Il decreto salva-banche, varato anche per sostenere Mps, continua il suo iter parlamentare. E l’agenzia Dbrs, la stessa che ha effettuato di recente un downgrade del rating dell’Italia, valuta positivamente il provvedimento del Governo, anche se non riduce i rischi per gli obbligazionisti subordinati, né rimuove le incertezze sul nodo riguardante i crediti deteriorati. Per Dbrs, gran parte dei gruppi bancari italiani deve cercare di prendere iniziative per ridurre i costi e rafforzare il proprio capitale, soprattutto per far fronte a una percezione negativa degli investitori e a un contesto economico che non favorisce il recupero degli Npl. In particolare difficoltà sono viste, oltre a Montepaschi, anche Veneto Banca e Popolare di Vicenza: Dbrs ritiene che fallirebbero senza un sostegno esterno.
Lehman Brothers, il fallimento delle banche e l’intervento dello Stato sembravano cose che non riguardavano l’Italia, “fino al brusco risveglio cominciato in provincia, con quattro piccole banche ormai famose (Banca Etruria, Banca Marche, Cassa di risparmio di Chieti e Cassa di risparmio di Ferrara) portate al fallimento – è di qualche giorno fa la notizia che quel che resta delle prime tre è sul mercato, e per loro è stata presentata un’offerta complessiva di un euro – e culminato con la nazionalizzazione del Monte dei Paschi di Siena”, si legge sull’ultimo numero di Left, in cui c’è un articolo di Roberta Carlini dedicata alla vicenda Mps e alle banche italiane. “Cosa è successo? Come nel prototipo Lehman, si sono lasciate fallire alcune banche per salvarne altre? E come si è passati in pochi mesi dal vanto – generalizzato – di avere un sistema bancario solido, al caos attuale?”, sono le domande che vengono sollevate visto che ormai l’intervento pubblico per Montepaschi ha acceso i riflettori su una realtà che poteva sembra “fantascienza” fino a poco tempo fa.
Come noto, il Governo ha stanziato 20 miliardi di euro per Mps e il sistema bancario italiano, attraverso un decreto che ora è all’esame del Senato. Oggi scade il termine per la presentazione degli emendamenti. E Paolo Romani ha già fatto sapere che intende chiedere, a nome di Forza Italia, non solo la creazione di un commissione d’inchiesta parlamentare, che pure altre forze politiche sostengono, ma anche la creazione di un elenco dei grandi debitori insolventi, cioè di coloro che hanno chiesto ingenti prestiti alla banca senza però onorarli, contribuendo così ad aggravare la loro situazione. Oltre a Montepaschi, questo elenco potrebbe essere stilato anche per le quattro good bank (Banca Etruria, Banca Marche, CariFerrara e CariChieti), oltre che per Veneto Banca e Popolare di Vicenza.
L’ipotesi che il Fondo Atlante possa essere di nuovo chiamato in causa per risolvere il problema dei crediti deteriorati di Mps sta tramontando. Mf-Dow Jones cita infatti delle fonti vicino al dossier secondo cui l’attenzione del fondo dovrebbe essere concentrata su Veneto Banca e Popolare di Vicenza, mentre per la banca toscana dovrebbe essere sufficiente l’intervento pubblico. Senza dimenticare che il fondo potrebbe avere un ruolo importante anche per portare a effettivo compimento la cessione delle good banks liberandole dagli Npl che hanno in portafoglio. Dunque per Monte dei Paschi di Siena bisognerà trovare una soluzione differente rispetto a quella che era stata messa a punto in occasione della ricapitalizzazione di mercato rivelatasi poi senza esito positivo. A Rocca Salimbeni, di concerto con il Tesoro, il compito di arrivare all’individuazione della strada migliore da percorrere.