Una fetta da, addirittura, secondo le stime al rialzo, 275 miliardi: è quanto vale, secondo il recente rapporto dell’Istat relativo al 2008, il sommerso in Italia. Il “nero”, nel nostro Paese, oscillerebbe tra un minimo di 255 miliardi di euro e un massimo di 275 miliardi, pari rispettivamente al 16,3 per cento e al 17,5 del Pil. Un valore che, rispetto al 2000, quando la forbice oscillava tra i 217 e i 228 miliardi di euro (pari al 18,2 e al 19,1% del Pil) si è decisamente incrementato. Si tratta – come riporta La Repubblica – di dati contenuti nella bozza del rapporto realizzato dal al gruppo di lavoro “Economia non osservata e flussi finanziari”. Alberghi, bar, ristoranti e servizi domestici i settori in cui il fenomeno è maggiormente diffuso. Nel settore alberghiero, il sommerso raggiunge i 56,8%, nel settore “servizi domestici” il 52,9%. L’industria ha una quota pari al l’11,7%, mentre l’agricoltura, la silvicoltura e la pesca pari al 31,1%. I servizi, fine, hanno una quota di seommerso del 21,7%.
Il comparto “Istruzione, sanità e altri servizi sociali” raggiunge il 36,8%, mentre “trasporti e comunicazioni” il 33,9%, “commercio” il 32,1% e “servizi alle imprese” il 21,5%. Anche nella pubblica amministrazione vi sarebbe una parte di nero, unicamente nel “credito e assicurazioni” e sarebbe dello 6,4%.