Pensare a indulto e amnistia come rimedi straordinari per risolvere la drammatica situazione delle carceri italiane è “un clamoroso errore, un clamoroso autogol”. Lo ha detto Matteo Renzi alla Fiera del Levante di Bari, da cui ha lanciato la sua candidatura alla segreteria del Partito Democratico. “Come facciamo a spiegare ai ragazzi il valore della legalità – ha chiesto il sindaco di Firenze – se poi ogni sei anni quando abbiamo le carceri piene buttiamo fuori qualcuno?”. Meglio allora “agire su alcune leggi che non hanno funzionato come la Bossi-Fini e la Giovanardi”. La chiusura di Renzi all’ipotesi descritta dal presidente Napolitano nel recente messaggio inviato alle Camere ha però scatenato un mare di polemiche, da sinistra a destra, a cominciare dal ministro per lo Sviluppo economico Flavio Zanonato, secondo cui Renzi “ragiona in termini puramente propagandistici stile Grillo”. Sulla stessa linea Maurizio Lupi, convinto che il primo cittadino fiorentino stia cercando “consensi a destra come a sinistra”, senza voler invece “dimostrare che sta facendo politica che richiede responsabilità”. Decisamente più duro il commento del ministro degli Esteri, Emma Bonino: “Se Renzi è il nuovo che avanza, fatemi il favore di ridarmi l’antico”. Abbiamo fatto il punto della situazione con il senatore del Pd Luigi Manconi, cofirmatario insieme al collega Luigi Compagna (Gal) di un disegno di legge presentato nel marzo scorso proprio sulla concessione di amnistia e indulto.
Senatore Manconi, come giudica la posizione espressa da Renzi e da altri parlamentari?
Queste affermazioni, espresse da esponenti sia di centrosinistra che di centrodestra, non possono essere definite giustizialiste, ma semplicemente sbagliate. Personalmente le considero tali e, ancora una volta, subalterne a quella “politica dei sondaggi” che oggi appare dominante.
Quindi anche lei, come hanno detto Lupi e Zanonato, crede che Renzi si stia muovendo solo in vista delle primarie?
Guardi, potrei anche comprendere l’interpretazione di Renzi se fosse solo lui a sostenere certe convinzioni. Il problema è che ho sentito dire le stesse cose a più di un esponente del Pd, a moltissimi del Pdl e ad altri del Movimento 5 Stelle che, al contrario del sindaco di Firenze, non si stanno preparando alle primarie. Tali posizioni, come ho già detto, sono estremamente sbagliate e non adeguate alla attuale situazione del sistema della giustizia.
Parlando del centrosinistra, come mai vi sono convinzioni di questo tipo che lei ha già definito sbagliate e inadeguate?
Credo che all’origine ci sia una grave sottovalutazione della situazione del sistema della giustizia e del sistema delle carceri, oltre a una interpretazione totalmente sbagliata degli effetti dell’indulto del 2006.
C’è chi crede che non sia servito a niente…
Pensare una cosa del genere è un gravissimo errore, perché l’indulto del 2006 servì a bloccare per tre anni una situazione proiettata verso la tragedia. Anzi, si può aggiungere che lo fece per soli tre anni.
Perché poi non produsse più l’effetto sperato?
Perché il provvedimento non fu accompagnato da una contestuale amnistia e da una adeguata riforma del codice penale. L’effetto positivo durò quindi per un periodo limitato, ma fu comunque molto utile. Senza l’indulto, infatti, la situazione sarebbe precipitata rovinosamente.
Parliamo degli altri gravi equivoci a cui aveva accennato…
Nel 2006 si credeva che l’indulto non servisse a niente perché i detenuti beneficiari sarebbero prima o poi rientrati tutti in galera, ma anche questa considerazione è assolutamente sbagliata. Come ho dimostrato con dati scientifici, quell’indulto fece registrare una recidiva pari alla metà di quella ordinaria registrata tra coloro che scontano interamente la pena in carcere. Da questo clamoroso fraintendimento, o meglio da questa totale manomissione dell’esito dell’indulto del 2006, è ovviamente nata la sfiducia nei confronti di un eventuale nuovo simile provvedimento.
Cosa risponde a chi crede che si vada solamente a favorire Berlusconi, come ha sostenuto il Movimento 5 Stelle?
Consiglierei di andare a consultare il disegno di legge che ho presentato al Senato nel marzo 2013. In alcun modo l’indulto e l’amnistia da me proposti possono produrre un beneficio per Berlusconi.
Come mai?
Perché l’amnistia è prevista per quei reati il cui tetto massimo di pena è di quattro anni, mentre i reati per i quali sarà condannato Berlusconi hanno presumibilmente un tetto massimo superiore. Inoltre perché l’indulto da me previsto non si applica a chi ne ha già beneficiato in passato, esattamente come ha fatto Berlusconi con quello del 2006.
E’ rimasto sorpreso dal recente messaggio di Napolitano?
Assolutamente no, visto che è almeno dal 2005 che il Capo dello Stato ha assunto questa posizione. Ricordo che quell’anno, quando ancora non era presidente della Repubblica, partecipò alla marcia del 25 dicembre promossa dai Radicali proprio a favore di amnistia e indulto. E da allora non ha fatto altro che ribadire la necessità di misure eccezionali, anche in colloqui privati con il sottoscritto.
Come crede evolverà adesso la vicenda?
Non credo che in Parlamento ci siano i due terzi dei voti necessari, quindi sono convinto che le misure riguardanti indulto e amnistia non saranno approvate.
Con quali conseguenze?
L’Italia subirà probabilmente la condanna della Corte europea dei diritti dell’uomo, con il conseguente obbligo di risarcire centinaia di detenuti che hanno fatto ricorso sulla base della sentenza pilota Torreggiani del gennaio 2013. Si valuta che l’Italia debba pagare circa cinquanta milioni di euro in risarcimenti.
E’ possibile immaginare altre soluzioni oltre ad amnistia e indulto?
Le alternative sono quelle ordinarie presenti nel discorso del Capo dello Stato, in cui sono indicate nel dettaglio tutte le misure richieste, parte delle quali sono state parzialmente già avviate dal decreto Severino e da quello Cancellieri. Queste misure possono essere tutte assunte, approfondite e ampliate.
Ma saranno in grado di risolvere la situazione d’emergenza?
Saranno sicuramente utili e daranno un po’ di respiro al sistema, ma non saranno sufficienti a ottenere l’obiettivo richiesto dalla Corte europea dei diritti dell’uomo e da esigenze elementari e ineludibili di giustizia. Temo, quindi, che la situazione sia inevitabilmente destinata a peggiorare.
(Claudio Perlini)