C’è ancora una buona percentuale, secondo i sondaggi referendum costituzionale 2016 pubblicati prima del silenzio elettorale, di italiani indecisi sia sul fatto di andare o meno a votare il prossimo 4 dicembre sia su che cosa scegliere tra sì e no. Con questa consultazione gli elettori saranno chiamati alle urne per approvare o bocciare la riforma della Costituzione voluta dal governo Renzi che prevede tra le altre modifiche quella del Bicameralismo perfetto. Secondo i sondaggi referendum costituzionale 2016 realizzati da Eumetra Monterosa per il Comitato Lavoratori per il NO alla Riforma Costituzionale lo scorso 9 novembre, il 23% degli intervistati è ancora indeciso su cosa votare a questo referendum, l’8% è ancora indeciso se andare a votare a questo referendum. Per quanto riguarda invece chi ha già deciso che cosa fare il 27% ha dichiarato che voterà SÌ, vale a dire a favore della riforma costituzionale proposta dal Governo mentre il 33% si esprimerà per il No, quindi per non confermare la riforma. Infine, sempre in base a questi sondaggi referendum costituzionale 2016 il 9% degli italiani intervistati ha affermato che non andrà votare.
Manca una settimana al voto e secondo gli ultimi sondaggi referendum costituzionale 2016, pubblicati prima del silenzio elettorale scattato a partire dalle ore 24 di venerdì 18 novembre fino alla chiusura dei seggi, per gli italiani sarà il no a vincere sul sì. E’ questo infatti uno dei risultati della consultazione realizzata da Lorien Consulting lo scorso 16 novembre. Al campione di italiani è stato chiesto di indicare la propria opinione sull’esito del voto: per il 42% degli intervistati vincerà il no, bocciando la riforma, mentre per il 21% sarà il sì a prevalere. Ma, secondo questi sondaggi referendum costituzionale 2016, il 37% degli elettori non avrebbe a riguardo un’opinione. Agli italiani è stato poi chiesto: Se vincesse il no e, indirettamente, Renzi perdesse il Referendum, cosa dovrebbe fare? Secondo la maggioranza, il 49%, il premier dovrebbe continuare la sua azione di Governo fino al 2018 mentre per il 39% dovrebbe dimettersi e rimettere il mandato al Presidente della Repubblica. Non sa il restante 12%.
Le intenzioni di voto per il prossimo referendum costituzionale tramite sondaggi come ben sapete sono vietati dallo scorso 18 novembre per via del silenzio elettorale che impedisce gli istituti di sondaggistica di effettuare e pubblicare nuovi sondaggi. Sì o No dunque rimanere una domanda da analizzare rispetto a dati di sondaggi già pubblicati; eppure, se si osservano le intenzioni di voto per eventuali elezioni nazionali un’indicazione sull’andamento anche della campagna elettorale attuale potrebbe giungere ad interessante analisi. Il Pd si conferma il primo partito d’Italia al primo turno: lo certificano i sondaggi di Bidimedia pubblicati il 18 novembre scorso, una delle ultime rilevazioni prima del blocco elettorale. Un primo posto insidiato sempre dal Movimento 5 Stelle, che insegue a 5% punti ma che sul fronte referendum parte forte del vantaggio del No: questo vantaggio dem si tramuterà alla fine in un voto anche pro-Sì? Non lo sa nessuno ovviamente ma una indicazione importante è data da questo fatto: al netto di ogni polemica e presenza costante di Matteo Renzi in tv in queste ultime settimane, la sua popolarità e il risultato del Pd nei sondaggi non sono calati. Un piccolo messaggio che anche la riforma non subirà bocciature alla fine della partita? Guardiamo intanto i risultati, dove appunto Pd batte M5s 32,7% a 27%: seguono a distanza siderale, 13,4% Forza Italia, Lega Nord a 11,1% e Fratelli d’Italia a 3,1% di voti. Ma se il centrodestra non va bene, il “Nuovo centrodestra” non fa meglio con il 3,1% anch’esso, battuto da Sinistra Italiana al 4,2% e vincente invece su Verdi, Svp e Rifondazione Comunista.
I sondaggi sul referendum costituzionale prodotti prima del divieto per silenziose elettorale non mostrano solo una preferenza o intenzione di voto sul Sì o sul No ma provano anche ad analizzare gli effetti e i giudizi secondo gli italiani sulle conseguenze della riforma costituzionale. Stando ai dati prodotti da Tecnè l’11 novembre scorso (quindi vanno anche presi con una certa dose di fragilità statistica) il 37,6% degli italiani giudicano positivi gli effetti di questa riforma, perché darebbe un impianto stabile al Governo e “si saprebbe subito chi governa con più stabilità politica”, recita la motivazione scelta dagli italiani chiamati dai sondaggi. Il 40% degli italiani invece reputa negativi gli effetti della riforma costituzionale e dell’Italicum in generale, visto che le due leggi del governo Renzi metterebbero a serio rischio la democrazia. Il 22,4% ancora non sa, ed è un dato interessante visto che a pochi giorni dal voto al referendum i possibili esiti della riforma non sono ancora del tutto chiari o verificabili.