Tanti, troppi pasticci sul pagamento della Tasi: il termine ultimo per il versamento della prima rata è fissato a giovedì 16 ottobre. Sono chiamati a versare metà del totale dell’imposta i cittadini dei comuni che hanno deliberato aliquote ed eventuali agevolazioni entro il 18 settembre; tutti gli altri pagheranno in un’unica soluzione entro il 16 dicembre. Ma era così difficile rendere più omegeneo il tutto e venire incontro ai cittadini, visto che si devono calcolare autonomamente l’importo da corrispondere, rischiando di sbagliare e risultare poi morosi? Azzurra Pia Maria Cancelleri, onorevole del Movimento 5 Stelle membro della Commissione Finanze, dice di no e invita il governo a fare chiarezza per non far cadere in errore i contribuenti.
Troppo caos sul pagamento della Tasi: modalità di calcolo, aliquote e agevolazioni a discrezione di comuni mettono in difficoltà i cittadini. Così lei ha scritto a Ministero dell’Economia e delle Finanze…
L’interrogazione è nata dalla lettura della rassegna stampa, dove si leggeva appunto delle varie delibere di diversi comuni: a seconda di quanto deliberato emergevano forti discrepanze. C’era il comune che prevedeva determinate esenzioni per le famiglie con a carico un disabile oltre il 100% o quello che – come Palermo – pubblicava la delibera ufficiale seguita dagli emendamenti approvati, alcuni scritti addirittura a mano.
Tanti pasticci.
Un’ingiustizia verso i cittadini. È impensabile che il contribuente debba inseguire queste delibere col rischio, tra l’altro, di incorrere in errore e dover pagare così una multa per il calcolo sbagliato. Sarebbe compito dello Stato porre il cittadino in una situazione di chiarezza, aiutandolo nel pagamento delle tasse.
Da qui la sua idea di un’unica tariffa nazionale obbligatoria per tutti e tabelle riassuntive da parte di Via XX Settembre.
A par mio, l’opzione più semplice e adatta è la creazione di un’aliquota unica nazionale e una tabella riepilogativa intuitiva per ciascun comune.
Perché, secondo lei, non è stata fatta una cosa del genere?
A livello statale c’è una sorta poca attenzione verso questi aspetti, che influiscono direttamente sulla vita dei cittadini. Il Governo ha poco interesse nel fornire dei servizi semplici, preferendo di agire con questa pressapochezza. Poi, facendo un po’ la grillina (mi lasci passare la battuta), ci vedo un po’ di malafede.
In che senso?
La riscossione dei tributi non pagati viene utilizzata anche come modo per ottenere più entrate; abbiamo infatti studiato e analizzato che va a colpire più il piccolo evasore che non il grande. Quindi la nostra supposizione è che ci sia una certa volontà nel mettere in difficoltà il contribuente, che così cade nell’errore e diventa uno dei quei cittadini morosi dai quali si va a riscuotere con tutti gli interessi del caso.
Pensa che in questi giorni che precedono il 16 ottobre le sue segnalazioni verranno accolte?
Non amministrando un comune non ero a conoscenza di tutta questa giunga, ma è una battaglia che insieme miei colleghi porteremo avanti. Io sono in Commissione Finanze della Camera e quindi ci saranno provvedimenti che, laddove ci sarà margine, potremmo inserire nel corso dei lavori. La speranza è che non ci sia quella malafede di cui parlavo prima, augurandosi che sia solo una supposizione sbagliata. Spero che ci si accorga dell’errore commesso è che ci sia di conseguenza la volontà di porvi rimedio tutti insieme.
La Tassa sui servizi indivisibili può costare più dell’Imposta municipale unica 2012 per le case piccole, mentre per le rendite catastali elevate l’imposta è inferiore.
Sì, è una possibilità che noi avevamo denunciato già durante l’esame del decreto. Bastava veramente poco per intuire che l’abolizione dell’Imu è stata fittizia, visto che è stata sostituita da queste nuove imposte. Non escludo la presentazione di una proposta di legge per riformare Iuc e Tasi.
Quindi la Tasi è l’Imu cambiata di nome…
È anche peggio, perché l’errore che noi riscontravamo con il vecchio tributo era la base imponibile, che non è cambiata; in più si è aggiunta questa componente di servizi che, in alcuni casi, la rende più salata dell’Imu.
(Fabio Franchini)