Il capogruppo della Lega in Consiglio comunale a Milano Matteo Salvini è stato duramente contestato con cori e insulti.
Il consigliere comunale della Lega nord, Matteo Salvini, è stato duramente contestato. Il capogruppo del Carroccio a Palazzo Marno aveva allestito, di fronte alla Galleria Vittorio Emanuele una scrivania per distribuire volantini, cartoline con la croce di San Giorgio, cartoline della città e adesivi della Lega. Un gruppo di cittadini, circa una trentina, ha reagito alla provocazione del leghista, in occasione dei 150 anni per l’Unità d’Italia, contestandolo al grido di «Viva l’Italia», «Vergognatevi» e «Fuori la Lega dallo Stato».
La gente che protestava, stava transitando di fronte al Comune dopo aver partecipato all’alzabandiera in Piazza Duomo. Le forze dell’ordine lo hanno convinto a smantellare il presidio prima che la situazione sfuggisse di mano. La polizia, infatti, si è dovuta frapporre fra Salvini e i manifestanti che inveivano contro di lui brandendo le bandiere tricolori con fare minaccioso.
«Non c’è nessun intento polemico, noi oggi abbiamo voglia di lavorare e siamo qui con il nostro ufficio mobile approfittando del giorno di vacanza dei milanesi per distribuire il nostro materiale e raccogliere le segnalazioni dei cittadini», è stata la spiegazione data da Salvini assieme all’assessore comunale Alessandro Morelli e quello provinciale Stefano Bolognini.
In seguito Salvini ha commentato a Radio Padania l’episodio: «Ci hanno contestati 30 pirla, squadristi e fascisti, ma la Lega ne ha viste tante…». E ha aggiunto: «Mi fa tristezza che qualcuno, usando il tricolore come un’arma, decida chi può parlare e chi no. Prima che intervenissero i contestatori avevamo raccolto decine di segnalazioni, a dimostrazione che i milanesi per bene avevano capito che la nostra era un’iniziativa utile per loro».
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