Nonostante le dichiarazioni di facciata, il Partito Democratico continua a rimanere sotterraneamente spaccato sulla linea da tenere in vista della formazione del prossimo Governo: dopo che la XVIII Legislatura si è aperta con l’elezione dei Presidenti delle due Camere, continua il dibattito interno per decidere la linea da tenere quando il Capo dello Stato comincerà le consultazioni con le varie forze politiche al Quirinale. Nonostante la maggioranza resti ancora fedele al “diktat” renziano di un partito che deve stare all’opposizione, lasciando alla coalizione di centrodestra e al Movimento 5 Stelle l’onore e l’onore di governare, continuano i battibecchi a distanza tra esponenti del Pd o tra maggiorenti ed ex membri: nelle ultime ore, infatti, c’è stato un battibecco a mezzo stampa tra Matteo Orfini, presidente del partito, e Pierluigi Castagnetti, anima “popolare” dei dem e da sempre vicino all’ex segretario Dario Franceschini. Tema del contendere era il modo di intendere il ruolo di forza di opposizione e il rapporto col Presidente della Repubblica.
ORFINI, “NOI SOLO ALL’OPPOSIZIONE”
Infatti, in una intervista concessa poche ore fa da Matteo Orfini a La Stampa, quest’ultimo si era detto “sconcertato” dal fatto che, nonostante la scelta cara all’ex segretario Matteo Renzi fosse stata approvata a maggioranza, alcuni gruppi dirigenziali hanno mostrato alcune perplessità tanto da dichiararsi aperti ad eventuali sostegni ad un esecutivo pentastellato. Ed è questo malumore che serpeggia tra alcune anime del Pd a preoccupare il suo presidente che, nella suddetta intervista, ha ribadito che “il nostro posto è all’opposizione, specie dopo una sconfitta come quella recente, sospettando invece che le pressioni di parte degli iscritti a partecipare all’elezione dei Presidenti delle Camere fosse funzionale a poi rientrare in gioco nella formazione di un esecutivo. Pur rispettando il ruolo di Sergio Mattarella, Orfini ha precisato che “ascolteremo il Capo dello Stato, ma il compito di dirigere il Pd non può essere lasciato a lui”, alludendo a quanto era accaduto in passato quando in carica c’era Giorgio Napolitano.
LA REPLICA DI CASTAGNETTI, “OPPOSIZIONE CON DIGNITA'”
Tuttavia, la posizione di Orfini non trova d’accordo alcuni esponenti di spicco del Partito Democratico e alcuni dei suoi fondatori: nei giorni scorsi c’erano state voci di dissenso da parte di Walter Veltroni e, a stretto giro di posta, oggi è arrivata la replica da parte di Pierluigi Castagnetti, da anni fuori dalle vicende dem ma già vicino alle posizioni di Dario Franceschini e oggi a quelle di Graziano Delrio. Il 72enne ex dirigente originario di Reggio Emilia, nonché amico personale di Sergio Mattarella, non le ha mandate a dire a Orfini e, con un lungo post su Facebook, si è chiesto come mai faccia tanta paura l’opposizione, “Il vecchio Pci l’ha fatto per trent’anni con tanta dignità” sottolineando che ci sono modi e modi di interpretare questo ruolo in Parlamento. “Ad esempio” continua Castagnetti, “lo si può fare in modo molto diverso da come l’ha fatto il M5S nella precedente Legislatura” e aggiungendo che il Pd dovrebbe interpretare questa parte di forza seria e responsabile e che, nel caso, vota a favore di quei provvedimenti che ritiene giusti. La discussione, insomma, resta aperta e intanto la data dell’inizio delle consultazioni si avvicina…