Si è finalmente sbloccata l’impasse che, nei giorni scorsi, aveva rischiato di aprire un nuovo fronte polemico per il Governo (questa volta al suo interno) sulle nomine della governance per Cassa Depositi e Prestiti e per il Tesoro: dopo le tensioni tra il vice-premier Luigi Di Maio e il Ministro dell’Economica, Giovanni Tria, che secondo alcuni sarebbe arrivato addirittura a minacciare le dimissioni se non fosse stata affrontata la questione, oggi un vertice di Governo a cui hanno partecipato non solo il leader del M5S ma anche il titolare del dicastero inviso ai grillini, oltre che lo stesso premier Giuseppe Conte e il sottosegretario Giancarlo Giorgetti, ha dato il via libera alla nomina di Fabrizio Palermo, quale nuovo amministratore delegato di Cdp: classe 1971, Palermo era già dirigente dell’istituto e la sua nomina ha fatto cadere la candidatura di Dario Scannapieco, proposto da Tria. Ad ogni modo, il titolare dell’Economia è invece riuscito a spuntarla sul nome di Alessandro Rivera che, secondo alcune indiscrezioni, era la sua prima scelta quale nuovo direttore generale del Tesoro. Con questo accordo, dunque, dovrebbe rientrare (almeno per ora) la frattura tra Di Maio e Tria, acuitasi nell’ultimo mese per via di alcune dichiarazioni di quest’ultimo in merito ai tempi di attuazione della proposta del reddito di cittadinanza. (Agg. di R. G. Flore)
L’OK ARRIVA DOPO VERTICE TRA CONTE, TRIA E DI MAIO
Lo stallo è sbloccato: il Governo, dopo il vertice a Palazzo Chigi (questa volta convocato sul serio) tra Conte, Giorgetti e i Ministri Di Maio e Tria ha raggiunto finalmente l’accorso sulle nomine in Cassa Depositi e Prestiti. Secondo quanto riportato dallo stesso sottosegretario alla Presidenza, il nuovo amministratore delegato di Cdp sarà Fabrizio Palermo, l’attuale direttore finanziario. Nella sua lunga carriera – benché ancora giovane, è un classe 1971 – ricopre attualmente l’incarico di consigliere in Fincantieri e tra gli altri incarichi fa parte anche del consiglio del fondo Atlante, il fondo lanciato per salvare le banche in difficoltà. Alla fine sembra dunque risolto il braccio di ferro tra Tria e i due vicepremier Di Maio-Salvini, restii in un primo tempo a nomine dal passato (e presente) nell’establishment dirigenziale del nostro Paese. Palermo è arrivato in Cassa Depositi e Prestiti nel 2014 e, come riporta Repubblica, la sua chiamata è stata fatta in accordo con Fincantieri, portando il perugino – oggi nominato dal Governo – come nuovo direttore finanziario nella controllante. Oggi mantiene entrambi i ruoli e ora approda nel ruolo più importante della Cdp, asset strategico per le tante politiche economiche di ogni governo. Scongelato lo stallo Lega-M5s? Così pare, almeno.
STALLO GOVERNO E “NODO ESTABLISHMENT”
Le acque agitate della maggioranza vedono ancora “contrasti” (detti o non detti) per le nomine specialmente in casa Rai e sula Cassa Depositi e Prestiti, per di più nel giorno in cui con l’inchiesta piombata sul Ministro Savona per il caso Unicredit risulta indagato anche l’attuale Amministratore Delegato di Cdp Fabio Gallia. Come ricostruito dai colleghi a Palazzo Chigi, il tavolo sarebbe saltato non tanto per i nomi in sé che il Ministro Tria aveva avanzato ma per il “metodo” e “criterio” della scelta: il Mef continua a proporre nomi che per Di Maio (e Salvini a ruota) sarebbero «espressione di un establishment che noi vogliamo distruggere», spiega un parlamentare del Governo. La tensione poi sarebbe aumentata anche per il ruolo di direttore generale del Ministero del Tesoro, con il nome di Alessandro Rivera – proposto da Tria – ma per nulla apprezzato dai grillini che invece spingono per Marcello Minnenna, già noto per essere stato ex assessore a Roma nella giunta Raggi.
