Il centrodestra riparte da Forza Italia. La rinascita del partito azzurro, come anticipato di recente da Daniela Santanché, dovrebbe avvenire tra una ventina di giorni, un mese al massimo. “Sarà come un grande comitato elettorale all’americana, chiamato in causa per le elezioni, per andare poi in letargo. Non ci saranno segretari regionali, ma manager, attivi sui territori. Anche nei partiti servono meno gerarchie”, ha detto la Santanchè in un’intervista a Repubblica. Secondo Angelino Alfano, invece, “con il ritorno a Forza Italia si punta a ricostituire una grande coalizione di moderati che possa tornare a vincere le elezioni”. “In questa fase – ha aggiunto – bisogna tenere unito il Pdl in vista del traghettamento verso Forza Italia”. Il Pdl, ha quindi spiegato Alfano, sarà la cornice della coalizione “come fu la Casa delle libertà nel 2001, che è stata un’esperienza vincente. Il senso è quello di ricostruire una coalizione che abbia in Forza Italia il partito liberale e moderato con una capacità riformatrice forte e viva”. L’importante, ha poi chiarito, è che “il passaggio da PdL a Forza Italia avvenga senza emorragie”. Non tutti, però, si dicono entusiasti di questo ritorno al passato: tra questi c’è Gaetano Quagliariello, secondo cui la nuova Forza Italia è un bene “se ha lo spirito inclusivo delle origini”, male “se invece Forza Italia diventa la curva sud dei tifosi che estremizza ancora di più i messaggi”.