RISCHIO DI INQUINAMENTO DEL VOTO? IL PROVVEDIMENTO DI MINNITI
Una circolare di Minniti ai prefetti siciliani per tutelare il voto dalla criminalità organizzata e da qualsiasi interferenza esterna. I giornali ne hanno dato notizia ieri, alla vigilia del voto – si vota oggi fino alle 22 – per l’elezione del presidente della Sicilia e dell’Assemblea regionale siciliana. Nella circolare Minniti ha chiesto di “elevare al massimo la cornice di sicurezza pianificata in occasione della consultazione elettorale del 5 novembre” con particolare attenzione “ai momenti più delicati del voto e dello scrutinio dove più spesso si verificano irregolarità”. A chiedere l’intervento del ministro dell’Interno è stato il presidente uscente Rosario Crocetta, allarmato dal numero di “impresentabili” – perlopiù nel centrodestra, secondo Crocetta – che figurerebbero nelle varie liste. Minniti ha dunque chiesto ai prefetti di attenzionare il voto, pur sapendo che “le operazioni per l’elezione dell’Assemblea siciliana si svolgono al di fuori del procedimento elettorale tradizionalmente affidato alla governance del ministero dell’Interno”, essendo di competenza, appunto, della stessa Assemblea regionale. Luigi Di Maio insieme a Cancelleri (M5s) aveva chiesto a Minniti di inviare gli ispettori dell’Osce, ma non è stato accontentato. Si tratterà ora di attendere per vedere se le riunioni tecniche decise dai prefetti e l’aumento della vigilanza nei seggi riusciranno a evitare l’inquinamento del voto.
PARITA’ DI GENERE: NESSUNA DONNA HA MAI GOVERNATO LA SICILIA
In attesa di conoscere il responso delle 5.304 sezioni elettorali allestite in Sicilia per queste elezioni regionali 2017, giova ricordare che c’è una soglia di sbarramento al 5%: le liste che ottengono nell’intera Regione un numero di voti inferiore a 5% del totale regionale dei voti, non sono ammesse all’assegnazione dei seggi, cioè restano senza rappresentanza all’Ars (Assemblea regionale siciliana). Vige anche la pari opportunità di genere: dopo il capolista, in ogni lista regionale le candidate donne e i candidati uomini devono essere inseriti secondo un criterio di alternanza. In più, il numero di candidati dello stesso sesso in ogni lista provinciale non può superare i due terzi del numero dei candidati da eleggere nel collegio. Un dettaglio interessante è che dal 1947 ad oggi la Regione Sicilia non è mai stata governata da una donna: un “primato” che la Regione Sicilia condivide con la Valle d’Aosta. Ma è l’affluenza in lieve calo, probabilmente, a infondere un pizzico di preoccupazione nei front runners Musumeci e Cancelleri: l’affluenza è stata del 10,84%, di poco inferiore al 2012 quando, alla stessa ora, aveva votato l’11,23%. Lo spettro dell’astensionismo tuttavia pare scongiurato.
ELEZIONI REGIONALI SICILIA 2017: COME FUNZIONA IL LISTINO BLOCCATO
Seggi aperti fino alle 22 in Sicilia per eleggere i deputati all’Ars, l’Assemblea regionale siciliana, a cinque anni dalla vittoria di Rosario Crocetta, che si impose sullo sfidante Musumeci – lo stesso Musumeci attualmente in corsa – alla testa di una coalizione formata da Pd, Udc, Api e socialisti. Crocetta si impose su Musumeci con il 30,47% dei consensi. Forse non tutti gli elettori sanno che la legge costituzionale n. 2 del 2013 ha diminuiti i seggi del parlamentino siciliano, portandoli da 90 a 70. Il sistema elettorale rimane lo stesso, cambia la spettanza dei seggi alle singole province. Si è già detto (cfr. sotto) di come sono suddivisi i seggi tra le province con la nuova legge; qui basti aggiungere che mentre fino alle ultime elezioni del 2012 il candidato presidente portava con sé 8 deputati nel listino bloccato (8+1), oggi gli eletti nel listino scendono da 9 a 7 (6+1). L’ambito “listino”, dunque, è di fatto un “premio di maggioranza” assegnato al vincitore della tornata elettorale. Il presidente eletto porterà con sé 6 consiglieri regionali che entreranno automaticamente a Palazzo dei Normanni. Ma attenzione: se i seggi conquistati dalle liste collegate al candidato presidente sono inferiori alla “quota 42” – il numero che garantisce la governabilità – si attinge al listino per il raggiungimento della soglia.
