Stando all’affluenza espressa dal ultimi sondaggi politici sul referendum costituzionale pre-divieto elettorale, gli italiani al 54% sono convinti di andare alle urne il prossimo 4 dicembre per dare un giudiziose sulla riforma costituzionale, o in molti casi per bocciare o premiare il governo Renzi. Un’affluenza ancora piuttosto bassa – anche se bisognerebbe scoprire in questa ultima settimana come possa essere cresciuto o diminuito quel dato; resta un fatto, per il Sì o il No alla referendum, un’affluenza non così alta potrebbe essere un piccolo vantaggio per Renzi, dato che in molti – sempre stando ai sondaggi – intendono andare alle urne per dare un giudizio sul governo, e non propriamente per promuoverlo in larga parte. Le ultime intenzioni di voto prima del divieto elettorale mostravano – stando ai sondaggi di Bidimedia del 18 novembre – il Sì al 47,7%, il No al 52,3% e gli indecisi ancora al 10%, un dato comunque in leggera diminuzione rispetto agli stessi sondaggi di un mese prima. Affluenza però resta bassina, e su questo il fronte del No sta cercando di convincere i cittadini ad andare in massa alle urne…
Gli ultimi sondaggi politici elettorali del periodo pre-referendum costituzionale hanno mostrato alcuni dati interessanti riguardo la scelta non tanto sul Sì o sul No alla riforma bensì ad una scelta preventiva sull’interesse o meno a riguardo dell’intero impianto del referendum. Senato, costi della politica, revisione delle competenze Stato-Regioni e ancora abbattimento Cnel (ma anche futuro del governo Renzi o appoggio ai propri partiti di opposizione): per tutti questi motivi, agli italiani questa riforma interessa oppure no? Stando ai sondaggi pubblicati il 18 novembre da Tecnè, un giorno prima del divieto di silenzio elettorale, si scopre che per il 51% questo referendum è comunque importante, ma il dato è in calo rispetto ad ottobre (58% all’epoca) Il voto non è importante invece per il 40,3%, ovviamente salito invece rispetto al 36% di ottobre: indecisi non tantissimi, l’8% ma che potrebbero comunque risultare decisivi nell’ottica di un voto che si delinea essere una corsa al fotofinish.
Anche nei sondaggi sul referendum costituzionale prima del voto, anche mesi primi, i due partiti che rappresentano al meglio i due fronti Sì e No della riforma sono proprio loro. Pd e Movimento 5 Stelle sono gli antagonisti per le eventuali prossime elezioni nazionali ma sono ovviamente i più strenui difensori delle due posizioni sulla riforma, con un piccolo distinguo sul partito democratico che al suo interno vive la diaspora della minoranza die che rema contro e voterà No. Le intenzioni di voto espresse nei sondaggi politici pre-divieto, pubblicati da Winpoll – Fabbrica Politica lo scorso 13 novembre mostrano proprio le ultime scelte dei cittadini elettori di questi due maxi partiti italiani e il risultato è curioso: l’87% degli elettori dem voterà Sì, la minoranza convince solo il 13% dei cittadini. Di contro, esattamente con dati ribaltati, l’87% sceglierà il No alla riforma costituzionale mentre il Sì “disobbedirà” a Grillo e Di Maio, e voterà Sì. Curioso il dato, curioso anche come gli elettori non sempre vadano dove indica il partito. Capiterà anche in questo referendum 4 dicembre?
Gli ultimi sondaggi sul referendum costituzionale prodotti prima del divieto imposto dal silenzio elettorale mostravano una situazione piuttosto chiara nella sua incertezza: il prossimo 4 dicembre gli italiani alle urne non avranno a che fare con sondaggi politici o elettorali ma con la scelta su bocciare o promuovere la riforma Boschi. Ebbene, pare dai sondaggi di Eumetra Monterosa (prodotti il 18 novembre) che gli elettori ancora non abbiano ben chiaro che segno mettere nel segreto dell’urna: il Sì è scelto dal 29% degli italiani, il No è dato al 37%, ma i vari dati sono quelli che riguardano gli indecisi e gli astenuti. Il 19% É ancora indeciso su cosa votare a questo referendum, mentre l’8% si dice ancora indeciso se andare a votare o meno in questo referendum costituzionale. Da ultimo, l’astensione sicura viene data al 7%: ma se si somma il tutto si arriva ad un 34%, dato ancora molto alto che non lascia dormire tranquilli né il fronte di Renzi e né le opposizioni che sperano con questa riforma di poter mandare a casa il governo. Un terzo degli italiani è praticamente indecisa a due settimane dal voto: qualcosa è cambiato in questi ultimi giorni? (Niccolò Magnani)