Continuano a piovere critiche su Luigi Di Maio dopo le dichiarazioni sul CETA, il trattato di libero scambio siglato da Ue e Canada che per entrare in vigore ha bisogno di essere ratificato ora dai singoli Stati. In particolare è l’opposizione a far notare come le “minacce” del ministro del Lavoro, che ha prospettato il licenziamento per i funzionari italiani all’estero che difenderanno questo accordo, siano il risultato di un’azione illiberale. L’esponente di Forza Italia Mara Carfagna attacca:”M5s non vuole il Ceta e Di Maio non trova di meglio che evocare lo spettro del licenziamento per i funzionari che rappresentano il nostro Paese all’estero”. Un atteggiamento, spiega, che rivela “il dna illiberale del Movimento”. Come riportato da Il Giornale, intanto, c’è chi solleva anche dei dubbi sulla coerenza dell’esecutivo gialloverde. Un paio di giorni fa, infatti, Di Maio ha acconsentito in Consiglio Ue alla sottoscrizione dell’accordo di libero scambio tra Ue e Giappone, il Jefta, da molti considerato più punitivo per l’Italia dello stesso Ceta. (agg. di Dario D’Angelo)
PECORARO SCANIO CON DI MAIO
Scoppia il caso Ceta, accordo di libero scambio Ue-Canada approvato dall’europarlamento nel 2017 e in attesa di ratifica da parte degli Stati membri. Il vicepremier Luigi Di Maio ha annunciato che la maggioranza lo respingerà. Le critiche si concentrano sul metodo di contrattazione, perché i negoziati sono svolti a porte chiuse, e sul grado di effettiva “tutela” dell’accordo, che è ritenuto insufficiente. Il timore espresso in Italia, in primis dal ministro dell’Agricoltura Gian Marco Centinaio, è che i prodotti di qualità made in Italy siano «lasciati indietro» rispetto ad una lista preconfezionata di 143 indicazioni geografiche. Inoltre, si teme un’impostazione troppo incline alla “globalizzazione”, penalizzando le produzioni locali in favore dei grossi gruppi commerciali. Di Maio può contare sul sostegno dell’ex ministro delle politiche agricole e presidente della Fondazione Univerde, Alfonso Pecoraro Scanio. «Ho sentito con piacere all’assemblea Coldiretti il ministro Di Maio che ha annunciato la bocciatura del trattato killer con il Canada mantenendo un impegno preso in campagna elettorale» ha detto all’AdnKronos. Pecoraro Scanio ha concluso spiegando che «occorre sostenerlo contro gli sgangherati attacchi che provengono da chi è abituato a svendere il Made in Italy, l’agricoltura e l’ambiente sull’altare di una globalizzazione senza regole che crea disoccupazione e favorisce i prodotti taroccati e il falso Made in Italy». (agg. di Silvana Palazzo)
TAJANI, “CLIMA NON DEMOCRATICO”
È un vero e proprio caso politico tanto interno al Governo quanto tra i diversi Paesi Ue che la pensano ancora una volta diversamente, questa volta sul trattato Ceta con la Canada. Nei nostri confini, ciò che non è piaciuto è la dichiarazione di Di Maio davanti alla Coldiretti sulla rimozione dei funzionari che dovessero difendere il trattato definito «scellerato» dal vicepremier. Il Pd, nelle parole di Emanuele Fiano, denuncia «Caro Luigi Di Maio a casa mia questa roba si chiama fascismo». Da Forza Italia invece parla il Presidente dell’Europarlamento Antonio Tajani che attacca il Governo Lega-M5s con toni altrettanto duri, «Quando senti il vicepremier dire che il funzionario che non la pensi come il governo va rimosso, in democrazia non funziona così. Mi preoccupa questo clima perché comincia così il passaggio dalla democrazia a un sistema non democratico». Lato europeo invece i toni al momento sono ancora “calmi” ma il rischio frattura, dopo il caos immigrazione, è ancora una volta alla porta..
