Matteo Renzi rilascia oggi una intervista al quotidiano La Repubblica. In sostanza, il sindaco di Firenze si dice in grado di assumere la leadership del Partito democratico, in crisi nerissima e a rischio scissione secondo alcuni, dopo le terribili giornate dell’elezioni del presidente della Repubblicia. Come si sa, Pierluigi Bersani aveva fatto sapere dopo il fallimento della votazione a favore di Romano Prodi, di voler dare le dimissioni immediatamente dopo l’elezione definitiva di un capo dello Stato. Elezione che c’è stata nella figura di Giorgio Napolitano, ma adesso in molti nel partito gli chiedono invece di rimanere. Renzi invece vuole prendere in mano ciò che resta del Pd. Ha un progetto preciso in mente che definisce “nuovo riformismo”: “Cambiare il Pd per cambiare l’Italia” dice. Il partito, dice, deve essere pronto ad accettare la sfida di quello che definisce “un infingardo” e cioè Beppe Grillo, superando il problema delle correnti interne e dettando l’agenda al governo che presumibilmente nascerà in questi giorni. Non avere paura del popolo del web e cominciare dall’emergenza del lavoro, spiega, con un esecutivo che duri al massimo un anno e quindi nuove elezioni con una nuova legge elettorale (stesso meccanismo della legge che prevede l’elezione dei sindaci). Pensa anche alla possibilità di elezione diretta del capo dello stato. Il Pd, dice, è in un angolo: o ne esce o salta per aria. E ancora: abolizione del finanziamento pubblico dei partiti.