SOLUZIONE IL PROSSIMO 24 LUGLIO?
E’ fissata per il 24 luglio 2018 la prossima riunione per provare a raggiungere la fumata bianca per le nomine di Cassa Deposito e Prestiti. Movimento 5 Stelle e Lega infatti non hanno ancora raggiunto l’intesa sui nomi per i ruoli strategici di Cdp e oggi è saltato il vertice convocato dal presidente del Consiglio 2018. Ieri lo stesso premier aveva sottolineato che “Il problema non è se ci sono divergenze sulle nomine: la Cdp è uno strumento chiave per la politica nazionale ha un rilievo strategico e quindi vogliamo meditare bene. Ci stiamo riflettendo bene per non sbagliare”. Anche Luigi Di Maio, Ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico, aveva affermato che il “governo è al lavoro, stiamo cercando i migliori”, ma fin qui ancora nessun accordo. E le acque sono agitate, con il ministro dell’Economia Giovanni Tria… (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
MINISTRO TRIA IRRITATO
Tensione all’interno del governo per l’approvazione dei nuovi vertici della Cassa Depositi e Prestiti, con la riunione che viene rinviata per la quinta volta. La prima frattura si è aperta sul nome dell’amministratore delegato, la figura cioè di maggior peso. Il ministro dell’Economia Giovanni Tria ritiene che il profilo ideale sia Dario Scannapieco, il vicepresidente della Bei, con l’attuale direttore finanziario Fabrizio Palermo direttore generale. Ma Scannapieco non piace alla Lega. E al momento non c’è neppure una valida alternativa che possa andare bene a M5s e Carroccio. Da qui la decisione di Matteo Salvini e Luigi Di Maio di rinviare l’incontro. Come riportato dall’Huffpost, Tria sarebbe irritato per il ruolo di capro espiatorio che gli imputano per l’impasse. Del resto è il ministro dell’Economia che propone i nomi al premier, il quale a sua volta ne parla con i vicepresidenti. In mancanza d’accordo si rinvia e quindi la Lega non si sente responsabile dell’impasse. La trattativa tra Lega e M5s è serrata. I penta stellati vogliono lasciare un’impronta perché ci sono operazioni urgenti, a partire da Alitalia. C’è poi il piano, più ampio, di fare di Cdp un erogatore di finanziamenti alle imprese. Per questo ai posti di comando serve un profilo scelto da M5s. (agg. di Silvana Palazzo)
PD, “NON DETTINO NOMINE A TRIA”
Sullo scontro interno alla maggioranza prova a gettare “benzina sul fuoco” il Pd, nel tentativo di aumentare la distanza e la polemica tra Di Maio e Salvini. «Il ministro Tria non vuole farsi dettare le nomine da Di Maio e Salvini? Fa bene a chiedere il rispetto della legge e delle sue prerogative, fa bene a non voler incontrare i due vicepremier per parlare di spartizione e lottizzazione», scrive Michele Anzaldi, deputato Pd e componente dell’ala renziana dei dem. «Vedremo dai nomi che saranno proposti per Cdp e Rai se Conte e il titolare dell’Economia dimostreranno davvero di essere indipendenti e di rispettare la legge, ad esempio sul presidente di garanzia del servizio pubblico», scrive ancora su Facebook Anzaldi, vedendo nella piccola querelle sulle nomine Cdp e Rai un possibile motivo di strappo nel Governo, specie dopo i dissidi sulla legittima difesa emersi ieri. «Il pasticcio del vertice di palazzo Chigi – conclude il deputato Pd – prima convocato, poi sconvocato e alla fine addirittura disconosciuto dai suoi stessi partecipanti, gli stessi che probabilmente lo avevano addirittura chiesto, è l’ennesima conferma di quanto sia debole l’idea di un Governo con due vicepremier che si sentono entrambi premier senza esserlo».
