameron. Per ora gli spostamenti verso Fli sono strettamente cetuali: pezzi di dirigenza che trasloca da una sponda all’altra del centrodestra. E poi la fortissima costituency meridionalista e il tempismo della genesi del nuovo partito finiano – guardacaso al rush finale della riforma federalista – inducono a pensare che siamo parecchio distanti da un progetto davvero largo e inclusivo, capace di dare rappresentanza a domande che salgono dalla società del nord o a mondi produttivi. Nonostante i futuristi assicurino di avere fatto proprio in Lombardia il record di adesioni con 150 circoli e ben 2.500 iscritti in poche settimane.
Al presidente della Camera l’onere della prova, la sfida è aperta: spazi e occasioni per giocare di rimessa non mancano, tra un berlusconismo usurato e incoerente con le promesse liberalizzatrici delle origini, un Carroccio egemone ma in chiusura localista e un Pd in cerca d’autore. A patto di saper parlare ai mondi del capitalismo diffuso, al voto di opinione mobile, ai professionisti urbani, ai ceti popolari spaventati dalla faccia brutta della globalizzazione e ad un pezzo di galassia universitaria schifata da questa politica ma recuperabile su binari legalisti e identitari.
La svolta, il vero colpaccio, potrebbe arrivare piuttosto da Gabrie le Albertini, (ex) professione imprenditore, pescato dal nulla dal Cavaliere nei mitici anni Novanta. L’ex sindaco di Milano gode ancora di molto credito in città, la popolarità non gli manca. Dovesse davvero accasarsi sotto le insegne finiane, la partita si farebbe interessante.
Il banco di prova saranno le primarie del centrosinistra del 14 novembre, in vista delle Comunali 2011. Se vincesse il gauchiste Giuliano Pisapia, al centro si aprirebbe uno spazio per far convergere su una lista civica a sostegno di Albertini pezzi di Pd insofferenti a mettere la crocetta su un candidato di sinistra sinistra, Udc e scampoli di berlusconiani delusi.
Sarebbe una corsa a tre (Pisapia, Moratti, Albertini) molto incerta e interessante, destinata a scomporre il quadro e a rilanciare il ruolo ambrosiano di palestra della politica italiana. Un’ipotesi su cui, va da sé, Gianfranco Fini e i suoi futuristi potrebbero scommettere…