Su che basi si può formare un Governo nelle condizioni che si sono venute a creare con la recente tornata elettorale? Ingovernabilità è parola che sa di spauracchio punitivo. Criterio vecchio e stantio. Io sono un tifoso della democrazia parlamentare, quindi ben venga anche l’idea di sparigliare le carte su proposte concrete da chiunque esse siano fatte, senza la sicurezza preventiva che siano votate.
Non si può affrontare questo periodo istituzionalmente congestionato sotto il ricatto della prospettiva di elezioni tra un anno; non si può dar vita a Governi tenuti insieme da spauracchi che alla prova dei fatti probabilmente non esistono, mentre sicuramente occorre un programma di medio lungo periodo che ridia fiato all’economia delle famiglie e delle imprese. L’unico che potrebbe trarre veramente vantaggio dal rivotare subito, capitalizzando l’onda lunga di consensi, è Grillo, vediamo se sarà invece responsabile.
Ma la capacità di aggregarsi attorno ai grandi temi che la campagna elettorale ha spesso sacrificato sull’altare di promesse di breve periodo, deve continuare, anche e soprattutto oltre i livori e le promesse urlate in questo periodo. I partiti e i movimenti, vecchi e nuovi, sono ancora una forma fondamentale di aggregazione democratica, come le primarie del Pd hanno dimostrato; la partecipazione via web dovrà dimostrare di avere un tasso di democrazia altrettanto elevato.
E occorrerà stare bene attenti a ciò che ci fa apparire come libertà, non la reale capacità di trasformare la realtà e scoprirne il senso anche sofferto, ma la sua caricatura.
Non basta: la politica è una dimensione della vita, è l’estensione al mondo, come in un impeto e poi in una verifica di praticabilità, degli ideali che ci animano e ci giudicano, ai quali non solo ispiriamo, ma dai quali anche lasciamo correggere la nostra vita personale e sociale.
Tutto ciò non si gioca solo nei partiti o nei movimenti elettorali, si gioca nelle famiglie, nelle comunità, nei luoghi di lavoro, nelle scuole, nelle università, si gioca nelle scuole di formazione in cui si approfondiscono antropologia e cultura, perché, come è stato osservato, la civiltà occidentale è un edificio che, più che puntellato, va rifondato.
Pietro Lorenzetti