MONTE DEI PASCHI DI SIENA. SILEONI: BRAVO MORELLI, ESUBERI RIDOTTI DEL 50% (FISAC-CGIL)
Lando Maria Sileoni è soddisfatto del fatto che nel piano industriale di Mps non siano previsti licenziamenti, ma ci tiene a precisare che questo non è certo un regalo di Morelli, ma il risultato di una serie di pressioni nostre: eravamo pronti a bloccare il settore”. In un’intervista a La Stampa, il Segretario generale della Fabi ammette che in ogni caso l’amministratore delegato di Montepaschi è stato bravo, perché “il suo lavoro ha ridotto del 50% gli esuberi”, visto che la richiesta iniziale dell’Ue era di 10.000 esuberi. Il sindacalista tiene poi a sottolineare due punti importanti del piano: le 500 assunzioni previste e il tetto allo stipendio dei manager. Sileoni si dice anche soddisfatto per la soluzione trovata per Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, anche se “adesso mi aspetto un intervento anche per clienti e azionisti”.
Agostino Megale esprime soddisfazione per l’accordo raggiunto con la Commissione europea sul piano industriale di Mps, perché il via libera alla ricapitalizzazione precauzionale avviene con la richiesta di esuberi, ma su base volontaria. Per il Segretario generale della Fisac-Cgil, quello raggiunto è “un risultato frutto del lavoro e della tenuta unitaria di tutto il sindacato, ma anche della coerenza dimostrata dalla banca senese e dal Ministro Padoan. Nella consapevolezza che non dovrà mai venire meno il fatto che in questi lunghi anni di crisi e difficoltà il vero valore aggiunto sono stati i lavoratori che hanno saputo gestire un rapporto non semplice con la clientela”. Guardando al futuro, Megale segnala che “adesso è il tempo per accompagnare il risanamento e il rilancio del gruppo comprese le verifiche periodiche con Bruxelles sui risultati da un coinvolgimento pieno, informato e trasparente delle nostre rappresentanze aziendali”.
Dopo il via libera ricevuto dall’Ue per la ricapitalizzazione precauzionale si può tornare a ragionare sul ritorno alle contrattazioni in Borsa delle azioni di Mps. Marco Morelli, durante la conferenza stampa di ieri, ha detto che con tutta probabilità questo momento arriverà entro fine settembre. Ovviamente la decisione spetterà alla Consob, cui dovrà pervenire un prospetto. I vertici di Montepaschi in ogni caso terranno un roadshow anche per illustrare i contenuti del nuovo piano che mira a un utile netto superiore a 1,2 miliardi di euro nel 2021: un compito non facile se lo stesso ceo ha ricordato che c’è stata una perdita di depositi e clienti anche per via di “metodi non convenzionali” usati dai concorrenti. Morelli ha anche spiegato che non sarà distribuito alcun dividendo finché lo Stato sarà azionista di maggioranza.
Mps, come le quattro banche salvate dal Governo Renzi alla fine del 2015, vengono usati come termini di paragone da Michele Emiliano per evidenziare che qualcosa non va nel decreto con cui si è intervenuti per salvare Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca. Il Governatore della Puglia ha inviato una lettera aperta ai membri del Governo e ai parlamentari del Partito democratico, spiegando che, a suo modo di vedere, il Governo Gentiloni “si è limitato di fatto a recepire acriticamente le proposte del ministro Padoan”, delineando per le due banche venete “un percorso di intervento diverso sia da quello seguito per la crisi delle quattro banche risolte nel dicembre 2015 (Etruria, Chieti, Ferrara e Banca Marche), che da quello adottato per la gestione della crisi Monte dei Paschi”.
Secondo Emiliano, occorre “una strategia unitaria e coerente, anche nei rapporti con le istituzioni europee, per la gestione delle crisi bancarie e bisogna garantire “omogeneità di trattamento ai risparmiatori ‘traditi’ dei diversi istituti bancari. Un trattamento differenziale, come quello che oggi si sta concretizzando, porta infatti a esasperare le tensioni sociali di quei risparmiatori che, dopo essere stati traditi dalla propria banca di fiducia, si sentono ulteriormente traditi dallo Stato, che in alcuni casi interviene per salvarli e altre volte li abbandona al proprio destino”.
Alla luce di tutto questo, Emiliano ritiene che “il Pd abbia la responsabilità di chiedere al ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan di spiegare le ragioni che hanno condotto il governo Gentiloni a presentare senza alcun confronto preventivo il decreto legge al Parlamento con una sorta di ricatto implicito: ‘approvarlo così oppure salta tutto’”. “In mancanza di un’interlocuzione trasparente”, Emiliano chiede al Pd “di valutare l’ipotesi di fermare il decreto legge 99/2015 e di riaprire con l’Europa il confronto sull’intervento di ricapitalizzazione precauzionale anche di fronte a una condizione chiaramente diversa delle banche venete rispetto al Monte dei Paschi”.