Un’altra settimana all’insegna della indecisione sui mercati finanziari. Dopo una partenza all’insegna dei rialzi, venerdì, dopo i dati al di sotto delle attese della disoccupazione negli Usa, e in area euro con le continue preoccupazioni per altri default di Paesi compresi l’Italia. Quindi possiamo dire che “l’errore” del trader che ha fatto crollare i mercati del 10% tre settimane fa, forse era la virata che aspettavamo da tempo? Vediamo la situazione tecnica.
S&P500 E NASDAQ100
Nel lungo periodo i due principali indici americani evidenziano situazioni simili anche se con particolarità rispetto al trend differenti. Lo S&P500 dopo il testa e spalla rialzista formatosi a inizio 2009, ha formato un supporto importante in area 1,050 il cui break out porterebbe i prezzi in area 950-1,000 e solo il superamento di area 1,200 potrebbe darci nuovi segnali rialzisti di lungo periodo. Il Nasdaq sta correggendo il forte uptrend partito dopo il doppio minimo fine 2008 inizio 2009. Ricordiamo che sino a quando non vediamo una serie di massimi e minimi decrescenti non possiamo parlare di trend negativo.
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Nel breve periodo l’incrocio delle medie mobili 20 e 50 in posizione short non danno adito a dubbi sulla situazione dell’indice. Il rimbalzo delle ultime settimane era stato preannunciato da divergenza prezzi-MACD. La violazione del supporto a 1,050 porterebbe ad aperture di nuove posizioni short da parte degli investitori con nuovi scenari negativi.
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FTSEMIB
L’indice italiano, a differenza degli indici Americani, ha invertito la rotta ormai da novembre 2009, disegnando massimi e minimi decrescenti, quindi in trend negativo. Le medie mobili sono incrociate short.
SMI
Non fa eccezione l’indice svizzero che prosegue la sua discesa dopo aver violato minimi importanti. Le medie mobili a 20 e 50 sono incrociate in posizione ribassista, il nel breve ha dato lo spunto per il ritracciamento delle ultime settimane, anticipato anche dalla divergenza con i prezzi.
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Indubbiamente le notizie che continuano da eurolandia non sono certamente di buon auspicio per la moneta unica. Nonostante si intravedano timide riprese nei PIL nazionali di Italia, Germania e Francia, le compagnie di rating continuano ad allarmare i mercati, adducendo dubbi sulla reale condizione dei bilanci pubblici. Questo destabilizza i mercati che continuano a penalizzare l’euro. Sia nel lungo che nel breve la situazione grafica è negativa. Nel breve avevamo evidenziato un possibile doppio minimo da insanabili ottimisti, ma in realtà il break out ribassista del supporto a 1,2150 ha aperto nuovi orizzonti ribassisti.
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