Standing ovation continue hanno accolto il discorso di Giorgio Napolitano, recatosi in Parlamento per prestare il suo giuramento davanti a senatori e deputati riuniti. Un discorso intenso, orgoglioso che non ha risparmiato le critiche, talora molto forti, ai partiti e ai parlamentari, definiti “imperdonabili” per non essere riusciti a fare la nuova legge elettorale. Ma Napolitano ha anche criticato duramente l’incapacità nel fare alleanze che consentano la formazione di un governo in un momento storico in chi, ha detto, nessun paese europeo neanche il Regno Unito è governato da un solo partito, ma tutti si affidano ad alleanze anche tra formazioni storicamente rivali. Invece in Italia si assiste a una lotta maturata negli ultimi vent’anni che non permette il bene del paese, ma che incita contrapposizioni che lacerano il paese. Ogni riferimento era ovviamente all’attuale situazione politica. Ci sono state naturalmente anche indicazioni ottimiste da parte di Napolitano, spronando le forze politiche a ritrovare il coraggio di lavorare per il paese, in particolare ricordando esperienze positive come l’incontro avuto due anni fa a Rimini davanti a migliaia di giovani come esempio per tutti. Un invito esplicito ai grillini: apprezzamento per il loro impegno a cambiare il paese, ma impegno a trovare la giusta via quella di una dialettica profonda anche se aspra senza cedere alla “contrapposizione tra piazza, rete e Parlamento”. Il presidente si è anche commosso con qualche lacrima ricordando il suo primo ingresso nel parlamento all’età di 28 anni.