CAOS GOVERNO COL TRATTATO CANADA-UE
«Occorre valutare in una logica di Paese, non categoriale», cosi spiegava ancora oggi il Presidente di Confindustria Vincenzo Boccia nella sua critica “appuntita” al dossier sollevato dal Ministro Di Maio. Nel convegno Coldiretti, Moncalvo invece ha tentato di approfondire le istanze presentate dal Governo contro il trattato del Ceta: «È un accordo sbagliato e pericoloso per l’Italia contro il quale si è sollevata una rivolta popolare che ci ha visti protagonisti su tutto il territorio nazionale dove hanno già espresso contrarietà 15 Regioni, 18 Province e 2500 Comuni», ha detto il Presidente della Coldiretti. In particolare, per gli esperti del settore agroalimentare italiano, quanto viene contestato del Ceta è l’azzeramento dei dazi per l’importazione del Canada di grano e carni bovine (ma anche suine) con metodi vietati in Italia, ad esempio con pesticidi e ormoni. Per Boccia e per gli industriali invece è proprio l’opposto, visto che con quel trattato di libero scambio l’Italia potrà esportare molto di più, «è veramente una questione di interesse nazionale».
DI MAIO E IL GOVERNO CONTRO LA CETA
Intervenendo questa mattina all’assemblea della Coldiretti, il ministro dello Sviluppo Economico e del Lavoro Luigi Di Maio ha lanciato un durissimo attacco all’accordo-trattato di libero scambio tra Canada e Unione Europea entrato in vigore giusto lo scorso 21 settembre 2017: si tratta del Ceta (Comprehensive Economic and Trade Agreement) cui il vicepremier M5s non intende minimamente ratificarlo. «Il Ceta dovrà arrivare in aula per la ratifica e questa maggioranza lo respingerà», ha spiegato davanti agli agricoltori e rappresentati del settore della Coldiretti. Per far capire quanto il Governo Lega-M5s sia contrario alla ratifica di un accordo che lo stesso Trump aveva fortemente contestate già in passato, Di Maio aggiunge «Se anche uno solo dei funzionari italiani all’estero continuerà a difendere trattati scellerati come il Ceta, sarà rimosso». La rivendicazione di un “sano sovranismo” come spiegato dal Ministro prende corpo per poter «cercare di difendere le eccellenze italiane, ma veniamo accusati di essere populisti e antieuropeisti». Secondo il Governo, l’accordo Ceta favorirebbe lo sbarco di prodotti che in qualche modo copiano il made in Italy proprio nel settore più delicato dell’agroalimentare.
BOCCIA “LO BOCCIA”: “GRAVE ERRORE”
Inevitabili le reazioni di altre istituzioni che considerano invece il Ceta un possibile vantaggio, come Confindustria, ma anche altri membri del Governo storcono il naso davanti alla dura linea imposta dal ministro Di Maio. Partiamo dalla mini-frattura della maggioranza con il Ministro Giovanni Tria (responsabile del Mef) che proprio oggi commenta così le parole del collega Di Maio sul Ceta «Non ho seguito il dossier credo che sia sempre un bene avere degli accordi commerciali, ma bisogna vedere come si fanno. La mia opinione è che il libero commercio, che si estende anche agli accordi commerciali è una buona cosa, poi bisogna vedere come si fanno». Mentre poi l’Unione Europea è alle prese con la ratifica del Ceta proprio in questi giorni – e per questo Di Maio ha tirato in ballo la vicenda – all’assemblea Coldiretti è stato presentato oggi un report in cui la difesa del Made in Italy resta sempre la cifra decisiva. «Un prodotto su cinque in arrivo dall’estero non rispetta le normative in materia di tutela della salute e dell’ambiente o i diritti dei lavoratori, a partire da quella sul caporalato, vigenti nel nostro Paese», ha denunciato il presidente Coldiretti Moncalvo. Intanto chi è contrario decisamente alla proposta di Di Maio è il Presidente della Confindustria Vincenzo Boccia che in una nota pubblica spiega «Se con il trattato di libero scambio si esporta di piu’, e’ di interesse nazionale, se si esporta di meno evidentemente no. Secondo i dati, mi sembra oggettivo, apre all’Italia e non chiude. All’Italia conviene il Ceta, siamo un Paese con un’alta vocazione all’export, attraverso l’export creiamo ricchezza. Sarebbe un grave errore non ratificarlo, conviene all’Italia».