Fiat potrà salire al 70 per cento di Chrysler. Emerge da un documento inviato alla Sec, la società di controllo sulla Borsa Usa, e visionato in esclusiva da Il Sole 24 Ore. Secondo le carte, il Lingotto potrà acquisire le partecipazioni in mano al Tesoro Usa nei 12 mesi successivi al rimborso dai prestiti statali.«In breve tempo rimborseremo al Governo americano e canadese ogni dollaro che ci hanno prestato, con gli interessi», aveva dichiarato l’Ad Sergio Marchionne ai laureandi della University of Toledo, nel Michigan, dove era stato invitato domenica a pronunciare il discorso di chiusura dell’anno accademico. «Impegno, rigore e solidi valori sono stati il perno della svolta di Chrysler Group», ha aggiunto. «Due anni fa l’avevano data per morta, ma anziché accettare quella sentenza, con l’aiuto dell’amministrazione Obama, ci siamo rimboccati le maniche e abbiamo lavorato per trasformare l’organizzazione e la cultura aziendale». Entro giugno Fiat controllerà il 46 per cento, dal 30 attuale, del colosso di Detroit. Attualmente il governo americano ha in mano l’8,6 per cento. Fiat può accaparrarsene un ulteriore 5 per cento lanciando un’auto Chrysler a basso impatto ambientale. La casa automobilistica torinese, inoltre, possiede un’opzione per rilevare, dal primo luglio 2012, al 31 dicembre 2016, una quota pari all’8 per cento dal fondo Uaw, il sindacato americano dei metalmeccanici. Sempre il documento precisa come Fiat avrà il diritto di nominare la maggioranza, una volta giunta al 70 per cento, del board di Chrysler, e di come sarà necessario almeno un voto positivo da parte di Torino per operazioni strategiche, quali la vendita di asset, spese o investimenti superiori ai 250 milioni di dollari. Nel frattempo, l’amministratore delegato Sergio Marchionne sta tentando di accelerare i tempi per riuscire a rimborsare il debito con i governi americano e canadese, pari a 7,5 miliardi di dollari, al più presto, in modo da esercitare l’opzione per salire al 46 per cento. Sono 50 i faccia a faccia tra Marchionne e gli esponenti del mondo finanziario prima dell’appuntamento con le banche del 18 maggio, per chiudere l’operazione entro il 24 maggio e rimborsare completamente i debiti entro, al massimo, il 10 giugno. Sul dossier, assieme a Marchionne, stanno lavorando, principalmente, 4 banche: Goldman Sachs, Bank of America, Morgan Stanley e Citi.
Sempre dal documenti inviato alla Sec, emerge una singolare notizia: Marchionne, che in Chrysler riveste la carica di ceo, chief operating officer e president, non riceve alcun compenso, mentre Richard Palmer, senior vice presidente e chief financial office ha ottenuto 1,02 milioni di dollari, di cui 500 mila dollari come retribuzione fissa. Per Marchionne, il comitato remunerazioni di Chrysler aveva stabilito nel dicembre del 2009 che Marchionne beneficiasse di una retribuzione differita in azioni Chrysler pari a 600 mila dollari, che avrebbero coperto l’arco di impegno di tra giugno 2009 e giugno 2012.