Secondo Carlo Buttaroni, presidente dell’istituto di sondaggi Tecnè, l’ultima rilevazione da loro fatta in questi giorni vede Lega e M5s rafforzarsi ancora, rispettivamente raggiungendo il 19% (aveva ottenuto il 17,3 alla Camera) e il 34,2% (erano al 32,6%). “E’ una cosa normale” spiega però Buttaroni “che all’indomani del voto le forze per così dire vincenti crescano ancora”. Anche perché le altre forze decrescono di pochi decimali ciascuna: Lega e M5s continuano insomma a pescare da tutte le parti. “L’unico altro significato politico importante è il crollo ormai definitivo di Liberi e Uguali che scende sotto al 3% (erano al 3,4%)”. Quello che si profila non è “un nuovo bipolarismo Lega-M5s perché con questa legge elettorale non potrà funzionare mai”.
Buttaroni, c’è qualche segnale che indichi un cambiamento rispetto al voto del 4 marzo?
L’ultima nostra rivelazione sulle intenzioni di voto dice che se si votasse oggi, ci sarebbe una crescita dei cinque stelle e e della Lega a danno dei partiti minori: Il segno politico, il dato importante è la crescita dei il 5stelle al il 34,2% e della Lega al 19,2%.
Ai danni di quali partiti?
Decimali presi un po’ da tutti, non ci sono perdite sostanziali: il Pd e al19% contro il 18,7 delle elezioni, Forza Italia al 13,6 contro il 14%. L’unico altro segno politico sostanziale è Liberi e Uguali che scende sotto il 3% (3,4% al momento del voto).
Secondo lei questi dati indicano che ci stiamo avviando verso un nuovo bipolarismo Lega-M5s?
Molti si sono lanciati su questa idea ma non esiste nei numeri. Il centrosinistra vale ancora il 20% e può arrivare al 25 o il 26, secondo il potenziale di crescita che ha. Il bipolarismo nel modo con cui esisteva con le due principali coalizioni che sommavano oltre il 70% dei voti non esiste più. Oggi anche se sommiamo il centrodestra con i 5stelle siamo lontani da qualunque idea di bipolarismo. Con l’attuale sistema elettorale il bipolarismo semplicemente non funziona. Questa legge elettorale funziona se ci sono 4 poli.
Addirittura?
Tre poli creano ancora instabilità, invece quattro creano forze intermedie in grado di costruire alleanze.
Un po’ come i partittni della Prima Repubblica, liberali, repubblicani, socialdemocratici?
Esattamente, la legge funzionerebbe bene se ci fossero più forze politiche, se ci sono pochi partiti mancano quelle forze cuscinetto per maggioranze ad assetto variabile.
Dunque il bipolarismo Lega-M5s non è uno scenario plausibile?
Con questo sistema politico è irrealizzabile almeno nel breve tempo, magari fra dieci anni funzionerà.
Il Pd resta comunque un partito in crisi, Liberi e Uguali scompare dalla scena: secondo lei c’è posto per una nuova sinistra e su quali contenuti?
Oggi abbiamo una sola certezza: questa legge così come è non funziona non è adatta a questo sistema politico. C’è però lo spazio per una forza di centro moderata e progressista, di stampo socialista. Abbiamo una configurazione politica centrata su M5s non inquadrabile, un centrodestra a trazione leghista con forte connotazione di un centro spostato a destra. Lo spazio per una formazione di centro che può essere alleata o della destra o guardare a sinistra, una forza politica propriamente socialista, di configurazione europea è quello di cui c’è bisogno in Italia.
Si può dire che è quello che sperava di fare Berlusconi, una forza centrista e moderata capace di guardare ai due fronti, progetto fallito per la vittoria della Lega?
Sicuramente sì, ma anche adesso c’è uno spazio al centro, può essere il partner della Lega che diventa alleato della destra, ma in alcune condizioni come quella attuale potrebbe sostenere un governo di larghe intese costituzionale.
Un governo a tempo per rifare la legge elettorale?
Certamente, ma c’è bisogno di quel tipo di profilo politico di centro simile ai conservatori inglesi o ai popolari tedeschi, così come c’è spazio a sinistra per una forza che assomigli al Pd ulivista, un autentico partito socialista, o liberale o dei lavoratori come lo si voglia chiamare.