Pare che licenziare sarà più semplice di prima. Pare anche che ce l’abbia chiesto l’Europa. Nella lettera inviata a Bruxelles dal governo italiano, infatti, alla voce “Efficientamento del mercato del lavoro”, si legge che, per favorire, appunto, l’efficienza delle imprese si potrà ricorrere anche a una nuova regolazione dei licenziamenti «per motivi economici nei contratti di lavoro a tempo indeterminato». Una norma che, secondo il deputato del Pd Francesco Boccia, raggiunto da ilSussidiario.net «se applicata da sola, non farebbe altro che penalizzare ulteriormente chi è già in difficoltà».
Certo, non è l’unica proposta contenuta nella lettera. Accanto a quella sui licenziamenti se ne affiancano altre relative alla promozione dei contratti di apprendistato, allo scopo di implementare l’occupazione giovanile e femminile e di contrastare le forme improprie di lavoro dei giovani.
Ci sarà anche una stretta sui contratti parasubordinati, inoltre, utilizzati, troppo spesso, dal datore di lavoro per pagare meno e far lavorare di più i dipendenti. Qualificandoli come indipendenti e autonomi, ma facendo svolgere loro, di fatto, mansioni da lavoratore subordinato, con orari vincolanti.
Per Boccia, tuttavia, «prese singolarmente potrebbero essere condivisibili. Ma, in sostanza, si tratta di un documento da campagna elettorale». Non si tratta tanto di quello che è stato scritto, quanto di quello che non è stato scritto: «non mi sottrarrei alla discussione sul mercato del lavoro se ci fosse una premessa che in quella lettera manca: ovvero, l’Italia ha bisogno della più grande operazione di redistribuzione di risorse e di ricchezze mai fatta dal Dopoguerra ad oggi. Che devono passare dal 10% di persone che detengono il 50% della ricchezza, alle persone in difficoltà, in quei settori che vanno rilanciati». Altri punti fondamentali, sono «l’abbattimento della tassazione sul lavoro e l’innalzamento dei salari minimi netti». Boccia indica una tra le strade principali da seguire per raggiungere lo scopo: «è necessario introdurre la patrimoniale. Anzitutto, per abbattere il debito pubblico. E’ assolutamente sbagliato, invece, pensare di far cassa con le pensioni. Un allungamento graduale dell’età pensionabile deve essere finalizzato esclusivamente alla politiche per i giovani».
Ci sono altre strade, inoltre, per «ricostruire un rapporto con chi ha evaso, come il concordato fiscale con la Svizzera; un passo che Regno Unito e Germania hanno già compiuto. Gli italiani residenti in Italia devono pagare sui propri depositi e titoli le tasse italiane. Poi, che mantengano pure la segretezza». In conclusione, «se fossero abbassate le tasse sul lavoro, si aumentasse il salario, si facessero riforme in grado di garantire il welfare attivo, e ci fosse copertura previdenziale adeguata per i precari, si potrebbe anche discutere di forme di flessibilità diverse. Ma allo stato attuale si tratta di propaganda»