Meno tre. Allo scadere dei termini per il pagamento di mini-Imu e Tares mancano pochi giorni, tre per la precisione. Entro venerdì 24 gennaio, infatti, i proprietari di prime case che risiedono nei comuni dove l’aliquota base del 4×1000 è stata incrementata e portata in alcun casi fino al 6×1000 (come, ad esempio, è successo a Milano) dovranno versare il 40% di quella maggiorazione. Per sapere se si è tenuti al versamento della mini-Imu occorre verificare se l’aliquota nel proprio Comune è rimasta al 4 per mille o è stata aumentata. L’informazione è generalmente reperibile nel sito Internet del Comune di residenza. Il calcolo non è niente di trascendentale, ma richiede un minimo di attenzione per non commettere errori. Per prima cosa bisogna determinare l’Imu teoricamente dovuta con l’aliquota decisa dal Comune, applicando l’aliquota stessa alla rendita catastale moltiplicata per 168, e sottraendo la detrazione di 200 euro. Poi si ripete l’operazione ma applicando questa volta il valore standard del 4 per mille. L’importo dovuto è il 40 per cento della differenza tra questi due valori. Ricordiamo che per il pagamento bisogna utilizzare il modello F24 da presentare a uno sportello bancario o postale oppure un comune bollettino postale. Il modello è disponibile anche sul sito dell’Agenzia delle Entrate. Se l’importo da versare risulta inferiore a 12 euro (soglia minima), l’imposta non è dovuta. Per tutti coloro che non faranno in tempo a versare il dovuto entro venerdì, rimane comunque la possibilità di far ricorso al cosiddetto ravvedimento operoso. Se si versa l’imposta entro 14 giorni dalla scadenza si incorre in una maggiorazione giornaliera dello 0,2% del valore dell’imposta più gli interessi. Chi paga invece tra il 15° e il 30° giorno di ritardo, avrà la maggiorazione fissa del 3% dell’importo più gli interessi. Infine, chi paga dopo il 30° giorno di ritardo, avrà una maggiorazione fissa del 3,75% più gli interessi. Per quanto riguarda invece la , ricordiamo che i Comuni sono tenuti a inviare direttamente al domicilio dei cittadini il modulo precompilato. Molti di essi sono tuttavia in ritardo con la spedizione. Il bollettino spedito dal comune consiste, anche in questo caso, in un modello F24 e in un bollettino postale dove sono indicate separatamente le somme dovute a titolo di tributo (o tariffa) e quelle di maggiorazione. I contribuenti che non hanno ricevuto il modulo precompilato possono richiederlo online sul sito dell’azienda che si occupa dei rifiuti. Il bollettino e l’F24 si pagano in banca o alla Posta. A Valeriano Canepari, presidente del Caf Cisl, abbiamo chiesto di raccontarci come si stanno svolgendo le operazioni nelle sedi del sindacato.
Com’è la situazione ai vostri Caf, in questi giorni c’è affollamento?
Il problema che abbiamo oggi è proprio l’affollamento delle nostre sedi. C’erano a disposizione 10 giorni lavorativi, 12 se consideriamo i sabati, per assistere tutti i contribuenti che in Italia sono 10 milioni; non è una cosa semplice in un così breve lasso di tempo.
Ci sono situazioni particolarmente critiche?
L’affollamento maggiore si registra ovviamente nei grandi centri urbani, nei capoluoghi di provincia dove il volume della popolazione è più alto. Qui c’è grande sofferenza, perché la gente deve necessariamente fare code lunghe, aspettare molto tempo. Anche il sistema della prenotazione non regge in questo momento. Per il resto non ci sono problemi.
Come sta funzionando il servizio?
Abbiamo lavorato durante tutto il periodo delle feste natalizie e di capodanno per preparare i programmi e acquisire le delibere dei comuni e il 7 gennaio siamo partiti senza particolari problemi e difficoltà.
Cosa consigliate ai cittadini: che documenti devono portare per facilitare le operazioni?
