“Berlusconi? Ha dimostrato di essere un leone, altro che giaguaro”. A dirlo è Luciano Ghelfi, giornalista politico del Tg2, che ilsussidiario.net ha raggiunto mentre si trova al Viminale, impegnato a cercar di decifrare una competizione elettorale che sta lasciando tutti con il fiato sospeso. Il vero vincitore è proprio lui, ancora una volta. È Berlusconi, dice Ghelfi. “Il rovescio della medaglia è che l’intero centrodestra si identifica nettamente con Berlusconi medesimo. Egli paradossalmente è stato sia il punto debole quanto il punto di forza del centrodestra. Di più: se Se Berlusconi non si fosse trovato sulla strada il festival di Sanremo e una notizia clamorosa come la rinuncia di Benedetto XVI, e avesse avuto i riflettori puntati su di sé senza soluzione di continuità – chi può dirlo? – forse avrebbe potuto addirittura vincere”.
Per quanto riguarda la Lega Nord, tutto è legato a quello che c’è nelle urne della Regione Lombardia. “È così. Se Maroni diventa governatore, la Lega ha vinto la sua scommessa; anche Maroni ha vinto la sua, e ha due anni di tempo per organizzarsi ed elaborare una politica potendo contare su altri due governatori del nord fino alle regionali del 2015. E un fronte unito di Maroni, Cota e Zaia in un momento di caos a Roma vorrebbe dire una «potenza di fuoco» spaventosa. Se invece dovesse farcela Ambrosoli, si aprirebbe nella Lega una resa dei conti che potrebbe essere molto, molto cruenta”.
Ghelfi è netto anche nel dare una lettura della campagna elettorale. “I leghisti all’inizio non ci credevano e avrebbero preferito qualunque altra soluzione che non fosse Berlusconi. I fatti dimostrano che avevano torto, perché il miglior uomo del centrodestra è ancora una volta Silvio Berlusconi”.
Lo scenario ora si preannuncia assai complicato. “Complicato? Direi assolutamente imprevedibile. Innanzitutto nessuno riuscirà a mettere insieme una maggioranza in Senato. La palla passerà a Napolitano, che dovrà verificare quali possono essere le convergenze possibili. Entrerà in gioco un corteggiamento forte nei confronti dei grillini; Bersani riceverà l’incarico di formare il governo ma non è detto che vi riesca.
In ogni caso, si pone un enorme problema di rappresentanza, per cui non è da folli ipotizzare che il ritorno alle urne sia dietro l’angolo”. Con questo sistema elettorale? “Appunto. Bisogna tornarci quanto meno dopo aver riformato la legge elettorale, facendone una che non ci consegni una situazione schizofrenica dove alla Camera con la maggiornaza relativa si prende il 50 per cento dei seggi e al Senato c’è l’ingovernabilità”.
Il futuro del centrodestra? “Per la Lega e per il centrodestra è vitale conservare la regione più ricca e avanzata d’Italia. Se così non fosse, per il centrodestra tutto diventerebbe più difficile”.
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