Ai vescovi italiani manda a dire che il nostro Paese non c’entra nulla con la tragedia degli immigrati eritrei morti. Ma anche al leader della Lega Umberto Bossi ricorda di evitare polemiche su un tema tanto delicato come quello dell’immigrazione. È stato un intervento organico e completo sul tema dell’immigrazione clandestina e sul suo controllo quello svolto dal ministro degli Esteri Franco Frattini, sollecitato a più riprese dai cronisti, nel corso di una conferenza stampa al Meeting dell’amicizia tra i popoli in corso a Rimini.
Il ministro degli Esteri ha ricordato l’impegno dell’Italia a ottenere dalla Ue un impegno concreto per risolvere il problema dell’immigrazione clandestina e per farsi carico del sostegno ai profughi. Intanto sollecita Malta a rivedere la posizione circa la sorveglianza delle sue acque territoriali in modo da permettere un’opera di controllo più efficiente su quella ampia parte di mare.
«È mancata l’Europa – ha aggiunto Frattini – al di là dei finanziamenti e delle dichiarazioni politiche. Tutti noi europei, tutti i 27, ci dobbiamo fare carico di queste persone. Quando questa risposta sarà data, allora la Ue avrà dimostrato solidarietà».
Secondo il titolare della Farnesina, questo deve divenire un problema dell’Europa: «La Ue ha fatto molte dichiarazioni, anche all’ultimo Consiglio europeo dello scorso giugno, ma non ha ancora risposto su cosa debba succedere quando un gruppo di immigrati giunge alla porta d’Europa. Se vi sono persone che hanno bisogno di un sostegno internazionale devono trovare accoglienza in tutti i Paesi dell’Unione europea. Per l’Italia i rifugiati devono trovare alloggio e sostentamento secondo un criterio di distribuzione in tutti i Paesi».
Il ministro degli Esteri italiano ha sottolineato la responsabilità della comunità nel controllo dei flussi migratori, con interventi sui Paesi d’origine. E ha spezzato una lancia a favore della visita – definita «opportunissima» – del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi il 30 agosto prossimo, proprio in Libia, da dove salparono i profughi eritrei.
Per quanto riguarda invece il problema del controllo sul mare, «continuiamo a ritenere che il negoziato che dura da 10 anni con Malta per quello spazio di mare sia indispensabile per l’intera comunità internazionale. Ma Malta ha detto di no e per negoziare bisogna essere in due», ha detto Frattini.
Circa la polemica generata dall’accusa dei vescovi italiani che, a proposito degli oltre 70 profughi eritrei morti mentre cercavano di raggiungere le nostre coste, hanno detto che l’insensibilità dei governi sul tema dell’immigrazione è simile a quella avuta ai tempi della Shoah – parole giudicate “senza senso” da Bossi -, si è assistito a Rimini ad accenti diversi espressi da due esponenti del nostro governo.
«Credo che i problemi non debbano essere affrontati con le polemiche, ma con le cose concrete. L’Italia certamente di questa ultima tragedia non è responsabile, ma è stata parte della soluzione», aveva detto Frattini questa mattina.
Diversa la posizione del ministro per la Pari opportunità Mara Carfagna, giunta al Meeting riminese nel pomeriggio. La Carfagna ha approvato la posizione espressa dai vescovi, aggiungendo che la difesa della «tradizione di ospitalità dell’Italia» nei confronti dei profughi è fatta propria dall’attuale governo: «Non mi permetterei di giudicare le parole dei vescovi – ha affermato il ministro – Ritengo giusta la preoccupazione: quando si tratta di diritti umani credo abbiano più che diritto ad esprimere preoccupazione e a dire la loro».
La Carfagna ha aggiunto che il governo è «assolutamente sensibile su questo tema e cosciente che gli immigrati vadano accolti nel nostro Paese. Vogliamo che gli immigrati possano integrarsi e svolgere un lavoro dignitoso e rispettoso dei loro diritti e della dignità. Siamo invece rigorosi nel contrastare il racket della immigrazione clandestina e del traffico di esseri umani» e che «il principio dell’accoglienza va coniugato con quello della legalità».