Sarà un autunno caldo segnato dall’emergenza occupazione? Sembra di sì, anche se secondo uno studio della Cgia di Mestre la disoccupazione nel Nord Italia è più bassa che nelle regioni più ricche d’Europa.
A marzo 2009 il tasso di disoccupazione del Piemonte si è attestato al 7%, quello della Lombardia al 5%, del Veneto al 4,7% e dell’Emilia Romagna al 4,1%. Più alti i dati provenienti dalla Germania: la disoccupazione ha raggiunto l’8,9% nella Nordrhein-Westfalen, il 5,1% in Baviera e il 4,8% nel Baden-Wurttemberg. In Francia, invece, nella Provenza-Alpes-Costa Azzurra la disoccupazione è salita al 10,3% nella Rhone-Alpes all’8,1% e nell’Ile-de-France al 7,4%. Drammatica la situazione dei senza lavoro in Spagna: la Catalogna presenta una disoccupazione del 16,2%, la Comunidad de Madrid del 13,5% e l’Andalusia addirittura del 24%. Non sta benissimo nemmeno il Regno Unito, che presenta comunque cifre inferiori a quelle spagnole: la regione londinese ha segnato l’ 8,2%, il South-West il 7,9% e il South-East il 5,3%.
Secondo l’istituto veneto a fine anno la disoccupazione in Italia raggiungerà probabilmente un tasso medio dell’8,8%, pari a oltre 2 milioni e 200 mila persone senza un lavoro. Dati in crescita dunque rispetto al primo trimestre, in cui la percentuale dei disoccupati ha toccato il 7,9% con un aumento, rispetto al terzo trimestre del 2008, del +1,8%. Dal confronto con i dati europei, e considerato l’andamento complessivo della crisi in Italia e all’estero, emerge chiaramente – questa è la lettura di Bortolussi – che “non siamo un Paese alla deriva, visto che quasi tutti i nostri principali partners economici stanno peggio”. Ma – conclude Bortolussi – “c’è la necessità di aiutare concretamente il mondo delle piccole e micro imprese che in questi ultimi decenni ha dimostrato di essere la vera spina dorsale dell’economia nazionale”.