ELEZIONI REGIONALI SICILIA 2017: I SEGGI ELETTI NEL 2012
Dopo il dato ufficiale sull’affluenza arrivato alle ore 13 (ma riferendosi al voto fino alle ore 12) – stimato al 10,8% – proseguono ancora le votazioni con il rischio astensionismo che ancora incombe sulle varie liste in battaglia per conquistare l’Ars. A guardare i dati delle ultime Regionali siciliane, nel 2012, si scopre come un già basso dato finale sull’affluenza aveva influito eccome nell’affermazione a sorpresa di Rosario Crocetta con il Pd, sostenuto dai voti del Movimento 5 Stelle almeno nei primi anni di governo. In particolare, i seggi eletti nel 2012 e che oggi vengono rinnovati con un taglio netto da 90 a 70, erano i seguenti: 19 al Pd, 14 al M5s, 11 a Forza Italia, 8 a Sicilia Futura, 5 a testa per Udc e Lista Crocetta, 4 seggi per Centristi, Alternativa Popolare, Grande Sud PID, MpA. Con tre seggi invece Psi, Sicilia Democratica e Diventerà Bellissima di Musumeci, mentre in 4 nel corso della legislatura andarono nel Gruppo Misto. (agg. di Niccolò Magnani)
RISCHIO LARGHE INTESE?
Esiste un rischio “larghe intese” per le elezioni in Sicilia? La domanda corre da giorni e gli elettori hanno avuto risposte assai diverse tra loro dai vari partiti che hanno interesse nello screditare/valorizzare la possibilità di un Presidente con più partiti a sostegno per poter governare nell’Ars. La legge elettorale da poco modificata in Sicilia prevede questo punto, inequivocabili: il candidato presidente eletto riceve in dote 7 seggi che vanno ai candidati inclusi nel suo listino regionale, i quali possono scrivere per raggiungere una maggioranza. Resta però che la legge elettorale non garantisce che il presidente li ottenga: infatti, la soglia imposta è di 29 deputati eletti nella parte proporzionale (quella delle liste provinciali) a qui vanno aggiunti i 7 del listino del presidente per poter ottenere i 36 seggi (su 70) utili per poter governare in maggioranza nell’Assemblea Regionale Siciliana. Qui il punto importante: se questo non dovesse succedere e non venissero raggiunta quota 36, allora il Presidente – che comunque è eletto e con mandato diretto anche con un solo voto in più degli avversari – dovrà trovare alleanze a sostegno della sua maggioranza, dunque riproponendo il tema delle “larghe intese”, sebbene a livello regionale. (agg. di Niccolò Magnani)
DISTRIBUZIONE SEGGI PER PROVINCIA
Con la nuova legge elettorale in atto dal 2017, la Sicilia si appresta ad eleggere non più 90 seggi come dal 1946 fino all’ultima legislatura Crocetta, bensì 70 deputati eletti dopo il voto in corso in queste ore: secondo quanto stabilito dalla stessa legge, la ripartizione dei seggi eletti per ogni provincia segue questo calcolo proporzionale alla popolazione e quindi variabile ad ogni legislatura: 16 a Palermo, 12 deputati a Catania, 8 a Messina, 6 ad Agrigento, 5 a testa per Siracusa e Trapani, poi ancora 4 seggi a Ragusa, 3 a Caltanissetta e 2 ad Enna. Infine, 7 deputati eletti con il listino regionale, e 1 per il miglior candidato presidente non eletto più votato. Va ricordato che i seggi promozionali sono distribuiti unicamente a livello provinciale e soprattutto che esiste lo sbarramento elettorale al 5% su base regionale. (agg. di Niccolò Magnani)
IL VOTO DISGIUNTO
