Riforma della Legittima difesa è centrale nell’agenda del Governo ma Movimento 5 Stelle e Lega sembrano avere idee diverse. Nelle ultime ore l’Anm ha lanciato l’allarme legato al rischio di legittimazione degli omicidi, mentre giunge anche un parere della Cassazione che fa riflettere: in riferimento alla sentenza della condanna a Umberto Stregapede per l’uccisione del cognato Stefano Petroni, la Cassazione sottolinea che “non è invocabile la scriminante della legittima difesa da parte di colui che accetti una sfida oppure reagisca a una situazione di pericolo volontariamente determinata”. Nel caso Stregapede, che nel 2015 uccise il cognato con 31 coltellate, l’incriminato invocava la scriminante della legittima difesa o l’eccesso colposo di legittima difesa poichè il suo intento non era quello di affrontare il cognato ma mediare tra lui e la famiglia, costretto a ricorrere alla violenza per il pericolo per la propria incolumità. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
ALLARME AMN
Tutte le opposizioni criticano la “frenata” del Governo sul fronte Legittima Difesa, ma lo fanno in maniera e con obiettivi assai diversi: da un lato Fratelli d’Italia e Forza Italia desiderano tirare la giacchetta di Salvini per non frenare il progetto di riforma davanti ai “dubbi” del Movimento 5 Stelle e del Ministro Bonafede. Di contro, il Pd valuta come assolutamente “barbara” la riforma che rischierebbe di portare l’Italia in un far west “simile” agli Usa. Un esempio? «Ci preoccupa la frenata del governo in merito alla legittima difesa. il governo prenda seriamente in considerazione la proposta che Fratelli d’Italia ha già depositato a riguardo, l’unica che stabilisce come in casa propria la difesa sia sempre legittima. Aspettiamo chiarimenti a riguardo: gli italiani devono avere il diritto di difendersi in casa propria senza rischiare di incorrere in un processo. Non è possibile essere aggrediti due volte: prima in casa e poi dalle leggi», spiega in una nota Riccardo Zucconi, Fratelli d’Italia. A replicare ci pensano i senatori dem, come Monica Cirinnà «chi otterrebbe benefici dalla liberalizzazione delle armi. Soltanto la lobby dei produttori, non certo i cittadini e la loro sicurezza. Prima di procedere alla discussione dei diversi disegni di legge presentati in materia, venga fatta una valutazione sull’impatto che le proposte in esame potrebbero avrebbero sulla realtà del nostro Paese. Il provvedimento sponsorizzato dalla Lega, tra le altre considerazioni, ha profili di incostituzionalità». Per l’Anm intanto il vero rischio è quello di «una giustizia fai da te»: lo scontro è continuo, il futuro è ancora incerto..
LEGA RILANCIA, “RIFORMA È UNA PRIORITÀ”
Il Governo resta diviso anche se al momento solo per dinamiche “interne” e senza strappi clamorosi esterni sulla legge di riforma della Legittima Difesa: dopo le parole di Bonafede e le risposte “concilianti” di Salvini e del Premier Conte, oggi la Lega torna all’attacco cercando di riportare la riforma al centro dell’azione parlamentare delle prossime settimane prima della pausa estiva. «La riforma della legge sulla legittima difesa è una priorità del governo», ha spiegato Jacopo Morrone, sottosegretario alla Giustizia. Lo stesso leghista ha però sottolineato come non si possa «non dare risposte adeguate, come legislatori, ai troppi fatti di cronaca accaduti in questi ultimi anni, che hanno registrato furti in abitazione accompagnati da violente aggressioni e rapine in attività commerciali e aziende». L’obiettivo del Carroccio, nonostante i “freni” del Movimento 5 Stelle, è quello di evitare che nei cittadini si radichi l’idea «che l’aggredito che si difende passi dalla parte del torto e che sia meno tutelato dell’aggressore. Qui non si tratta ovviamente di ‘armare’ i cittadini italiani – ha concluso Morrone – ma di adeguare le normative».
