“In privato tutti mi dicono: Matteo, stai buono, ti facciamo fare il candidato premier. Stai buono, che poi tocca a te. Insomma: un bambino bizzoso cui si promette la caramella se non piange. Signori, conosco il giochino: i capicorrente romani prediligono lo sport del tiro al piccione. E io sinceramente non ho molta voglia di fare il piccione”. Il sindaco di Firenze, tornato a scrivere sul proprio sito internet, avverte il partito in vista del futuro congresso. “Ho l’impressione che non mi conoscano un granché. Io faccio una battaglia se voglio affermare un’idea, non se devo ambire ad una poltrona”, dice Renzi, secondo cui il Partito Democratico “deve affrontare i problemi degli italiani, non giocare con le alchimie delle regole (che peraltro ci sono già, basta applicarle!)”. Il primo cittadino fiorentino, dopo aver chiesto a Epifani di fissare la data del congresso, fa sapere di non aver ancora ricevuto una risposta, “ma so che a Roma hanno fatto una commissione. Vorrà dire che noi aspetteremo la fine dei lavori”. Tanto, scrive ancora, “qua c’è molto da lavorare”. Renzi conclude quindi con un appello ai dirigenti del Pd: “Non preoccupatevi delle mie mosse, datevi voi una mossa. C’è un Paese, fuori dalle nostre stanze, che aspetta parole di proposta, parole di speranza. Non perdiamo (anche) questa occasione, vi prego!”.