Il commissario europeo per gli Affari economici e monetari, Jyrki Katainen, chiede al nostro Governo di spiegare “perché l’Italia programma di non rispettare il patto di stabilità nel 2015” e ‘“come assicurerà un pieno rispetto degli obblighi della politica di bilancio nel 2015”. È quanto risulta dalla lettera inviata a Pier Carlo Padoan, in cui si osserva che “dall’analisi preliminare, sulla base dei conti degli uffici tecnici della Commissione Ue, l’Italia programma una significativa deviazione dagli aggiustamenti richiesti per centrare l’obiettivi di medio termine nel 2015”. Ne abbiamo parlato con Ugo Arrigo, docente di Finanza pubblica all’Università degli Studi di Milano-Bicocca.
Che cosa ne pensa dei contenuti della lettera di Katainen al nostro Governo?
Se c’era bisogno di una conferma del fatto che l’Europa non capisce adesso ce l’abbiamo. Non nego che da parte dell’Italia c’era stata una sottoscrizione d’impegno che è una specie di contratto a realizzare determinati obiettivi, e ora con la Legge di stabilità il nostro Governo sta di fatto dicendo che non lo farà. Quindi da un punto di vista strettamente giuridico e formale Katainen ha ragione.
In che senso allora l’Europa non capisce?
Poiché tra l’Italia e l’Ue c’è un insieme di accordi di cooperazione e sembra che l’Europa non abbia capito che l’equilibrio fiscale degli Stati non è indipendente dal quadro macroeconomico. Quando c’è molta crescita, l’equilibrio di bilancio è facilmente perseguibile, anzi probabilmente ci si possono permettere anche degli attivi. Se il quadro economico invece è deteriorato da recessione e difficoltà congiunturali, che si immettono su problemi strutturali di lungo periodo, non si può pensare che il gettito fiscale non ne risenta.
Veniamo al bonus per le neo-mamme. La ritiene una misura positiva?
Invece di correggere l’errore, con il bonus per le neo-mamme se ne fa un altro nel tentativo di correggere il primo, e quindi alla fine abbiamo due errori.
In che senso?
Anziché una misura provvisoria come il bonus bebè, sarebbe stato meglio aumentare le detrazioni Irpef che vanno a vantaggio delle famiglie con figli piccoli. Un’erogazione cash come il bonus da 80 euro ha senso solo per le mamme prive di reddito.
Ma le detrazioni non ci sono già?
Oggi le famiglie che hanno figli possono godere di assegni familiari e di detrazioni fiscali. Queste ultime sono però molto piccole, soprattutto rispetto alle effettive spese di una famiglia per mantenere un bebè. Ora il governo Renzi introduce una terza misura, il bonus da 80 euro per le neo-mamme. La mia proposta, anche per semplificare il sistema, è di limitarsi a un solo intervento, scegliendo di non rendere tassabile la porzione del reddito della famiglia che serve per mantenere un figlio fino a un determinato numero di anni.
Che cosa ne pensa dei tagli alle Regioni?
Ragionando per ipotesi, se ci fosse una Regione virtuosa che non spreca risorse e produce il massimo dei servizi possibili, con il taglio previsto dalla Legge di stabilità non avrà margini di riduzione degli sprechi e quindi dovrà tagliare i servizi. Al contrario la Regione non virtuosa che spreca molto sarà costretta a farlo un po’ meno, ma continuerà comunque a sprecare. Il danno che si crea con questo tipo di taglio indifferenziato è molto penalizzante verso le Regioni virtuose e abbastanza ininfluente per quelle non virtuose. Queste ultime continueranno a sprecare magari indebitandosi, e poi tra qualche anno chiederanno il soccorso del Governo per farsi ripianare i debiti.
Nel complesso come valuta questa manovra?
Gli intenti e la direzione di questa Legge di stabilità sono giusti, ma manca un disegno generale e il metodo dei bonus è populistico. Poiché le risorse erano poche, avrei cercato di concentrarmi su pochi interventi prioritari. La misura che avrei privilegiato sarebbe stata quella di cercare di lasciare più soldi in mano ai cittadini che ne hanno più bisogno, e che sicuramente domani mattina li spenderanno.
(Pietro Vernizzi)