Uno dei punti di maggiore difficoltà nelle operazioni di voto alle Elezioni siciliane è certamente rappresentato dalla possibilità di voto disgiunto, permessa dalla Legge Elettorale approvata in Sicilia a livello regionale (che tra l’altro trasforma il numero di deputati eletti dell’Ars da 90 ai 70 effettivi). Come già spiegato anche più sotto in modo esplicito, nella scheda elettorale siciliana si possono esprimere due voti, uno per la lista regionale e uno per quella provinciale. Secondo quanto stabilito dal voto disgiunto, l’elettore può votare la lista provinciale e quella regionale anche non collegate tra loro: nel caso però in cui venisse omesso il voto per il listino regionale, il voto allora espresso a livello provinciale varrà automaticamente a favore della regionale ad esso collegato. In particolare è il Pd che teme di più il voto disgiunto visto che un elettore può votare la propria lista dem ma poi votare come presidente Musumeci per impedire la vittoria di Cancelleri, il grillino temuto da molti elettori del centrosinistra. (agg. di Niccolò Magnani)
LA SCHEDA ELETTORALE
I cittadini siciliani dovranno presentarsi ai rispettivi seggi muniti di tessera elettorale e un documento di identità: verrà consegnata loro una scheda gialla suddivisa in rettangolo, ognuno corrispondente ad una lista provinciali. Di fianco a questo il nome del capolista della lista regionale collegata, candidato alla carica di presidente della Regione. I siciliani dovranno barrare con una ‘x’ la lista provinciale prescelta e, inoltre, potrà esprimere una preferenza per il deputato regionale, scrivendo il nominativo del candidato. Sulla destra segnerà con un’altra ‘x’ il nome del candidato alla presidenza della Sicilia o il simbolo della lista o, infine, entrambi. Possibile il voto disgiunto, ovvero il voto per una lista regionale e una lista provinciale non collegate tra loro: qualora venisse indicato solo la preferenza per la li sta provinciale, il voto andrà automaticamente al candidato della lista regionale, seguendo il cosiddetto “effetto trascinamento”. È invece previsto il voto disgiunto anche per un candidato alla presidenza e per una lista provinciale a lui non collegata (ad esempio, è possibile votare per Fava ma scegliendo come lista provinciale il Movimento 5 Stelle).
COME SI VOTA IN SICILIA, QUANDO E A CHE ORA, I CANDIDATI
Elezioni Sicilia 2017, oggi 5 novembre 2017 oltre 4 milioni e mezzo di siciliani chiamati alle urne per scegliere il prossimo governatore della Regione e per eleggere i deputati della nuova assemblea. Sono cinque i candidati a governatore per il post Rosario Crocetta: Nello Musumeci (Diventerà Bellissima, Forza Italia, Fratelli d’Italia e Noi con Salvini, UDC, Rinascimento Popolari e Autonomisti con Idea Sicilia), Giancarlo Cancelleri (Movimento Cinque Stelle), Fabrizio Micari (Partito Democratico, Alternativa Popolare con i Centristi, Sicilia Futura – PSI, Lista Micari con Arcipelago Sicilia e il Megafono), Claudio Fava (Cento Passi con MdP, RC, Sinistra Italiana, Possibile) e Roberto La Rosa (Siciliani Liberi, indipendentista). Elezioni molto importanti anche in ottica nazionale, come possibile trampolino di lancio in vista delle elezioni politiche in programma nella Primavera del 2018. Le urne siciliane saranno aperte oggi 5 novembre 2017 dalle ore 8.00 alle ore 22.00.