Se uno in precedenza ha pagato l’Imu e ha con sé i dati questo ci aiuta, ma anche senza quelli non abbiamo grossi problemi. Se il contribuente viene da noi con i dati catastali siamo tranquillamente nella condizione di poter operare. O addirittura, nel caso in cui il contribuente non avesse chiara la sua situazione catastale, gliela ricostruiamo noi. Ci vuole solo un attimo più di tempo. Da questo punto di vista non abbiamo grossi problemi ad assistere il contribuente. L’unica variabile è il tempo. A seconda della conoscenza che il contribuente ha della propria situazione possiamo impiegare più o meno tempo a compilare gli F24.
Vogliamo ricordare brevemente cosa bisogna fare per pagare la mini-Imu senza commettere errori?
Nei nostri Caf facciamo il calcolo della mini-Imu che si applica in quei comuni che quest’anno hanno aumentato l’aliquota base. In quei comuni si paga il 40% della differenza tra l’Imu calcolata sull’aliquota base e quella calcolata sull’aliquota aumentata. Una volta che abbiamo fatto il calcolo il contribuente deve recarsi con il modulo F24 che noi gli rilasciamo stampato, presso la banca o l’ufficio postale per effettuare il pagamento. Quindi non è finita con noi, prima viene meglio è perché poi deve passare in banca o in posta.
Le cose vanno ancora peggio per pagare la maggiorazione della Tares. Lì la confusione è massima, no?
Su questo versante siamo un po’ meno attivi, nel senso che hanno fatto tutto i comuni: i bollettini, le varie soluzioni organizzative sulle quali invito tuttavia a riflettere.
In che senso, scusi?
Molti di quei bollettini andranno al macero. Con il risultato di aver speso soldi per niente. Bisognerebbe organizzarsi meglio. Se a livello dei singoli comuni i Caf si parlassero, probabilmente potremmo mettere in piedi un sistema informatizzato di trasferimento dei dati dei pagamenti, ecc. Ma questo è un auspicio per il futuro. Sulla Tares controlliamo che il bollettino del comune contenga meno errori possibili e correggiamo quelli più evidenti. Devo dire però che oggi siamo più concentrati sulla mini-Imu. Anche per il numero dei contribuenti. Chiaro che se viene una persona per la Tares non la mandiamo via, perché ci siamo presi l’impegno di assistere tutti.
Ci sono molti comuni che non hanno ancora provveduto a spedire a casa i bollettini della Tares. In questo caso cosa consigliate di fare?
Non rimane molto tempo, purtroppo. Noi comunque aiuteremo tutti a ricostruire la loro posizione. Non ci sono molte alternative nella situazione in cui siamo. Bisogna lavorare per risolvere i problemi della gente poi ragioneremo su come fare per migliorare le cose. Adesso è inutile avanzare ulteriori elementi di problematicità: la gente è già tesa, arrabbiata per le difficoltà e per i soldi che deve pagare. Noi ci mettiamo in un spirito di servizio, accogliamo la gente e vediamo di risolvere i problemi.
Se si sbaglia a fare i conteggi che tempi ci sono per pagare l’importo dovuto senza more?
Non voglio peccare di superbia, però mi sento abbastanza tranquillo sul calcolo della mini-Imu. Siamo convinti pertanto che grandi errori non ce ne saranno. Come sempre, c’è il ravvedimento operoso, un periodo entro il quale è possibile aggiustare il pagamento fatto in precedenza. Più passa il tempo più la sanzione cresce.
Sulla Tares?
Qui la cosa è più complicata. Siamo di fronte a bollettini che non sono stati inviati, a bollettini sbagliati. Credo che abbiamo tutti l’esigenza di usare il buon senso in questa fase. Direi che va recuperato quanto non è stato pagato, ma senza applicare sanzioni quest’anno. Come abbiamo chiesto al governo per la seconda rata dell’Imu e siamo stati ascoltati. Lo stesso vale per quest’anno. Laddove c’è stata incertezza, o problemi, chiediamo che non si vada ad applicare sanzioni da parte dei comuni. Con un auspicio.
Quale?
Che quest’anno sulla casa non si faccia più nessun altro intervento in modo da poter ragionare a fine anno su come effettivamente la situazione si è sviluppata e, nel caso, valutare correttivi e interventi di aggiustamento.