Difficile capire cosa sia realmente successo il 6 maggio, anche se facciamo fatica a credere ad un errore umano dietro il crollo dei listini che hanno permesso di raggiungere una flessione vicina al 10%. Come dicevamo già settimana scorsa, la globalizzazione dei mercati finanziari, cosa che tutti abbiamo rincorso negli anni ’90, ci ha portato a un sistema di “vasi comunicanti” tra i principali mercati finanziari.
Se dieci anni fa i mercati europei e soprattutto quello italiano veniva fortemente influenzato da quello americano, oggi certo possiamo dire che la crisi della Grecia e dell’area euro, sta influenzando fortemente anche i mercati americani. Questo ci deve far riflettere su come sia cambiata la situazione dei mercati e il rapporto reciproco tra di essi in questi ultimi dieci anni. La situazione tecnica è certamente negativa nel breve e nel medio, e questo dà ragione alle previsioni fatte settimana scorsa.
S&P500 e NASDAQ
Nel lungo periodo la situazione tecnica è davvero cambiata: il break out ribassista della trendline rialzista mar 2009-feb2010, e il contemporaneo ritracciamento dello stocastico e Macd, non lasciano dubbi sull’interruzione del trend rialzista e la apertura di nuove posizioni short.
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Nel breve periodo già da due settimane le medie mobili e lo stocastico ci avevano dato segnali operativi per l’apertura di posizioni short sia sullo S&P500 che sul Nasdaq.
FTSEMIB – ITALIA
Anche l’indice italiano rispecchia la situazione negativa dei principali listini americani, aggravata e anticipata dal fattore “Grecia” da tre settimane.
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SUISSE INDEX
Stessa situazione per il listino elvetico, che con l’interruzione del trend rialzista, le conferme da stocastico, macd e medie mobili non lascia spazio ad interpretazioni diverse.
Dopo aver evidenziato la formazione di un triangolo discendente, avevamo dato come primo obiettivo di prezzo ribassista 1,30-1,2880….siamo andati ben oltre vedendo toccare i minimi di marzo 2009 in area 1,25/1,26. Le conferme che arrivano da Stocastico e Macd sono evidenti. La crisi dell’area euro sta davvero affossando la moneta unica.
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