CONTE, “GOVERNO NON INCITA A USO ARMI”
Sull’iter per la legge sulla legittima difesa arriva anche la voce del Premier Giuseppe Conte. Il Presidente del Consiglio ha gettato acqua sul fuoco sulla polemica, mostrandosi decisamente più vicino alle posizioni del Movimento 5 Stelle rispetto a quelle del Ministro dell’Interno Matteo Salvini in materia: “Il Governo non vuole incitare alla giustizia privata né all’uso delle armi”, ha spiegato Conte, che ha però sottolineato: “sul tema non tanto sul piano normativo ma sul piano applicativo giurisprudenziale si sono create delle incertezze che non giovano ai cittadini. Spesso ci si è trovati infatti di fronte a delle persone che sono state costrette ad attraversare un calvario: tre gradi di giudizio per ottenere un’assoluzione, giunta ormai di fronte a vite mortificate dall’iter sfiancante. Occorre intervenire, alla luce delle applicazioni giurisprudenziali e dello stato di incertezza applicativa, per mettere a punto una regolamentazione chiara senza stravolgere nulla rispetto a quanto già in essere.” Dunque maggiore tutela per chi si ritrova a difendersi, ma nessuna concessione alla liberalizzazione delle armi. (agg. di Fabio Belli)
SALVINI FRENA
Il Ministro degli Interni prova a ricomporre i piccoli cocci rotti dopo la presa di posizione del Guardasigilli Bonafede: «Sono in perfetta sintonia con il ministro Bonafede. Anzi, siamo insieme nel sostenere la battaglia per far scontare la pena nei paesi di provenienza agli stranieri nelle nostre carceri» ha spiegato Matteo Salvini alla Camera dopo il viaggio in Egitto per il caso Regeni. Insomma, se da un lato il Ministro M5s ha detto chiaro e tondo di non voler creare “far west” con la radicalizzazione della legittima difesa, dall’altro Salvini non intende rompere la linea di Governo (almeno per ora) e rilancia «mai parlato di liberalizzazioni di armi». Sul fronte delle opposizioni, dopo il monito di Mara Carfagna ci pensa anche il Pd con il segretario Martina a punzecchiare il Governo: «È una legge Far West. La chiamano ‘legittima difesa’, si legge più armi per tutti. Non ci stiamo. Guardiamo agli Stati Uniti, il Paese dove circolano più armi e ci sono leggi sulla legittima difesa che piacciono alla destra», scrive l’ex ministro su Facebook, aggiungendo anche qualche statistica che intende smascherare gli intenti del Contratto di Governo, «36mila morti all’anno uccisi da fucili e pistole. 100 al giorno. Le armi in America vengono usate per difendersi solo nell’1% dei casi dalle vittime di crimini violenti, mentre gli omicidi in legittima difesa costituiscono solo il 2,7% del totale degli omicidi con armi da fuoco. I suicidi, invece, sono il doppio degli omicidi. Chi ha un’arma in casa la usa più spesso contro di sé e contro la sua famiglia che contro aggressori. E troppo spesso queste armi finiscono in mano a ragazzini, nelle scuole. È questa la sicurezza? No. Noi non ci stiamo».
BONAFEDE, “NO LIBERALIZZAZIONE ARMI”
Era uno dei punti chiave del Contratto di Governo del Cambiamento, ma ora rischia di divenire uno dei primi veri punti di rottura tra Lega e M5s: stiamo parlando della legittima difesa, visto che oggi in Senato è iniziata la battaglia della Lega (e di tutto il Centrodestra, visto che la promessa elettorale era già inserita nel programma siglato da Salvini, Berlusconi e Meloni) con una “sorpresa” lanciata dal Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede (fedelissimo di Di Maio). «In nessun modo la realizzazione dell’obiettivo riformatore, per come concepito dalla maggioranza, potrà portare alla liberalizzazione delle armi in Italia, la detenzione e il porto delle quali risultano disciplinate da disposizioni normative rigorose sulle quali il Governo non avverte alcuna esigenza di intervenire, trattandosi di leggi che rappresentano, peraltro, strumenti irrinunciabili nella lotta alla criminalità»; così ha risposta il ministro grillino durante il Question Time di oggi alla Camera, facendo scattare sulla sedia i vertici di Via Bellerio. In mattinata infatti erano emerse alcune indiscrezioni – riportate da Repubblica – secondo le quali la Lega era pronta a rafforzare l’istituto della legittima difesa anche stringendo contatti con la lobby delle armi (elemento del tutto da chiarire dato che al momento mancano prove concrete di questo “avvicinamento”, ndr).
FORZA ITALIA: “INTERVENGA SALVINI, È UNO SCHIAFFO AGLI ELETTORI CDX”
Dopo le parole di Bonafede però tutto si complica, visto che lo stesso Ministro della Giustizia poco dopo ha voluto ribadire come la competenza in materia sia del Guardasigilli e non del Viminale: «”Il tema della legittima difesa riguarda la giustizia e non la sicurezza e l’ordine pubblico», aumentando di fatto lo scontro tra Salvini e il gruppo M5s. I termini giuridici della cosiddetta riforma della legittima difesa vengono poi spiegati da Bonafede, secondo il quale resta comunque necessaria una adeguata valutazione prima di procedere: «Occorre intervenire – si vedrà se attraverso progetti di origine parlamentare o iniziative legislative governative – affinché siano eliminate quelle zone d’ombra che attualmente rendono quantomeno accidentato il percorso attraverso cui un cittadino, che si sia legittimamente difeso da un’aggressione ingiusta possa provare la propria innocenza». In diretta dalla Camera, Salvini in una conferenza stampa ha da poco ribadito che sulla legittima difesa la Lega non intende “provocare” assurdità come «vendere armi dal tabaccaio o comunque liberalizzarle». La “tirata d’orecchie” al leader del Carroccio arriva però dagli alleati del Centrodestra, nello specifico Mara Carfagna di Forza Italia: «È uno schiaffo dei 5Stelle alla Lega. Salvini cosa dice?».