LO SCONTRO LEGA-M5S PER NOMINA DARIO SCANNAPICO
E’ impasse tra Lega e Movimento Cinque Stelle per le nomine di direttore generale e amministratore della Cassa Depositi e Prestiti. Dopo averlo convocato, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha deciso di rinviare il vertice e Matteo Salvini alla Camera ha affermato di non sapere niente. Il ministro dell’Interno ha evidenziato che “non sono io a convocarli e non sono io a sconvocarli”, sottolineando di non seguire il dossier”. Come riportato dai colleghi di Repubblica, c’è tensione tra i due partiti di governo legati alla nomina di Dario Scannapieco, presidente di Bei: il Carroccio ha detto no alla proposta M5s della sua nomina ad amministratore delegato. Sul tema il segretario federale della Lega ha commentato: “Non seguo io la cosa, chiedetelo ad altri: su queste cose non posso essere di grande aiuto”. Previsto una nuova riunione il prossimo 24 luglio, i nodi verranno sciolti? Intanto registriamo acque agitate… (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
CDP, LEGA VS M5S
Piccolo caso “diplomatico” esploso questo pomeriggio all’interno di Palazzo Chigi: durante la mattinata era stato annunciato un vertice tra il Premier Conte, i vice Salvini e Di Maio e il Ministro dell’Economia Giovanni Tria. A tema sarebbe dovuto essere trattato il nodo delle nomine sulla Cassa Depositi e Prestiti, sia il direttore generale che l’amministratore delegato dopo le bocciature ad inizio legislatura degli attuali vertici da parte di Lega e M5s. Ebbene, di colpo però il vertice viene annullato e rinviato a data da destinatarsi: tutto ok, direte voi, se non fosse che quando viene chiesto a Salvini il perché di questo rinvio, il Ministro degli Interni “cade dal pero”, «Vertice nomine? Non sapevo ci fosse». Una certa quale “bizzarria” non può non essere notata in giorni assai delicati per i casi “legittima difesa” e soprattutto “migranti” che tengono sull’attenti le diplomazie interne del Governo, su tutti Casalino e Giorgetti nei rispettivi gruppi parlamentari. «Non sapevo che fosse stato convocato, non so neanche che sia stato sconvocato», aggiunte Salvini sempre più smentendo Conte e il suo vertice saltato, ufficialmente, per impegni degli altri due ministri che avrebbero dovuto presenziare. Secondo Sky Tg24, Di Maio non poteva andare perché deve partecipare alla supervisione sugli emendamenti del Governo sul Decreto Dignità; Tria invece è in partenza verso Buenos Aires dove il 21 e il 22 luglio sarà impegnato nel G20 dei Ministri Finanziari. Ma Salvini?
LO SCONTRO SULLE NOMINE CDP
Il mistero rimane, anche perché sui nomi della Cassa non vi è ancora alcun accordo ufficiale (né tantomeno ufficioso) in merito: «Il 24 luglio si risolve su Cassa Depositi e Prestiti. Confesso però che non sono partite che sto seguendo io. Scannapieco è fuori? Non sto seguendo io la partita, chiedetelo ad altri», facendo riferimento a Dario Scannapieco, vicepresidente di Bei e Ad della Cassa fino a quando ieri il “niet” di Lega e M5s ha rimesso tutto in discussione. «Il nome di Scannapieco, inizialmente non sgradito a M5s, sarebbe promosso dalle Fondazioni e soprattutto caldeggiato dal ministro dell’Economia Giovanni Tria», riportano i colleghi della Stampa, non riuscendo neanche loro a risolvere il “problema” diplomatico sorto a Palazzo Chigi che rileva una distanza, abbastanza netta, tra il duopolio Conte-Di Maio e il Viminale “leghista”.