L’Eurogruppo di ieri si è occupato della Grecia, ma ancora non c’è stato lo sblocco di una nuova tranche di aiuti. Un altro fronte caldo europeo è però rappresentato dalla Spagna. Da tempo si parla di una trattativa in corso tra il Governo di Madrid e le istituzioni europee per una richiesta formale di aiuti attraverso il nuovo programma Omt della Bce. Mariano Rajoy, Premier spagnolo, non ha ancora fatto però la mossa fatidica. E, secondo alcuni rumors, starebbe aspettando l’esito delle elezioni di domenica prossima in Catalogna – regione che, nonostante sia la più industrializzata del Paese, presenta conti in rosso e nella quale sono tornate ad affacciarsi richieste di secessione – prima di farla. Per il momento la situazione sembra tranquilla: ieri il Tesoro di Madrid ha piazzato quasi 5 miliardi di euro di titoli a breve scadenza, con rendimenti stabili rispetto al mese scorso. Per capire meglio la situazione, ilsussidiario.net ha intervistato Javier Morillas Gomez, Professore di Economia applicata all’Università San Paolo-Ceu di Madrid.
Professore, è da tempo che Rajoy sembra sempre a un passo dal chiedere gli aiuti all’Europa, ma ancora non l’ha fatto. Perché?
Rajoy pensa che l’economia spagnola sia solida, a prescindere dalle pressioni cui è soggetta e dai fari accesi su di essa. In effetti, le riforme fatte sono le più profonde che un’economia sviluppata abbia mai introdotto negli ultimi 30 anni e hanno riguardato: il lavoro, le banche, il settore amministrativo, il deficit pubblico, ecc. I frutti di tutto questo si vedranno.
Si dice che Rajoy ora stia aspettando il risultato delle elezioni in Catalogna, prima di presentare la richiesta di aiuti. È così?
Le elezioni catalane non hanno al momento alcun effetto su questa decisione. La Spagna ha emesso ormai la maggior parte di titoli del debito pubblico per il 2012, indipendentemente da queste elezioni. Ritengo che non ci saranno notizie straordinarie dopo di esse.
Secondo alcuni rumors, il Governo spagnolo starebbe cercando un’alternativa all’Europa, chiedendo aiuto al Fmi. Cosa ne pensa?
Il Fondo monetario internazionale fa parte della cosiddetta troika: ogni indicazione o consiglio è benvenuto, ma non abbiamo bisogno del suo aiuto. Credo che sarebbe meglio smettere di parlare della Spagna. Io mi preoccuperei di più della Francia. Questo sì che sarà un problema per l’Eurozona.
Ritiene che la Francia (che pure ha subito il downgrade di Moody’s) sia un problema per l’Europa, ma la Spagna no?
Credo che la Francia sia il malato reale dell’Europa per diverse ragioni. Ha un mercato del lavoro contrassegnato dal dualismo, come quello che c’era in Spagna prima della riforma, molto sindacalizzato e poco flessibile. Deve quindi avviare una riforma che causerà grande malcontento tra i cittadini. Ha un settore pubblico e amministrativo gigantesco e inefficiente, con un debito statale superiore a quello della Spagna. Ha poi un gran numero di aziende pubbliche molto egemoniche nell’economia, fortemente politicizzate, clientelari, poco professionalizzate, e nel breve e medio termine sclerotizzate nel proprio atteggiamento rispetto al dinamismo che richiede la mutevole situazione attuale. E ci sono anche problemi a livello sociale.
Quali?
Presenta un crescente livello di insicurezza per i cittadini, dato che il codice penale non è adeguato alla situazione. I milioni di immigrati dalle sue ex colonie, sebbene di seconda generazione e con la cittadinanza francese, non sono integrati; piuttosto, si sono radicalizzati – alcuni persino verso l’estremismo islamico e anti-occidentale – o si sono chiusi nei loro “ghetti”: costoro sono quelli che hanno minor possibilità di integrarsi nella cultura europea, e hanno preso coscienza della loro gran capacità di mobilitazione e pressione, come periodicamente si nota con gli incendi notturni di auto.
Al di là di quello che succede in Francia, la popolazione spagnola ha timore di essere sottomessa alle richieste europee (quindi tedesche)?
La maggioranza della popolazione sta comprendendo l’importanza delle riforme. Per questo non ha aderito al recente sciopero indetto dai sindacati socialisti e comunisti. Le riforme si fanno perché sono ritenute necessarie, sia che lo dicano in Germania che in Papua Nuova Guinea.
Qual è la situazione delle banche? Gli ultimi dati parlano di un aumento dei crediti inesigibili…
Il problema non sono le banche, ma le antiche casse di risparmio, controllate da forze politiche locali e regionali, clientelari e poco professionali.
La popolazione come sta attraversando questo periodo? Si è parlato di tantissimi sfratti avvenuti nell’ultimo periodo: un vero e proprio dramma sociale.
Dei 320.000 sfratti avvenuti in Spagna, appena 4.000 riguardano abitazioni. Il resto sono garage, locali commerciali, seconde case o in affitto, ecc. Nel caso delle abitazioni si tratta di situazioni estreme, che certamente hanno dei risvolti drammatici e che risultano attraenti per i media…
(Lorenzo Torrisi)