Giampaolo Mattei si è scagliato contro Alessandro Di Battista e il Movimento 5 Stelle dopo aver appreso che Achille Lollo, l’uomo che ha ucciso i suoi fratelli, è stato assunto e viene pagato da uno stretto collaboratore del deputato. Partiamo, però, da una precisazione: il collaboratore in questione, Alessandro Bianchi, dirige un sito, quello per il quale Lollo scrive articoli, che non è un canale ufficiale M5s. Sarebbe, dunque, affrettato giungere alla conclusione che Lollo è un “consulente” dei grillini o che questi ultimi abbiano assunto un terrorista. E, infatti, Di Battista ha contattato Mattei per spiegargli che non sapeva del passato di Lollo né del sito di Bianchi, chiedendo scusa. Mattei, però, è deluso e arrabbiato, perché a distanza di 44 anni dalla strage in cui morirono i suoi fratelli, Stefano e Virgilio, non c’è né una sentenza definitiva sui mandanti né la giusta condanna degli assassini. «Achille Lollo è un uomo libero, può fare il giornalista, l’opinionista… D’altronde tutti gli assassini degli Anni di Piombo oggi sono professori e intellettuali. Sono stati accolti da varie associazioni e lavorano e vivono bene nonostante gli ergastoli mai scontati», ha precisato Mattei ai microfoni del settimanale Oggi, precisando di essere invece infastidito dai politici che hanno permesso ciò e «che hanno dimenticato le vittime premiando i carnefici».
Chi è Achille Lollo? Si tratta di un militante PotOp che confessò, insieme a Marino Clavo e Manlio Grillo, di aver appiccato il 16 aprile 1973 il rogo di Primavalle, per il quale morirono carbonizzati Virgilio, 22enne militante missino, e il fratellino Stefano di 10 anni. Non riuscirono a gettarsi dalla finestra: Virgilio, rimasto appoggiato al davanzale, e Stefano, scivolato all’indietro dopo che il fratello maggiore che lo teneva con sé perse le forze, morirono davanti alla folla che si era accumulata nei pressi dell’abitazione. Gli attentatori rivendicarono l’azione con un messaggio sul selciato: «Brigata Tanas – guerra di classe – Morte ai fascisti – la sede del MSI – Mattei e Schiavoncino colpiti dalla giustizia proletaria». Nel mirino c’era Mario Mattei, spazzino e segretario della sezione MSI di zona. Il primo processo si concluse con un’assoluzione per insufficienza di prove, il secondo con la condanna per incendio e omicidio colposo. La corte era convinta che i tre non volessero uccidere i fratelli Mattei, ma che la situazione sia semplicemente sfuggita di mano. Le accuse vennero confermate in Cassazione, ma la pena si estinse per prescrizione. Nel 2005, però, Lollo ammise in un’intervista al Corriere della Sera di aver partecipato all’attentato e fece i nomi di altre tre persone che vi parteciparono. Inoltre, ammise di aver ricevuto aiuti da Soccorso Rosso Militante per fuggire, ma le inchieste successive nei confronti dei presunti mandanti furono chiuse.