CANDIDATI DONNE: ECCO COME FUNZIONA
Il giorno della verità per i siciliani è arrivato: oggi si vota per le elezioni Regionali Sicilia 2017 e si andranno ad eleggere il presidente della Regione e l’Assemblea della Regione. Ma come si vota? Partiamo innanzitutto dalla contestualità del voto: l’elezione del Presidente della Regione dell’Assemblea regionale sono contestuali, infatti le votazioni avvengono su un’unica scheda. L’elettore può esprimere due voti: uno per la lista regionale e uno per quella provinciale. Si può esprimere la preferenza per uno dei candidati inseriti nelle liste provinciali, fermo restando che è possibile il voto disgiunto, quindi si possono votare una lista regione e una provinciale non collegate tra loro. Se però si omette di votare una lista regionale, il voto per la lista provinciale si intende espresso anche a favore di quella regionale che risulta collegata con la lista provinciale votata. In ogni lista regionale i candidati, dopo il capolista, devono essere inseriti secondo un criterio di alternanza tra uomini e donne. Il numero dei candidati dello stesso sesso in ogni lista provinciale, invece, non può eccedere i due terzi del numero di candidati da eleggere nel collegio. (agg. di Silvana Palazzo)
LO SPOGLIO: CHI VINCE LE ELEZIONI?
Le operazioni di spoglio elettorale dopo il voto delle Elezioni arriveranno, secondo la nuova disposizione della Legge regionale confermata dalla Corte Costituzionale, a partire dalle ore 8 di lunedì mattina, 6 novembre 2017. Ricordiamo che le elezioni del Presidente e dell’Assemblea Regionale sono contestuali e sono espresso a suffragio universale diretto: non prevedono dunque un secondo turno di ballottaggio, il Candidato Governatore che avrà anche solo un voto in più del suo avversario vincerà la tornata elettorale 2017 e potrà governare per i prossimi 5 anni. Per quanto riguarda invece l’elezione dell’Assemblea Regionale, il sistema prevede un proporzionale con correttivo maggioritario, nello specifico dei 70 seggi previsti in Ars 62 sono attribuiti in ragione proporzionale sulla base di liste di candidati concorrenti nei collegi elettorali provinciali; 1 posto al Presidente di Regione; 1 al capolista della lista regionale che ottiene una cifra di voti validi immediatamente inferiore a quella conseguita dalla lista regionale risultata più votata; fino ad un massimo di altri 6 posti che andranno ai candidati della lista regionale del Presidente eletto. Da ultimo, ricordiamo che non sono ammesse le liste per l’attribuzione dei seggi che hanno ottenuto meno del 5% totale regionale dei voti prodotti. (agg. di Niccolò Magnani)
LE PAROLE DEI CANDIDATI
Nello Musumeci, candidato del Centrodestra, ha parlato molto del rilancio dell’impresa: “Rilanciare l’impresa è l’unica fonte di ricchezza del territorio, non il denaro pubblico e la pubblica amministrazione. Riportiamo l’impresa al centro di ogni interesse e inneschiamo un meccanismo virtuoso per la nostra economia”. Sulla stessa linea Giancarlo Cancelleri, sostenuto dal M5S: “La Sicilia deve diventare la più grande impresa di turismo del mondo: in cinque anni, attraverso un fondo regionale sul turismo, bisogna iniziare a fare turismo tutto l’anno nella nostra Regione per creare nuovo lavoro. Se vinceremo le elezioni, nei primi dieci giorni di governo aboliremo i vitalizi e dimezzeremo gli stipendi dei parlamentari regionali”. Claudio Fava si è invece soffermato sulla campagna elettorale degli avversari ai microfoni di Sky TG 24: “E’ facile inseguire un applauso in piazza dicendo di voler tagliare i costi della politica, è più complicato dire ‘depuriamo la politica, la bonifichiamo dai tanti signori del voto’”. Fabrizio Micari riparte dai dati positivi: “Ci sono degli importanti segnali che bisogna registrare: un Pil che è cresciuto negli ultimi due-tre anni, di un turismo che è cresciuto in doppia cifra, di un brand che funziona molto bene, di un bilancio sano. Ci sono le condizioni per decollare, abbiamo un momento che non possiamo perdere”. Infine, pensiero indipendentista per Roberto La Rosa: “In Sicilia non c’è stato un partito che ha difeso la Sicilia, Siciliani Liberi si presenta con questo obiettivo. Indipendenza economica oggi e politica successivamente, vorremmo fare un referendum come in Catalogna”.