MARINO CONTRARIO AD AUDIZIONE DRAGHI
Mauro Maria Marino è stato intervistato da Avvenire, cui ha spiegato perché è contrario alla richiesta di convocare in audizione, presso la Commissione d’inchiesta parlamentare sulle banche di cui è vicepresidente, Mario Draghi, così che possa dare la sua versione dei fatti sulla vicenda Mps, dato che era a capo di Bankitalia quando venne autorizzata l’acquisizione di AntonVeneta. “Nella commissione c’è in genere una dimensione tecnica e una più scandalistica. Quella di Draghi è una sorta di ‘terza dimensione’, anche perché i funzionari non ci hanno ancora spiegato se può essere sentito, dato che il presidente Bce vanterebbe prerogative simili a un capo di Stato. Io sono contrario e ho avanzato la proposta di ascoltare Danièle Nouy, capo della vigilanza europea, o in alternativa Ignazio Angeloni. Un compromesso che mi pare capace di soddisfare tutte le esigenze”, ha detto Marino al quotidiano della Cei.
MPS PASSA IN SECONDO PIANO IN COMMISSIONE BANCHE
Negli ultimi giorni si parla molto di Banca Etruria, di Maria Elena Boschi e di suo padre, invocando anche l’audizione di Federico Ghizzoni in Commissione parlamentare d’inchiesta sulle banche (che avverrà il 20 dicembre). Per Giuseppe Turani i lavori di quest’organo istituzionale rischiano di chiudersi “con un grande insuccesso. E, anzi, alla fine forse si rivelerà un boomerang e anche di quelli tosti”. Su Tiscali Notizie, il giornalista ricorda che “la commissione era stata chiesta a gran voce dal Pd nel suo tentativo di svincolarsi dall’idea di essere il ‘partito delle banche’. Il proposito segreto, mai svelato chiaramente, era di incastrare la vecchia guardia comunista nelle storie del Monte paschi di Siena. In modo da coprirli di infamia e toglierseli di torno. Insomma, un modo un po’ contorto per abbattere l’Mdp, i transfughi. Quello che sta avvenendo, però, è l’esatto contrario. Di Mps e delle trame di anni fa si parla poco o niente. Nulla, comunque, è emerso da meritare i titoli dei giornali. In compenso si parla molto di ciò che il Pd voleva evitare: cioè di Banca Etruria, dove il papà di Maria Elena Boschi è stato vice-presidente per qualche mese”.
Tutto questo, secondo Turani, sta avvenendo per due “incidenti di rilievo”. Il primo è relativo alla deposizione di Roberto Rossi, accusato di presunta reticenza per non aver detto che Pier Luigi Boschi risultava indagato, seppur non per bancarotta. Il secondo è per la richiesta di ascoltare Ghizzoni, sempre sulla vicenda Boschi-Etruria. Così di Mps non si parlerà, nonostante questo sembrasse l’obiettivo del Pd.