Alle ore 21 va ius cena per le elezioni amministrative Torino 2016 l’ultima confronto tv diretto con il faccia a faccia tra i due candidati vincitori al primo turno: verso i ballottaggi di domenica 19 giugno, Piero Fassino e Chiara Appendino si sfidano l’uno contro l’altra secondo le consuete regole di Sky. Il confronto tv infatti va in onda alle 21 in diretta tv su Sky Tg24, ma anche in streaming video sul sito free online. Il dibattito sarà regolato e moderato come sempre da Gianluca Semprini e andrà in scena in diretta da Torino nella cornice dello Spazio 5 al Lingotto. Le regole saranno le medesime e proveranno a limitare lo scontro dialettico sul futuro più prossimo della città di Torino: vince il sindaco uscente di un Pd un po’ a pezzi, o la candidata emergente grillina che però non stringe altre alleanze in vista del ballottaggio? Il confronto avrà lo stesso format usato due giorni fa per Milano, con risposte scandite da un countdown da 1 minuto e 30 secondi al massimo, tre possibilità di replica da 30 secondi ognuna, domande incrociate tra i candidati e l’appello finale. Appuntamento alle ore 21 sul canale 100 o 500 di Sky, sul 50 del digitale terrestre e ovviamente anche in streaming online.
Con una operazione non esattamente di ottimo gusto, in queste elezioni amministrative 2016 le voci su possibili sostituzioni alla guida di Forza Italia con Berlusconi ko per motivi di cuore – è ricoverato e dovrà essere operato – si fanno sempre più insistenti. E allora, con l’ex premere che non potrà presenziare alla campagna elettorale finale verso i ballottaggi di queste Comunali 2016 a Milano così come a Napoli, i candidati si lasciano andare a qualche dichiarazione in merito. Stefano Parisi è nettissimo e allontana ogni possibile voce che lo vedrebbe leader di Forza Italia al posto proprio dell’ex Cavaliere: oggi a margine del convegno dei Giovani Industriali, il candidato sindaco di Milano ha detto “sono chiacchiere giornalistiche, sono qui per fare il sindaco di Milano e non hai mai pensato ad altro. Sono sceso in politica per fare questo e non farò altro che questo“. Il pensiero sicuramente per ora è sulla partita Amministrative Milano, ma certo è che se dovesse alla fine vincere Sala verso Palazzo Marino, qualcosa potrebbe sicuramente muoversi anche a livello nazionale.
Un Ignazio Marino che prosegue nella sua opera di critica feroce in queste Elezioni Comunali Amministrative 2016 a Roma nei confronti del suo ex partito: l’ex sindaco della Capitale non riesce ancora a mandar giù la mancata fiducia della sua squadra di governo al Campidoglio che ha portato alle dimissioni forzate e al commissariamento della città. I tantissimi problemi adesso su Roma evidentemente non possono essere solo cauda di Marino ma anche delle varie amministrazione precedenti che non hanno certo portato la situazione ad un livello accettabile. Marino da parte sua è però sempre più orientato ad allontanare ogni problema dalle sue responsabilità, preferendo riportare le colpe sul Pd cittadino. In una intervista alla Stampa questa mattina l’ex sindaco di Roma dichiara, «Se Giachetti si presenta con un foglio firmato da Renzi in cui dice che è stata un’azione gravissima deporre il sindaco con un atto notarile, lo voto. Altrimenti mi dispiace, non posso votarlo. La Raggi invece è una persona determinata, non certo inconsapevole delle difficoltà una donna intelligente, dura e dai tratti severi», sono le parole di apprezzamento verso la candidata grillina, secondo cui sarebbero andati i voti presi 3 anni fa nella campagna elettorale. «Probabilmente i miei elettori non hanno votato al primo turno Fassina ma sono andati direttamente sulla Raggi come scelta. Io al primo turno delle comunali presi 550mila voti, oggi tutta la coalizione ne prende 260 mila».
Un Matteo Renzi sulla difensiva come non mai per queste elezioni amministrative 2016 che stanno provocando a lui e al Pd più fastidi del previsto: le comunali da un lato stanno “distraendo” dalla vera campagna renziana di questi mesi, ovvero l’avvicinamento verso il referendum costituzionale. E inoltre, la non perfetta affermazione dei candidati dem per le grandi città al voto dopo i risultati del primo turno ha generato un effetto domino in cui la minoranza del partito attacca le scelte e le strategie della Segreteria. Grattacapi per il premier, che oggi sul Corriere della Sera, come ieri a Confcommercio, prova a difendersi rilanciano la sfida: «ho legato la mia permanenza al governo all’approvazione delle riforme nel referendum di ottobre e mi hanno accusato di aver personalizzato. Adesso gli stessi vorrebbero legare il governo al voto di alcune realtà municipali? Ma non scherziamo», tuona Matteo Renzi dalla colonne del “corrierone”. Secondo il Presidente del Consiglio “in nessun paese del mondo civile si fa così e si ragiona così. Andremo avanti con il cambiamento e ci sarà spazio per ridurre le tasse”.
Le Elezioni Amministrative 2016 non sono certo finite con il primo turno e il tempo che porta verso i ballottaggi di domenica 19 giugno è sempre già ricco di strategie, tattiche e modalità per incamerare più voti in vista del secondo turno. Le Comunali a Milano vivono soprattutto una sfida nella sfida: Giuseppe Sala e Stefano Parisi, i due duellanti sono alla caccia dell’ultimo voto disponibile e il Movimento 5 Stelle è il bottino più “appetitoso” visto che misura una bella fetta di milanesi alle urne, il 10% che ha votata Corrado al primo turno. La logica suggerirebbe M5s verso Sala, per idee e battaglie, ma ormai neanche questo è certo visto che su molti temi invece è proprio la proposta liberale di Parisi a trovare qualche simpatica grillina. In generale, la speranza per il candidato del centrodestra è il diffondersi del voto antirenziano che potrebbe alla fine favorire proprio Parisi a Milano, come Borgonzoni a Bologna; Sala ai cronisti ieri durante un sua tappa nei mercati ha dichiarato, «Io non penso che il M5S darà indicazioni di voto anzi su questo sono abbastanza certo ma non escludo che una parte voterà a destra. ci sono però una serie di tematiche e battaglie “che loro stanno portando avanti, in particolare quella sui diritti civili e tutte le tematiche ambientaliste e contro l’inquinamento che sono molto più il cuore della nostra campagna. Io parlerò agli elettori dei cinque stelle nella speranza che tanti considereranno il nostro programma migliore». Replica immediata di Parisi che da un lato si trova d’accordo con il rivale leggermente avanti nei sondaggi verso i ballottaggi delle Amministrative 2016, «Non credo che il M5s abbia nel suo metodo qualunque tipo di apparentamento, e credo che occorra rispettare i criteri e le forme nella politica di tutti i gruppi: dunque, non insisto da questo punto di vista». Dall’altra però il candidato scelto da Berlusconi e sostenuto anche da Salvini e Meloni, allontana leggermente l’ipotesi di accordo di fatto, come paventato dallo stesso leder del Carroccio: «In questo momento la Lega sta guardando ai 5 stelle per i ballottaggi di altre città e non c’è un cambiamento di composizione della nostra compagine. L’apparentamento è un fattore tecnico e in questo momento non prevedo apparentamenti ma di parlare a tutti coloro che vogliono il cambiamento rispetto alla giunta Pisapia e sono tutti coloro che non hanno votato per Sala al primo turno». E gli elettori grillini, alla fine, cosa sceglieranno?